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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


venerdì 29 agosto 2008

25 Agosto 2008

Ciao a tutti, son felice di potervi raccontare il turno di questo Lunedì 25, perché è stato, anche se potrebbe non sembrare, molto sorprendente. Sono arrivata al parcheggio davanti a Ponte a Niccheri leggermente in anticipo, e già mi guardavo intorno alla ricerca di Nuvola, che ho trovato praticamente subito: l'ho notato che agitava un braccio fuori dallo sportello della macchina!Dopo averlo raggiunto ho realizzato che sarebbe stato un turno un po' diverso dal primo, Nuvola sembrava un po' stanco e "strapazzato" diciamo, ed il motivo è venuto subito fuori: ho avuto l'onore di assistere alla prima giornata senza sigarette di Nuvola, che ha infatti deciso di smettere di fumare proprio da questo lunedì. Dopo aver provveduto a fargli i miei complimenti per la sua scelta, abbiamo iniziato un turno che, per chi ci può aver visto dall'esterno, può esser sembrato molto tranquillo e un po' "sotto-tono" ma che in realtà è stato come il calmo terreno di coltura per far nascere nuove e fondamentali consapevolezze.
Siamo partiti dalla sala prelievi, come sempre, c'era abbastanza gente e abbiamo saltellato un po' in qua e in là, fermandoci a parlare con una signora che nell'attesa di essere espropriata del proprio sangue, aveva fatto quasi un metro di maglia ai ferri. Abbiamo poi fatto la gara di chi aveva più esami da fare, penso che il record sia stato 19, dico bene??Abbiamo poi rincontrato la ragazza brasiliana (che è in dolce attesa) che già avevamo conosciuto al primo turno, ed è stato molto gratificante notare che si ricordava della nostra chiacchierata, dopodiché siamo stati ben felici di urlare, assieme ad un'infermiera, che tutti quelli che non dovevano fare la glicemia potevano fare colazione, e potete ben capire che è stata veramente una notizia gradita da molti!Lasciata la sala prelievi, siamo schizzati in cartoleria a comprare un titolo di viaggio, ovvero un biglietto dell'autobus, e qui abbiamo incontrato una signora che si è messa a parlare con nuvola di come anche lei avesse provato a smettere di fumare, in passato; la bella cosa però è stata che ci ha chiesto di fare un saluto veloce a sua madre che stava passando un momento delicato, a causa di problemi di salute, e che proprio quel giorno doveva affrontare una visita importante. Personalmente sono stata entusiasta che qualcuno, pur non conoscendoci, abbia afferrato al volo il ruolo che la clownterapia può assumere anche per gli adulti!
Nella saletta di aspetto davanti a dove tolgono i gessi abbiamo incontrato un cioccolataio prestigioso che io mi sarei portata volentieri a casa per farmi dare lezioni di cucina, ed un infermiere ormai in pensione, che, parlando di quando ancora lavorava, non poteva non sorridere all'idea. Due incontri belli.
Siamo poi saliti in dialisi, dove l'atmosfera stavolta è stata molto rilassata e serena, abbiamo parlato con Gino e Gino, che si sono a lungo lamentati di come sia ormai facile prendere una multa, siamo poi passati nella stanza di Francesco, (cosa che come potete immaginare, non poteva che farmi piacere) dove lui mi ha saputo spiegare, con le sue nozioni da fisioterapista, le nozioni di biochimica per le quali prendere il sole rinforza le ossa. Abbiamo poi fatto un salto nella stanza del signor Giorgio e di Anselmo, dove, anche qui, abbiamo avuto la possibilità di chiacchierare del più e del meno. (E' incredibile come parlare del più e del meno in ambienti del genere, non corrisponde sempre a discorsi superficiali o forzati, come invece si potrebbe pensare!!!) Abbiamo poi fatto la conoscenza di un signore che è nuovo dalle nostre parti, si è trasferito da poco a Firenze per vivere con il fratello, e pur mostrando inizialmente un po' di timidezza e riservatezza, non ci ha privato dei suoi sorrisi che sembravano volerci dire che, con un po' di tempo, sarà ben felice di ricevere le nostre visite.
E così è passato anche il giro in dialisi, abbiamo terminato alla grande in una pediatria quasi desolata, dove però abbiamo avuto la possibilità di parlare con un neo-nonno, (ed il resto della famiglia) che ha ricevuto da Nuvola numerosi consigli (di indubbia utilità!) riguardo al come affrontare una colonscopia.
Tutto questo, con mia grande sorpresa nel giro di poco più di due ore; siamo usciti dall'ospedale che erano appena le 11 e abbiamo rigorosamente saltato la pausa sigaretta. Dopodiché abbiamo commentato come, pur essendo stata una giornata quieta e forse un po' sbandata, si è rivelato un turno molto utile, perché Nuvola,credo non così inconsapevolmente, durante la mattinata mi ha dato lo spazio di capire che non è davvero necessario dover per forza mostrarsi attivi con i gesti, la voce alta, le parole (che purtroppo possono finire per essere di circostanza) per essere un clown e costruire il proprio personaggio. Solo un turno tranquillo così poteva essere la condizione per capire questo, e per accorgersi veramente che anche il semplice chiacchierare può essere uno strumento di terapia.
Detto questo, ringrazio Nuvola di questo spazio e gli auguro vivamente di esser riuscito a superare il record di tempo senza fumare, che come mi ha raccontato, ammontava a 48 ore! Un caloroso abbraccio a voi clown!

Stringa

Nota di Nuvola: ebbene si, il record di tempo senza fumo è stato ampiamente superato, ad oggi siamo a 5 giorni di completa astinenza (da adesso il conto fatevelo da soli considerando che ho smesso domenica 24 allo scoccar di mezzanotte per entrare bene nel lunedì del turno). Devo dire che pensavo di stare peggio senza fumo e penso proprio che stavolta smetterò per davvero, l’unica cosa che mi dispiace è non poter andare nel futuro studio medico di Smemo con la sigaretta….vorrà dire che mi porterò dietro un fumatore che noleggerò per l’occasione!!!!

Nuvola

lunedì 25 agosto 2008

18 Agosto 2008

Salve a tutti, qua di seguito il report di Gomitolo del 18 agosto, per quello che riguarda il turno del 23 invece Rosetta non è potuta venire per cui ho fatto il turno da solo, è andato tutto bene ma siccome tra poco vi invierò anche il report di Stringa di stamani facciamo che salto a piè pari quello del 23 che sennò scrivo un sacco di cose e vi annoiate a leggerle tutte, ciao a presto.
Nuvola
Cari clown, scusate l'immenso ritardo ma complice il caldo ho dovuto fare da infermiera a mio nonno, mia mamma e la Diletta contemporaneamente.... Lunedì 18 agosto si ricomincia, nuovo turno, nuove esperienze, nuove facce.... Io e Nuvola ci troviamo, in un parcheggio desolato, alle 8 30 assonnatissimi e stanchissimi dai rispettivi viaggi incubo che abbiamo dovuto affrontare per tornare dalle vacanze, ma non certo privi dell'energia giusta per affrontare un nuovo turno... Appena arrivati, o meglio appena varcato la soglia dell'ospedale, ci troviamo davanti a Eugenio ? il simpatico ragazzo di psichiatria che ci ha letteralmente deliziato con una pseudo storiella su un gallo che cerca di salvare la terra..... Dopo questa simpatica parentesi entriamo in sala prelievi dove troviamo un po' di gente, non tanta, ma un po' di gente...entriamo subito in sintonia con le persone che vuoi per il caldo vuoi per lo stress di essere ad agosto in fila all'ospedale si rivelano veramente disponibili a fare due chiacchiere, ridere e scherzare con noi.. Facciamo subito amicizia con due anziane persone che si sono sentite male in vacanza..( ma che si può ammalarsi in vacanza ??!??) ; poi facciamo conoscenza con un sacco di persone che hanno superato i 75 anni ma che in confronto a noi sembrano dei ragazzini; la mattinata inizia in scioltezza e devo dire che come sempre è un vero piacere dispensare sorrisi e strappare una risata.. Dopo ci avviamo verso la dialisi in un ospedale deserto che fa quasi paura... Appena arriviamo in dialisi iniziamo dall'ultima stanza e subito veniamo avvicinati da un infermiere che ci dice di non entrare in una stanza perché si trova una persona molto malata.. (noi obbediamo non prima di aver sollevato alcuni dubbi e con la promessa di riparlare di questa cosa a settembre).. Nell'ultima stanza troviamo Gino e Gino in grande forma e ci fermiamo a chiacchierare un po' con loro ma soprattutto li liberiamo dalla stretta mortale dell'aria condizionata ( devo fare una premessa: io di solito sono di turno il sabato per ovvi problemi - leggi mi tengono solo il sabato la diletta- quindi queste persone le conoscevo veramente poco e mi sono limitata quindi ad ascoltare e a seguire i consigli di Nuvola).Nella seconda stanza troviamo tante persone che riposano, ci credo con questo caldo, ma soprattutto troviamo una persona spettacolare con un passato alle spalle veramente duro.. ( scusate ma non mi ricordo assolutamente il nome) , io mi limito ad ascoltare e ne sono completamente rapita.. Infine nell'ultima stanza troviamo un omone veramente simpatico che stranamente invece di lavorare con i suoi 7/8 cellulari se ne stava buono buono a leggere con un solo cellulare.... Uscendo da questa stanza veniamo fermati da una psicologa dell'ospedale che si occupa delle dimissioni di pazienti anziani e di persone con il femore rotto, ci fermiamo a parlare del rispettivo lavoro e successivamente ci lasciamo con la promessa di risentirsi a settembre per vedersi e magari poi iniziare una collaborazione insieme. Dopo ci dirigiamo in pediatria dove troviamo una situazione veramente tranquilla, in pratica c'era solo una ragazzina con una infezione urinaria; entriamo subito nella stanza e troviamo un clima veramente disteso e rilassato... la ragazzina è in compagnia della mamma e sono di origini eritree , subito mi sento a mio agio conoscendo molto bene questa comunità e subito parliamo dell'Eritrea, del cibo, della loro festa e troviamo pure delle amicizie in comune... Dopo aver fatto arrabbiare la ragazzina con proposte amorose di Nuvola, dopo aver portato un caffè ristoratore alla mamma, ci congediamo da loro non prima di aver regalato un po' di palloncini... Dopo pausa caffè, due chiacchiere, pausa cicchino e poi via a casa...... Fare il proprio turno subito dopo le vacanze è un po' stancante dal punto di vista fisico ma estremamente arricchente dal punto di vista emozionale.....Sono sempre più contenta... questa "cosa meravigliosa" mi riempie sempre di più il cuore.
A presto, un abbraccio gomitoloso
Dott.ssa Gomitolo

lunedì 11 agosto 2008

09 agosto 2008

Era da qualche mese che non vedevo Forma… è stato davvero bello fare di nuovo un turno con lui! Il turno con “Fromage” inizia sempre al parcheggio del Decathlon di Prato e durante il viaggio che ci porta a Ponte a Niccheri le parole sono l'elemento predominante, non esistono spazi vuoti ma solo bei discorsi che riempono la mente e fanno bene all'animo visto che le idee coincidono (discorso contorto ma forse lo avete capito:D).
L'ospedale era pressoché vuoto, a cominciare dalla sala prelievi… abbiamo quindi proseguito con l'intenzione di dedicare la maggior parte del nostro tempo alla dialisi. In pediatria abbiamo incontrato alcune mamme con neonati ma non ci siamo soffermati, abbiamo solo interagito con Leonardo, un bambino di 7 anni che era in una delle stanze con la mamma e il fratellino degente. Dopo qualche risata ed un palloncino, siamo andati verso la dialisi… durante il tragitto abbiamo incontrato una signora molto gentile che ci ha ringraziato per quello che facciamo (è gratificante quando si incontrano persone così) e abbiamo scambiato due chiacchiere con altri pazienti che aspettavano nella saletta d'attesa delle ecografie (o radiografie, non lo so con certezza...). Siamo quindi andati in dialisi dove ho prima parlato con la signora Eleonora di cavoli e zucchine e poi con Franco... e basta!!:) infatti,mentre Formaggino si girava tutte e tre le stanze (la quarta era chiusa), io sono stata intrattenuta da Franco e dai suoi aneddoti sulla sua gioventù e sulla sua famiglia! E’ stato divertente starlo ad ascoltare, è una persona davvero molto piacevole!! Mi è dispiaciuto un po' non avere parlato anche con gli altri, però sono stata contenta della scioltezza con cui mi parlava Franco e della sua voglia di confidarsi e di raccontarmi cose anche abbastanza personali!Dopo un po' (sinceramente non so quanto tempo fosse passato) Formaggino è venuto a recuperarmi e insieme siamo andati a salutare gli altri – pazienti e infermieri – prima di lasciare l'ospedale.
Turno tranquillo ma non meno pieno degli altri... una cosa che mi lascia sempre un po' perplessa è quando si incontrano persone, come alcune di quelle che abbiamo incontrato nella zona ecografie stamattina, che ci chiedono che cosa facciamo in una zona in cui di bambini non c'è neppure l'ombra… E’ normale che la gente pensi che noi esistiamo solo per fare ridere i bambini? Forse sì... ma se sapessero che tipo di situazioni ci siamo trovati ad affrontare nel reparto più ovvio, forse smetterebbero di pensare che "l'abito fa il monaco" (tanto per citare Forma)!!!

Un bacio a tutti, spero di rivedervi presto…
Rimba

Nota di Formaggino (ormai per tutti “Forma”, anche se tutt’altro che… in forma!):

Va be’… è agosto, fa caldo, sulle autostrade c’è il BOLLINO NERO, come su alcune banane c’è quello blu… su alcuni film c’è quello rosso…
Sapete, quell’aria di ferie, di smobilitazione… Si trova chiuso persino il gabbiotto del parcheggio, dove solitamente troviamo i nostri cari amici che ci accolgono per primi, a P. a N. (curioso! Ponte a Niccheri, scritto in forma di sigla, corrisponde al nome clauno del nostro amato Alessandro Mereu… non ci avevo mai fatto caso, prima d’ora… vedi a cosa può servire un Agosto?). Sì… magari c’è bisogno anche di “staccare” e non c’è niente di inumano in tutto questo. In questi momenti, però, penso ancora di più a chi NON PUO’ “staccare” un bel piffero. Mi spinge a una simile riflessione, soprattutto il contatto con gli amici dializzati, sempre, immancabilmente “attaccati” ai loro robot salvavita…
E noi, a cosa siamo attaccati? A noi, cos’è che ci salva la vita? Forse la fuga dalla banalità, dalle facili “gratificazioni” che ci fanno credere di essere qualcosa di più che simpatici perditempo…
Oggi ho sentito forte forte l’importanza di ammattire un po’, prima di entrare in ospedale. Voglio dire, l’importanza di abbandonare quell’inutile senso formale di “ruolo” e dar spazio alla natura autentica che sta dentro tutti quelli come noi, che sentiamo poesia nel vestirci come degli squilibrati, ma che abbiamo ancora bisogno di un camice e di un accattivante nome d’arte che ci possa “sdoganare”.

Stiamo vivendo un bel sogno, ma siamo ancora lontani dalla capacità di tirarci dentro quelli che – con parole mute – ci stanno chiedendo di farlo.

Scusate, ma oggi me sento un po’… er medico… ha ha ha!!!

Formag

06 agosto 2008

Evviva Ola!
E’ stato un onore poter “guidare” una Farfallina come lei (Farfallina è infatti il nome clauno di Entjola, detta Ola), che anziché seguirmi o affiancarmi, è stata lì, delicatamente posata sulla mia spalla, come uno spiritello benevolo. E’ stata fondamentale, la sua presenza, quando nel reparto di pediatria siamo entrati nella camera dove stava un bimbo albanese, la cui mamma parlava poche parole d’italiano. Io, che in albanese non so dire manco “buongiorno”, avrei avuto poche possibilità di incoraggiare quella donna, il cui figlio aveva subito un incidente (fortunatamente non grave) e che appariva smarrita, preoccupata, in ansia per la bambina più grande, lasciata a casa e in imbarazzo, per la difficoltà di comunicare con le persone. Solo chi è stato straniero (e non turista…) può forse capire il cuore di persone così. Ecco che arriva Ola e tutto diventa possibile, Ola è albanese, ma soprattutto ha un cuore e una grazia fuori dal comune. Con voce calma, con toni bassi – quasi sussurrati – ha a lungo parlato con la sua connazionale, mentre io “giocavo” e facevo sorridere il bambino. Ola ha incoraggiato e rasserenato quella donna, che quando siamo usciti dalla camera aveva una gratitudine immane dipinta sul volto. Evviva Ola!
E in Dialisi? Come si sarebbe rapportata ai pazienti questa giovanissima fata? Io non avevo dubbi: sarebbe stata brava anche lì. Infatti, con un’autonomia che non s’insegna, Farfallina ha svolazzato da un letto all’altro e non so di quante cose ha parlato e fatto parlare i pazienti, ma io la osservavo e mi commuovevo e – ve lo giuro – sarei rimasto per ore lì in un angolo a guardarla, per imparare a fare meglio questo mio lavoro.

Evviva Ola!

Formag

E' iniziato tutto con una serie di mezzi pubblici, all'inizio l'autobus a Prato, poi il treno e alla fine l'autobus a Firenze. Come mi è diventato un vizio ormai per forza dimentico sempre qualcosa e stavolta ho dimenticato il cellulare... oddio e ora come faccio a incontrarmi con Formaggino?
L'avevo visto una sola volta alla riunione di maggio e temevo di confonderlo con un altro... mi aveva detto che ci vedevamo al parcheggio grande e che era con la sua kangoo gialla. Sono entrata nel parcheggio e guardavo come un’idiota tutti quelli che venivano o scendevano dalle macchine e alla fine mi sono decisa di mettermi il camice e cosi è stato Formaggino stesso a riconoscermi e chiamarmi. Che sollievo! Perché davvero mi stavano venendo in mente tutte quelle cose...
All'inizio siamo entrati nella sala prelievi dove non c'era quasi nessuno e Formaggino scherzava un po’ con tutti facendoli ridere. Poi siamo andati in pediatria dove c'era soltanto un bambino albanese che Formaggino ha riempito di palloncini di varie forme in modo che alla fine portasse uno alla sorella (niente da fare: Oltion li apprezzava tanto che... niente alla sorella!!).Durante tutto il tempo nei corridori abbiamo chiacchierato di tante cose e sentirle da lui era come se te li diceva un santo (io non conoscevo Formaggino e quel giorno nel mio primo incontro mi sembrava come se lo conoscessi da una vita e ora che è passato una settimana ricordo tutto come se mi fosse accaduto ieri). Alla fine siamo andati in dialisi dove abbiamo incontrato molte persone, alcune delle quali le conoscevo dal mio primo turno, la signora Lina di cui Formaggino mi aveva parlato mentre salivamo le scale, il sig. Giorgio con cui ho parlato un po’ come sempre della sua vita molto pesante e delle sue sofferenze; il signore “delle critiche alla storia” (non ricordo il suo nome) e mi ha parlato anche di Giulio Cesare e altri personaggi della storia, mentre dall'altra parte sentivo le battute di Formaggino e le risate degli altri; poi un’altra signora che mi ha parlato delle sue badanti, della famiglia e del suo bel passato.
E' stato il mio secondo turno ma è stato molto diverso e altrettanto bello e indimenticabile quanto il primo. La cosa più bella e stata la lunga chiacchierata con Formaggino mentre mi portava a casa. Ringrazio ancora Formaggino di tutto.

Farfallina (Ola)

giovedì 7 agosto 2008

02 agosto 2008

In una parentesi felice di questa strana estate, s'insinua il turno.
Ero contenta di vedere “Forma” (sarebbe una contrazione di Formaggino – n.d.F.) era tanto che non facevamo un turno insieme, lo trovo un po' sbattuto, ma come varchiamo la soglia della pediatria.. ci accoglie Rosa, il suo sorriso ci fa svegliare, ci illumina, ci abbraccia. Chiacchieriamo un po' con lei, un caffè, arrivano anche le altre infermiere, poi il dottore, si forma un bel capannello è stata la prima volta che ho sentito la pediatria così calda. Il reparto è abbastanza vuoto, un ragazzino simpaticissimo che corre in sedia a rotelle per l'operazione a un testicolo, una cosa da nulla ma a tredici anni... iniziano ad essere parte sacra. Saltiamo da una giovanissima mamma, che è riuscita a mettere al mondo un vitellino, lei così minuta, c'è da chiedersi che scherzi o che miracoli fa la natura. Usciamo, torniamo giù, cavalli sciolti per la sala prelievi, nel risalire incontriamo una piccola “tuffatrice” di testa, è caduta, ha battuto la testa e i genitori erano preoccupati perché aveva vomitato due volte, non sembra particolarmente sofferente tanto che a vederci non fa altro che sorriderci, si innamora del mio naso e quegli occhi vivi son tutti per noi, che sensazioni..
In dialisi troviamo un grande Franco… certo il colpo della gamba non è semplice da attutire (Franco ha subito l’amputazione di una gamba, alcuni giorni fa – n.d.F.) ma ci ha tenuti un sacco a parlare di musica, delle sue ragazze in gioventù e di tutto un po'… è stato bello perché in quell'occasione il paziente è diventato un po' il clown nel senso che Franco è riuscito ad attrarre l'attenzione con i suoi racconti e alla fine dializzati e infermieri interagivano su ciò che lui stava raccontando… io e Forma eravamo quasi di troppo, scherzo naturalmente, forse siamo stati il mezzo per farli “uscire”. Un sacco di racconti, tanti spaccati… Forma riesce a trovare argomento di conversazione con tutti a volte è la mia invidia… grrrrrr… E' stato un turno in famiglia, rilassato, senza tensioni, senza il mio solito pallino fisso.. e ora io che cosa porto? che cosa dono a queste persone, a volte c'è proprio la paura di non saper cosa regalare.. questa volta… relax… per me una parentesi di relax.

Panzanella



Nota di Formaggino

Hei, niente male! Adesso “M’illumino” funziona anche da centro benessere per studenti stressati! Ah… avreste dovuto vedere l’espressione soddisfatta di Panza (ovviamente parlo di Panzanella, che io chiamo per praticità semplicemente “Panza”… mentre la mia panza, la chiamo Nella) mentre le applicavo la maschera decongestionante all’aloe falsa (quella vera non possiamo permettercela) e olio di jojoba. Poi l’ho immersa in un fango dell’Ombrone misto ad alghe del Mar Morto… anzi, forse erano semplicemente alghe morte. Insomma, deve aver funzionato alla grande! Sfido che Panza mi ha trovato un po’ sbattuto, non è un lavoro leggero quello di preparare maschere e fanghi alle 8 del mattino, soprattutto dopo aver passato una notte di… fango. Infatti avevo dormito da schifo.
In quanto a Franco… eh, caro Franco… caro Franco nostro! Quanta angoscia nel mio cuore, in tutti questi giorni! Tutti questi giorni che hanno preceduto la nostra visita al turno del sabato! E qui davvero “Che cavolo gli dico? Che cavolo gli faccio?” Ma poi è bastato non farsi condizionare dai suoi (troppi) colpi di tosse… e lasciare che parlasse di quante ne ha combinate ad alcune ragazze che – a suo tempo – ebbero la ventura di entrare nel suo mirino. Che storie!
Ora vi saluto e vado a farmi un massaggio drenante con mazzuolo e scalpello del Caucaso.

Formaggino