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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


domenica 28 dicembre 2008

27 Dicembre 2008

Cari clauni e amici questo è il report che conclude quest'anno di lavoro insieme poichè avrei dovuto fare un turno domani ma ho beccato il raffreddore per cui domani si salta e si va direttamente al 3 Gennaio con Stringa, voglio augurare a tutti voi uno splendido 2009 ricco di tutto ciò che volete, ringrazio tutti i clauni del progetto m'illumnino d'immenso per tutto ciò che hanno fatto, per tutti i turni coperti con amore e dedizione e per aver portato avanti una cosa che a me sembra degna di continuare, almeno a me avete dato tanto e vi ringrazio di cuore per questo e penso di potermi permettere di dire che anche Formaggino, Patrizia e Virna pensano la stessa cosa, vorrei inoltre dire un grazie davvero particolare a tutti quelli di "Cori Ensemble" , a Claun Tuono, a Isabella Frati e Anna Militello che sono state le perle del 2008 per quello che ri guarda la mia esperienza di claun poichè era tanto che volevo riuscire a collaborare con altre associazioni in maniera costruttiva e pacifica cercando di fare amicizia e non la guerra e siccome loro me lo hanno permesso ci tengo a ringraziarli di cuore poichè dimostrare come si sviluppa il dialogo in concreto è la cosa da fare oggi visto i tempi che stiamo attraversando in cui tutti litigano fra di loro, siccome adesso mi sto accorgendo che manca solo che m'affacci alla finestra di casa mia e che benedica tutti voi in tedesco smetto e vi saluto lasciandovi al report di Ola.
Nuvola XVI
Ero un po’ malata e per tutta la strada non ho pensato a niente...boh non so se vi è mai capitato una tale situazione : tu sei lì, vedi tutto intorno a te,senti e nel frattempo non pensi a niente oppure pensi a tante cose contemporaneamente che alla fine non capisci proprio niente. Mi sentivo così strana quella mattina forse perché c'avevo da quasi una settimana la tosse,la febbre e il raffreddore. Ho incontrato Nuvola al parcheggio che mi aspettava in macchina ,ci siamo subito incamiciati e siamo entrati all'ospedale. In sala prelievi c'era poca gente,abbiamo regalato dei segnalibri a tutti e ci siamo messi a parlare...e poco a poco mi sono messa ad interagire....pianpiano stavo uscendo dal quel mio strano mondo dove non ho ancora capito chestavo a fare,probabilmente la statua...Durante il turno sono usciti fuori dei bei discorsi ed ho imparato tante cose:da un discorso con una signora in sala d'attesa ho imparato che una delle cose più importanti che bisogna insegnare ad un bambino è l'educazione civile; da una bambina del Kosovo ho imparato quanto è bello conoscere la storia del tuo paese e dei tuoi antenati; dal discorso con Matteo della dialisi ho imparato che anche la malattia, come ogni altra cosa in questa vita, ha un lato positivo e uno negativo…l’importante é riuscire a non vedere soltanto il lato negativo ma andare oltre ,saper valutare anche quello positivo poiché è questo che ti manda avanti,che ti dà la forza di accettare,di lottare e di migliorare,che ti da la possibilità di sentirti vivo,di amare e lasciare che gli altri ti amino,di sentirti felice,di ridere e di piangere...so che è tanto difficile accettare la malattia,sapere che una cosa dentro di te non funziona tanto bene,essere ricoverato,passare il tempo fra quattro muri,vedere tutte quelle apparecchiature,il tuo sangue che entra ed esce da una macchinetta....ma è vero però che questa cosa fa di te una persona diversa, potrei dire migliore nel senso che in queste condizioni apprezzi meglio le cose che hai,non ti lamenti per le più piccole difficoltà che la vita ti manda,forse impari dove devi lottare e come, ma è certo che avrai un comportamento migliore avendo sviluppato la pazienza,che è la qualità che manca alla maggior parte delle persone.
Con affetto.
Ola

domenica 21 dicembre 2008

19 Dicembre 2009

Eccomi qua a scrivere il mio primo report…è sempre un po’ difficile “reportare”…all’esterno le sensazioni provate dentro di noi, scriverle, ma è un buon esercizio e ci fa comunicare.
È molto bello ed importante per me essere in ospedale, avere la possibilità di esprimermi in questo contesto, grazie.

Per iniziare potrei raccontarvi le cose che ho detto al Dott.Nuvola appena usciti, cioè che mi sento molto bene in questi panni: ascoltare le persone…cercare di comunicare..essere presenti nel momento in cui si è…cercare di sorridere davanti e dentro le difficoltà che ci si presentano tutti i giorni(come le malattie per esempio).
E’ da sempre che lo faccio, ho passato un sacco di tempo della mia vita a parlare con gli altri: parenti amici, sconosciuti.
Per un lungo periodo ho creduto fosse inutile, perché parlare non ti dà da mangiare, poi invece ho capito che parlare serve a molto è per me la base di tante cose, serve a crescere, a confrontarsi, a sentirsi meno soli ad alleviare le sofferenze e a condividere le gioie e ci sarebbe una lunga lista…ma l’ospedale…
Entrare già vestiti pronti…via…sala prelievi…seguo i passi del Dott. Nuvola e della Dott.ssa Sole, mi faccio portare…prendo confidenza con l’ambiente, sento il mio clown cosa mi dice…bei momenti, vedere delle signore sorridere…entrare nella stanza dei prelievi e far sorridere una ragazza che era tesa.
Poi passiamo su in dialisi Gino, Gino, Pietro, Francesco, Giorgio, Margherita…sento che la difficoltà verrà con il tempo, nel ricordare le cose che ci raccontiamo, portare avanti le relazioni…ma per adesso sento la voglia di farlo e mi impegnerò.
Nel reparto di pediatria-neonatologia, c’è stato un bambino che appena è entrato il Dott.Nuvola si è spaventato, così ci ha detto di entrare a me e a Sole, perché donne e spesso i bambini accettano meglio la figura femminile.
Stavamo lavorando con un bambino quando la Dott.ssa Sole si è accorta che il bambino spaventato aveva ricominciato a piangere perché gli facevamo paura, così siamo uscite velocemente.
Riporto questo momento sia per dire che la Dott.ssa Sole è stata molto brava nell’accorgersi del bimbo che per dire la mia difficoltà di essere stata molto attenta al bambino con il quale stavo interagendo che non mi sono accorta del pianto dell’altro.
Mi sono resa conto quanto è difficile quando si è concentrati su una cosa avere uno sguardo d’insieme e mi sembra molto importante lavorare con questi “occhi larghi”, perché in una stanza d’ospedale passano infermieri, dottori e credo sia importante imparare a stare attenti affinché il nostro lavoro non sia d’intralcio al loro.
Adesso scrivendo mi fermo un attimo a riflettere e mi domando: ma a me che mi serve essere li, vivere questi momenti in ospedale?
Mi fa sentire utile? condividere la sofferenza altrui mi aiuta a vivere meglio anche la mia? Partecipare al dramma della morte (il quale purtroppo in certi reparti ricorre) mi aiuta ad apprezzare meglio la vita? A cercare di essere il più possibile “qui e ora” ?
Tante domande che restano aperte senza necessità di risposta immediata.

CiaoOOOOOOo miaooOOO baoOOOOO….

Un abbraccio para todos

Dott.ssa Cocci Nella

E adesso ecco a voi il report della Dottoressa Sole che conclude così i report del 19 Dicembre, ciao a tutti.
Nuvola

Nel turno di venerdì mi sono trovata molto bene. Sto cominciando a sentirmi più a mio agio all’interno dell’ospedale, come se ormai riuscissi a concentrarmi più sui pazienti riuscendo ad isolarli dal contesto. A parte questo il merito va anche al fatto che eravamo in tre ed era impossibile non sentirsi coinvolti dalla forte energia positiva della dottoressa Cocci Nella. Vorrei parlare di una paziente che mi ha colpito in particolar modo, si tratta di un’anziana signora che ho conosciuto in sala prelievi. Mi sono fermata a parlarci e mi ha raccontato che faceva la contadina in un paesino degli Appennini e di quanto abbia sempre lavorato e si sia data da fare nella sua vita. Mi hanno subito affascinata i suoi racconti, la sua aria fiera e lo sguardo intelligente; mi ha parlato dei suoi vari impieghi, di come sia sempre andata avanti nonostante tutto, di quando è stata messa al muro dai tedeschi. Mi ha dato molti consigli come la lealtà, il rispetto e l’importanza di essere sempre se stessi e di esserne orgogliosi; mi ha parlato di un mondo genuino nel quale si mangiava poco, ma almeno si sapeva cosa si mangiava. Mi ha poi stupita parlando della riforma dell’università, suggerendo che si dovrebbero dare i soldi ai giovani, allo studio e alla ricerca invece di andare a fare le guerre. E’ stato molto bello sentirla parlare, sono gli insegnamenti come i suoi che andrebbero dati ai giovani! Alla fine della conversazione le ho appunto detto che dovrebbe venir lei a farci lezione e lei ha risposto: signorina, ma io ho solo la terza elementare! Questo dovrebbe far riflettere, soprattutto noi di medicina, una facoltà in cui sembra che lo studio sia tutto mentre non ci si rende conto che non è solo quello a renderci le persone che le persone che vorremo essere, ne rappresenta una piccolissima parte. Un’altra cosa che ci tengo a segnalare riguarda la considerazione del paziente. Con Nuvola abbiamo parlato del fatto che è importante dare ai pazienti il potere di scegliere se vederci o meno, soprattutto perché loro già si trovano in una condizione dove il loro potere decisionale è ristretto. Partendo da questo vorrei sottolineare il lato positivo dell’ essere tanti clown con tante personalità diverse. Inevitabilmente interagiamo con i pazienti in modi diversi ed è importante anche dare la possibilità a questi ultimi di preferire un modo di fare rispetto all’altro; è stato bello lavorare in tre perché abbiamo agito come un gruppo riuscendo ad arrivare a molti pazienti con tante chiavi di lettura diverse, con approcci diversi. Il successo di uno (menziono in particolare la bravura eccezionale di Cocci Nella con la paziente Margherita, vederla ridere è stata una grande conquista) è stato il successo di tutti e tutti ne abbiamo gioito.
A presto, baci e auguri a tutti!!!!!!!!!!

Sole


sabato 20 dicembre 2008

Sabato 20 Dicembre 2008

"Sapere che vivo grazie a quella macchina non è facile,se non esistesse lei non esisterei io" questa è una delle frasi che mi ha detto Matteo. Ti porta tutto quanto di lui,i suoi dubbi,le sue riflessioni,le cose che ha imparato grazie alla dialisi...lui dice proprio Grazie,con un coraggio limpido,e i suoi 18 anni non si notano. In 10 minuti mi ha parlato di come intende la vita,la morte,i valori. Ad un certo punto mi sono commossa,mi sono sentita simile a lui e alle sue sensazioni,è stato intenso. Soprattutto quando mi ha spiegato la fatica nel vedere le giornate e sentirle "giorno per giorno" sapendo di essere dipendente,e di sentire il bisogno,della macchina della dialisi. Un ragazzo pieno di gratitudine per le persone che gli stanno accanto,pieno di ardore...in dialisi oggi è stato difficile trovare proprio l'ardore per la vita negli occhi delle persone, a volte mi vergognavo a dire Buon Natale,è un gesto gentile,ma cosa vuol dire Buon Natale se sei a terra? Per me vuol dire cerca di stare bene...ma se pensi al Natale e vedi che però tu stai male,ti viene la tristezza, è normale...A parte questo,il gesto d'amore che abbiamo dato tramite il segnalibro è stato prezioso secondo me...più dei regali luccicosi che il presidente della Regione Toscana Dottor Martini ha dato a fine mattinata ai bambini di Pediatria...quando ha salutato con la stretta di mano una bambina troppo bella delle Filippine dopo avergli dato il regalo,mi sono sentita in imbarazzo...comunque Nuvola mi ha stupito,dice di essere troppo impulsivo,invece ragiona sulle cose,ALL'INIZIO NON CI VOLEVAMO ANDARE a far scena col presidente della Regione,poi,parlando con la direzione Sanitaria,abbiamo cambiato idea;l'obiettivo era il Dottor Gemmi,e fare un gesto carino nei suoi confronti. Grazie a Matteo e a Franco che mi ha fatto ridere delle sue storie riguardo ai giornalini porno...Grazie ragazzi (includo nel ragazzi anche Forma Nuvola e Gomitolo ovviamente:-),vi auguro,un Buon Natale,non per convenzione,ma perché per me l'augurio vale dal cuore...a tutti i nuovi e a quelli che hanno passato con noi parte di questo viaggio!!! Happy Christmas!
Giraffina

martedì 16 dicembre 2008

15 Dicembre 2008

Arrivare impreparati è ormai quasi normale, ma la vita ti sconvolge e ti tira per le orecchie quando te ne stai sotto un ombrello vestita da clown a pensare "non ce la posso fare". Perché ciò che mi insegna la vita oggi è che se la fretta, le difficoltà, la tristezza ti affliggono arriva un momento in cui tutto questo si mescola tra le vite di persone che ti donano frammenti di loro, ricordi pieni di gioie e dolori, vissute con una malattia che le rende vive, che le rende pulsanti, che le rende ansiose, tristi e colleriche, che le rende semplicemente umane. E stamattina sotto un cielo velato di nuvole con una Nuvola per guida ho riscoperto come sorridere apra l'anima, come ascoltare nutra il cuore, come stringere una mano dia il calore necessario per non sentire il freddo. E di visi incontrati, di briciole raccolte, ne porto a casa molte sapendo che mi stanno sfamando aiutando il mio cuore a non perdere la gioia di lottare per essere vitali, per impegnarmi a cambiare...

Briciola

mercoledì 10 dicembre 2008

Addio al maestro Franco Rosi

Carissimi clauni e amici, apro oggi la posta e trovo una notizia che mi rattrista molto, Franco Rosi (il maestro di golf paziente della dialisi) è morto due giorni fa, ho chiamato stamani il golf dell'Ugolino per sapere se facevamo in tempo a partecipare al funerale ma mi hanno detto che è stato celebrato ieri, che dire? E' morto per bronchite a soli 70 anni, 70 anni vissuti egregiamente e realizzando grandi cose, viaggiando per il mondo, ispirando molte persone grazie al fatto che fosse un ottimo insegnante di golf, abbiammo giocato anche a golf insieme in ospedale con una mazza fatta coi palloncini e una palla di spugna e non scorderò mai il fatto che mi rimproverò d'aver fatto coi palloncini una mazza orribile, ma d'altra parte coi palloncini che altro si può fare? Aveva da poco perso la moglie e ne parlava con me con molta confidenza, è stata una perdita piuttosto grave per me, vorrei ricordarlo con l'articolo della federazione nazionale del golf che vi incollo qua di seguito, se qualcuno volesse fare le sue condoglianze al figlio Simone mi telefoni che gli do il suo numero di cellulare (non lo scrivo sul blog per ovvie ragioni di rispetto e privacy). Ho appena chiamato suo figlio Simone per fargli le condoglianze e mi ha ringraziato, mi ha inoltre detto che suo padre parlava di noi a casa, lui era sempre tranquillo quando faceva la dialisi ma diceva che quando c'eravamo noi stava molto meglio e si rilassava di più, questo a me fa piacere e, anche se triste per la sua scomparsa, sono convinto di aver stabilito con lui una relazione che va oltre anche alla morte e che me lo farà ricordare sempre con affetto e amicizia profonda.
Alla prossima

Nuvola


Addio al maestro Franco Rosi

Luciana Notarnicola il Mar, 09/12/2008
Franco Rosi aveva 70 anni e ne ha trascorsi cinquanta insegnando al Circolo Golf Ugolino, dove è rimasto in campo pratica fino a giovedì scorso, quando ha dato l'ultima lezione della sua vita a Lorenzo Gagli, il più pregiato gioiello delle nuove leve forgiato dalle sue mani. E' stato per 27 anni allenatore delle squadre nazionali azzurre, con tanti suoi giocatori che si sono distinti a livello internazionale.
Ricordiamo Baldovino e Federica Dassù, Marta Dassù, Stefano Esente, Massimiliano Secci e lo stesso Gagli, che ha guadagnato recentemente la 'carta' per l'European Tour. I suoi allievi solevano chiamarlo "Gesù" perché sapeva fare, a modo suo, miracoli golfistici riuscendo a cogliere il meglio da qualsiasi giocatore, sia campione che semplice amatore di circolo, addirittura sfruttandone i difetti, oltre che i pregi. Pur avendo tanta popolarità, Rosi è sempre rimasto persona semplice, legata alle sue origini, alla sua terra e alle sue tradizioni, tanto da rifiutare persino offerte economicamente vantaggiosissime pur di non lasciare l'amato Ugolino. E a ogni fine anno, nella cena sociale degli auguri, era lui a portare il Vin Santo che produceva con passione, la stessa che metteva in ogni sua attività. Quindici giorni addietro, in occasione di una festa organizzata in club house per onorare la "carta" di Lorenzo Gagli, gli era stata fatta una sorpresa dai dirigenti del circolo, che avevano voluto donargli una targa. Nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe stata l'ultima nella sua bacheca. La scomparsa di Rosi è una dolorosa perdita per tutto il movimento golfistico italiano che si stringe compatto attorno alla sua famiglia così dolorosamente e duramente colpita.


martedì 9 dicembre 2008

08 Dicembre 2008

Buongiorno a tutti cari clauni e non, mentre aspetto il report della Dottoressa Cucù di Sabato 6 Dicembre vi invio quello del lunedì 8.
Il turno di ieri è stato abbastanza particolare poiché dovevamo essere in tre e mi sono trovato solo poiché Giraffina s’è beccata la febbre e Stringa non è riuscita a trovare un treno che la portasse in ospedale per cui sono arrivato al parcheggio verso le 08.30 e l’ho trovato quasi del tutto vuoto, poi mi sono ricordato che essendo festa non ci sarebbe stata da fare la sala prelievi e quindi a un quarto alle nove ero già in dialisi, ho parlato con Gino e Gino a lungo, ho saltato poi 2 camere dove le persone dormivano o stavano male e sono arrivato prestissimo alla camera di Pietro, Francesco e gli altri dove mi sono trattenuto quasi un ora, ho parlato a lungo con Pietro e prima di andare ci siamo tenuti la mano per 5 minuti e abbiamo deciso che, visto che lui mi ha raccontato tutta la sua vita stranissima, siamo diventati oramai amici e questo detto da Pietro mi ha fatto un gran piacere, ho parlato molto anche con gli altri ma con Pietro è successo qualcosa di particolare, non ve lo so spiegare bene ma ho avvertito un clima veramente bello e sono sicuro che lui ha apprezzato quella mezz’ora più di altre volte. Sono poi andato in pediatria che stranamente era superaffollata e ho parlato e incoraggiato veramente tante persone, insomma è stato un turno all’insegna dei rapporti profondi e sento che insieme ai pazienti abbiamo toccato corde profonde, probabilmente fa molto anche il fatto di essere presenti in un giorno dove chi può se ne sta a casa e forse molti non si aspettano di trovarci proprio quel giorno, per adesso vi saluto e vi auguro ogni bene.


Nuvola