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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


sabato 29 novembre 2008

29 Novembre 2008

Ciao a tutti!!! Di solito aspetto un po’ prima di scrivere il report, stavolta invece ho deciso di scriverlo appena arrivata a casa. E’ stato un turno davvero bellissimo. Eravamo in tre: io, Nuvola e Gorkij. Ero come sempre molto nervosa e un po’ timorosa perché non sai mai cosa ti aspetta ma l’energia, la forza e la vitalità di Gorkij mi hanno subito trascinato e devo dire che facevo fatica a stargli dietro. E’ stata la mia “guida” per tutta la mattina. In sala prelievi abbiamo contagiato un po’ di persone con i nostri sorrisi e devo dire che mi sono sentita accolta più delle altre volte. In pediatria c’era solo qualche neo-mamma e Nuvola ha saputo capire le loro piccole paure e usare le parole giuste per tranquillizzarle. In dialisi come sempre ho provato le emozioni più forti. Ho parlato con il Signor Franco (sono una frana con i nomi quindi chiedo scusa se ho sbagliato) che mi ha raccontato la sua passione per il Milan. Gli avevano amputato una gamba, deve essere un dolore tremendo, eppure lui aveva gli occhi più belli che io abbia mai visto, brillavano dell’amore per la vita che spesso nella vita di tutti i giorni ci sfugge. Ho parlato un po’ anche col signor Nello che sembrava aspettarmi come se fossi sua nipote passata a trovarlo e ho tenuto stretta la mano del Signor Tito, gesto semplicissimo eppure con un significato enorme. Molte di queste persone stamattina mi ha detto grazie ma credo di essere io a dover ringraziare loro e tutti voi.

Schiettina

P.S.: spero di non aver fatto troppo casino con i nomi!

Nota di Nuvola: Aggiungo solo due parole per Gorkij (o meglio, come lui preferisce essere chiamato, la Dottoressa Oliviona), è una persona straordinaria, quando ti si mette davanti e ti dice:”Buongiorno sono la Dottoressa Oliviona e ora ti opero…..hai paura?” non puoi far altro che sorridere e apprezzare il suo impegno e la sua meravigliosa spontaneità. Stamani poi aveva una bella aria dolce dolce, quando un bimbo piccolo aveva paura del prelievo lui lo ha guardato e in maniera semplice ha detto.” Non ti preoccupare” e si capiva proprio che non si doveva preoccupare, non so se ho reso l’idea ma lui non lo dice come faccio io, con lui si sente che è più vero, abbiamo parecchio da imparare da lui secondo me. Stamani poi è venuto anche in dialisi e ci siamo divisi, lui e Schiettina da una parte e io dall’altra, anche perché lui va dove e come vuole e va bene così, appena passavo dove erano stati loro tutti mi dicevano.”Sai che è passato a trovarmi anche quell’altro” e si capiva che avevano apprezzato tanto. Schettina poi è stata la sua compagna ideale della mattinata, e questo mi è piaciuto molto, brava Schiettina.

Nuvola

mercoledì 26 novembre 2008

24 Novembre 2008

Ecco a voi il report di Luna, devo dire che è stata molto brava soprattutto quando ha lavorato con un bimbo piccolo ed è stata molto efficace stabilendo con lui un bel rapporto, abbiamo trovato qualcuno arrabbiato per la lentezza della sala prelievi (anche se chi lavora là non è per niente lento, sono persone brave, professionali e si rapportano a quasi 200 persone diverse ogni giorno)devo dire che sono proprio contento di lavorare in sala prelievi e di inizare così il turno, alla fine della mattinata poi ci siamo fermati di nuovo con le infermiere della sala prelievi, che nel frattempo avevano finito il loro lavoro, e abbiamo cercato di incoraggiarle ad avere pazienza e comprensione, speriamo di esserci riusciti almeno un poco. Ciao a tutti.

Nuvola

Oggi ho fatto il mio terzo turno, ma il mio primo con Nuvola....abbiamo iniziato il nostro giro partendo dalla sala prelievi..c'era tanta gente in fila ad aspettare e Nuvola ha iniziato a giocarci...ma c'erano alcuni che borbottavano (peggio di una pentola a pressione) dicendo che facevamo più danno che utile...perché Nuvola aveva fatto andare avanti la numerazione della sala d'aspetto, una volta andati via dalla sala prelievi siamo andati in dialisi abbiamo parlato con un po' di degenti, salutato Francesco...in una stanza non siamo entrati poichè ci hanno detto che non era il caso...da lì siamo saliti in pediatria e ci siamo informati della situazione, nella stanza arcobaleno c'erano due ragazzini più grandi dove con Nuvola abbiamo scherzato e al ragazzo che aveva fatto l'incedente con lo scooter Nuvola gli ha modellato un palloncino a forma di moto...più avanti mentre si andava via dopo aver visto più bimbi appena nati stavamo per andare via quando abbiamo incrociato sul nostro percorso Niccolò un bel bimbo biondissimo e con gli occhioni neri di 2 anni e mezzo con una parlantina spettacolare...abbiamo iniziato a giocarci e accompagnato insieme alla mamma a fare una visita entrati nella stanza Nuvola gli ha modellato un palloncino a forma di spada, io gli ho dato la mia penna a forma di struzzo per giocare, dovevamo aspettare una mezz' ora perché gli potessero fare il prelievo...e siamo scesi al bar per prendere un caffè e parlare con le infermiere alla reception dove li abbiamo conosciuto una signora egiziana che lavorava li in ospedale come mediatore culturale...passata la mezz'ora siamo risaliti in pediatria e abbiamo visto che Niccolò aveva già finito ed era tranquillo per il prelievo, ma allo stesso tempo era agitato perché voleva tornare a casa, abbiamo salutato le infermiere siamo scesi e andati via..così termina il nostro giro..

anche se non ho fatto molto..veder lavorare Nuvola e molto bello...che come un fiume in piena o un tornado con la sua genialità e la sua energia ti travolge.

Grazie di tutto

LUNA



Un sorriso

Un sorriso non costa niente e produce molto arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perché è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perché nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.

lunedì 17 novembre 2008

17 novembre 2008

Era il mio terzo turno con Formaggino, all’incontro a Prato eravamo sia lui che io 5 minuti in ritardo, però alla fine siamo arrivati precisi all'ospedale ed è ciò che conta, no? Abbiamo fatto diversi discorsi per strada parlando di una parte della nostra vita, più precisamente di un’esperienza comune nel senso "dello straniero", io proprio come tale e lui “da giù a qui”, cioè da meridionale in Toscana; poi delle relazioni e del modo di come si concepisce l'amore ora... insomma sono usciti fuori dei bei discorsi che a parlarne con Formaggino, che ti racconta delle proprie esperienze, ti da dei consigli meravigliosi e ti fa capire tante cose importanti.
Siamo entrati nell'ospedale, abbiamo scambiato qualche parola con la mediatrice culturale, e con qualche altro persona, andando verso pediatria. Qui c'erano soltanto due bambini ricoverati: Denis di tre anni, un bel bambino albanese (eh infatti non dice male Formaggino che quando ci sono io gli albanesi ci saranno di sicuro) e Simone di 13; poi c'era una bambina piccina di 1 anno che ha fatto il prelievo del sangue, tutta carina e sorridente e che a quanto pare le piaceva un sacco il mio naso rosso che ogni tanto me la voleva strappare. Simone invece era un bambino (se posso chiamarlo cosi) secondo me un po’ tanto speciale e che da grande quello di sicuro farà davvero grandi cose. E’ stato un vero piacere incontrarlo, perché in realtà ragazzi di 13 anni (forse anche quelli di 18) che ragionano come lui credo non ce ne siano tanti in giro.
Poi siamo andati in dialisi, sempre salutando e facendo qualche piccola chiacchiera con le persone in sala d'attesa (che infatti come dicevamo anche con Pietro della dialisi, ti mettono un po’ la tristezza quando li vedi che stanno lì ad aspettare senza nemmeno un giornale in mano). Abbiamo iniziato nella stanza della famosa coppia Gino&Gino che sentivo cosi tanto nominare nei report ma non riuscivo ad associare le loro facce con i loro nomi, pur avendoli incontrati per diverse volte. Ci siamo messi a parlare con la sig.ra accanto a loro alla quale Formag diceva un po’ della nostra situazione e del nostro lavoro. Poi siamo andati nella stanza dove c'era Francesco ed il sig, Pietro con il quale ho chiacchierato a lungo e m'ha raccontato un pochino di tutta la sua vita, dei libri che aveva scritto, di come diventò uno scrittore di cronaca; dei rapporti con sua moglie ed i suoi figli... di tante cose che dopo e anche ora ci sto a pensare di come è brutta la vita qualche volta, come ci mette davanti a prove e scelte difficilissime, che possiamo rimpiangerle per tutta la vita. Diceva che almeno i sui figli gli erano grati, ma lui? La sua vita? Sono rimasta con lui a chiacchierare per tutto il tempo mentre Formaggino incontrava quelli dell'altra stanza...per me è stato un piacere enorme parlare con lui e la sua storia mi ha commossa tanto e mi rimarrà a lungo nella mente. Ho ritrovato il "grande Formaggino" e ci siamo messi a scendere le scale... Tutti i miei turni, non lo posso negare, sono stati bellissimi ed utilissimi... però a dire il vero c'erano delle volte e delle situazioni in cui mi sentivo "forse di troppo", a non far niente ed a volte lo legavo al fatto di esserne straniera e che in certi discorsi, specialmente quelli fatti in sala prelievi, mi perdevo... oggi sono felicissima perché non mi sono sentita nemmeno per un istante come una cretina che sta li senza fare o dire niente e non me lo porto ora quel vuoto allo stomaco... tranne per il fatto che sempre si cerca di fare di più, di più... Questi due giorni, sia il turno che il giorno prima, il giorno della riunione, sono stati bellissimi, con tante cose nuove e tanti bei consigli: Ora si che mi sento 28 anni,NO? (come aveva detto Nuvola, sbagliando sulla mia età...)
Ringrazio Formaggino e Nuvola di tutto e tutti voi e non credo smetterò mai di dire quanto sono stata fortunata ad incontrarvi.

Ola (dottoressa Farfallina)

13 novembre 2008

Oggi ho fatto il mio secondo turno da clown, e devo dire che ero molto più rilassata.
Ora inizio a raccontare la mattinata:..
...entrati in ospedale e lasciati gli ombrelli...si inizia il nostro giro... (con una piccola deviazione al bar, dove abbiamo preso un caffè con la carissima Giovanna dell’ufficio relazioni con il pubblico)... arrivati in pediatria ci informiamo sulla situazione dei vari bimbi, anche se in una stanza ce n'erano 4 un po' cresciute, tra cui Alessandra, che Formaggino aveva conosciuto in occasione del turno precedente (alla mamma “giravano” parecchio e abbiamo fatto del nostro meglio per incoraggiarla, con risultati incoraggianti)...dopo aver chiacchierato anche con le altre ragazze e rispettive mamme, Formaggino ha modellato dei palloncini e li abbiamo regalati a tutte (io ho fatto da "assistant", perché avevo una borsetta da dove Formaggino estraeva palloncini, come se fosse un cilindro da dove sbucava fuori un coniglio)...poi siamo passati da due bimbe bellissime: Maddalena di 5 anni e Rebecca di 2 anni (anche li con la solita borsetta) e ci siamo soffermati abbastanza, soprattutto da Maddalena, la cui mamma aveva bisogno di ridere e chiacchierare. Mentre si andava in dialisi abbiamo incontrato in una sala d'attesa un signore leccese di 93 anni con una forza d'animo e una vitalità che può fare invidia benissimo a noi giovani...avessi avuto un po' più di tempo sarei rimasta li a chiacchierare con lui volentieri...magari anche in dialetto leccese, penso gli avrebbe fatto piacere....in quei pochi minuti ha parlato delle sue nozze di diamante festeggiate a 60 anni di matrimonio...e poi mentre andavamo via ha detto una frase che deve far riflettere tanto: un saggio, leggendo su un traliccio, “Chi tocca muore”, disse: "perché toccare, quando si deve morire comunque"...
Abbiamo fatto anche in tempo a fare amicizia con Mohammed, mediatore culturale: un giovane marocchino che parla 5 lingue e ha un sorriso che parla di pace.
....arrivati in dialisi si è visto il punto della situazione e si è iniziato il giro nelle varie stanze...dove mi sono messa a chiacchierare con Dina che mi ha raccontato un po' della sua vita, e ha voluto sapere qualcosa della mia...e mi ha congedata dicendo che se abitavo da sola mi avrebbe voluto con lei a casa sua per farle un po' di compagnia visto che è sola, poi in un altra stanza ho conosciuto un’altra donna...che aveva un sorriso bello di quei sorrisi caldi, che arrivano all'anima...e lei ha iniziato a parlare di ricamo e del fatto che si è rovinata la vista, e poi io le ho detto che anch’io ricamo che mi piace usare l'uncinetto, dopo usciti dalla stanza e finito il giro siamo andati alla macchina di Formaggino...e da li si è fatto ritorno a casa..

il turno di oggi anche se sono ancora agli inizi mi ha dato molto e vedere quelle persone anziane con un bagaglio di vita alle spalle enorme e con quella forza...che era contenta di vederci...mi fa piacere perchè vuol dire che a qualcuno siamo utili...per passare qualche attimo a non pensare ai loro problemi e ad allegerire la loro attesa in ospedale.

spero di non aver dimenticato niente...e scusate se sono stata prolissa...

Ciao a tutti...ma proprio tutti tutti...vi voglio bene....
...come farei senza un gruppo come voi??? :)
Luna

Voglio aggiungere un piccolo regalo per tutti voi...

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento di una splendida felicità.
(P. Neruda)

martedì 4 novembre 2008

03 novembre 2008

Beh, mi trovo un po’ in difficoltà a scrivere questo report, per due motivi. Il primo è che ho un raffreddore atroce e non sono molto lucida (durante il turno, ho addirittura vomitato catarri nel bagno di dialisi!). Il secondo, molto più importante, è che mi sembra che quello che ho provato stamani non abbia molto a che fare con il progetto, o forse si, non so, sono confusa. Comunque cercherò di farvi capire perlomeno il senso delle mie elucubrazioni mentali di stamani, è una cosa molto intima e ancora ne sto elaborando il senso, ma vi capirò se rinuncerete alla lettura del report.

Dunque, in pediatria è stato tutto tranquillo, 4 neonatini e due bimbi più grandi che sono stati molto felici della nostra visita. Un segno molto positivo è stata la richiesta della nostra presenza da parte di un medico del reparto, che si occupa delle prove allergologiche.
E poi dialisi... già, dialisi. Un effetto strano stamani quel reparto, davvero. Con Formaggino abbiamo avuto modo di parlare della ciclicità delle famiglie, del modo in cui certi errori tendano ad essere ripetuti di generazione in generazione e di come io avessi paura di essere schiava di un destino che non volevo. Ma per fortuna non è così, ognuno è libero di crearsi il proprio destino e può, anzi deve, cercare di correggere i propri errori, soprattutto quando li vede nei suoi cari e si accorge di dove li abbiano portati. Poi c’è chi non si accontenta, chi, come me, vuole cercare di far capire anche agli altri dove sbagliano e vuole capire cosa li abbia portati ad avere certi comportamenti (si, lo so, sono insopportabile ma lo faccio perché voglio vederli felici!!). Questi pensieri mi ronzavano già in testa stanotte e l’esperienza di stamani mi ha offerto una diversa chiave di lettura: la comprensione diretta, una connessione. E’ stata fondamentale. Formaggino mi ha lasciata da sola per qualche minuto con una paziente in dialisi e, dopo un primo sguardo, non ho più visto le cose normalmente. Ho visto un uomo anziano che, come la paziente che avevo di fronte aveva una famiglia, un lavoro, una vita e tanta tanta voglia di combattere, difficilmente si rassegnava a dover essere legato ad una macchina quasi tutti i giorni, non voleva, odiava dover stare lì. E poi ho visto un ragazzo di vent’anni, che come me si trovava a confrontarsi con una dura realtà, con tutte quelle macchine strane, a vedere il sangue nei tubicini e a sentire quell’odore strano, di chiuso, a dover portare suo padre lì un giorno si e un giorno no, sacrificando la sua vita pur di vederlo guarire. E così per anni e anni, dolore e rassegnazione di un figlio che ha dato tutto per il proprio padre. Un giorno il ragazzo, ormai cresciuto, ha detto al padre che sua moglie era incinta, il padre ha risposto semplicemente: “Sarà una femmina”. Mio nonno è morto, e otto mesi dopo quella strana premonizione sono nata io. Ecco, non sono sicura che questo sia un report giusto, ma una cosa è certa: sarò sempre riconoscente a quest’esperienza di avermi permesso di avvicinarmi un pizzico di più a comprendere mio padre mio padre, forse questo mi aiuterà a stargli meglio accanto, o forse aiuterà solo me, non so, comunque grazie.

Sole

sabato 1 novembre 2008

29 ottobre 2008

Turno tranquillo e piacevole... in pediatria situazione stazionaria, nessuna prova allergica, solo qualche ragazzino con cui parlare e scherzare...
poi in dialisi, pazienti nuovi da conoscere e i già conosciuti o addormentati, o vogliosi di parlare, o un po' malmessi e quindi desiderosi di stare da soli... la prima mezz'oretta l'ho passata da sola, Formaggino si era fermato a parlare con un dottore... paura di non essere all'altezza, di sembrare meno credibile, un'ombra senza corpo, una cosa del genere...
Sono andata a ripescare Forma e con lui siamo stati nella stanza dello scrittore (Pietro Cipollaro) persona ricca di cose da raccontare, un baule di avventure ed esperienze... Sarò un po' più assente del solito dal progetto...ma nel frattempo cercherò di vivere la mia nuova esperienza Reggiana portandomi dentro l'energia accumulata in questo meraviglioso anno clownesco...Un forte abbraccio a tutti!!
Rimba

22 ottobre 2008

TROVA IL TEMPO DI RIFLETTERE,
E' LA FONTE DELLA FORZA .
TROVA IL TEMPO DI GIOCARE,
E' IL SEGRETO DELLA GIOVINEZZA.
TROVA IL TEMPO DI LEGGERE,
E' LA BASE DEL SAPERE.
TROVA IL TEMPO D'ESSER GENTILE,
E' LA STRADA DELLA FELICITA'.
TROVA IL TEMPO DI SOGNARE,
E' IL SENTIERO CHE PORTA ALLE STELLE.
TROVA IL TEMPO DI AMARE,
E' LA VERA GIOIA DI VIVERE.
TROVA IL TEMPO D'ESSER CONTENTO,
E' LA MUSICA DELL'ANIMA.

Antica ballata irlandese


.... già il tempo.... ci sono attimi, secondi, momenti, ore, giorni, settimane, mesi, anni... spesso non si da il giusto peso e il giusto valore al tempo... quello che può sembrare poco per noi, per altri può servire per salvare una vita. Fermiamoci a riflettere se veramente riusciamo a capire l'importanza del tempo... quel tempo che trascorriamo con gli altri, e per gli altri, con noi stessi e per noi stessi....
Quello che regaliamo, a volte, è solo un sorriso di un attimo ma in quell'attimo è racchiuso tutto il valore e il senso della nostra vita.
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