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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


domenica 22 marzo 2009

21 Marzo 2009

Oggi non ho dato il meglio di me. Il turno è stato….straniante? Da un paio di settimane il mio lato clowno, Stringa, aveva davvero una gran voglia di fare, di uscire. Poi è saltata fuori la possibilità di fare un turno al volo, e l'ho acchiappata, ho pensato: ci siamo, sabato verrà fuori un turno intenso e sentito. Invece, forse solo in sala prelievi, dove in genere si crea sempre una bella energia da sfruttare, son riuscita a tirar fuori qualcosa. Ed il tutto però sempre giocato sul ruolo a due con Nuvola. A parte ciò, la mia interazione con i pazienti è calata sotto i piedi. Forse era semplicemente inevitabile che a questo giro andasse così: il tempo era strano, anche Gorkji, che ci ha accompagnato (anzi diciamo pure che noi accompagnavamo lui! Anche in maniera abbastanza arrancante) con energia impetuosa, ne risentiva gli effetti. In pediatria c'erano unicamente neonati con le loro mamme, che hanno però apprezzato molto il nostro passaggio, la dialisi mi è sembrata di farla un po' a toccata e fuga. Poi abbiamo fatto una salto al pronto soccorso, una novità :) le sale prelievi, le sale d'aspetto, creano sempre un'altra energia quando lavoriamo lì, le persone sono più curiose, forse perché in tante si sentono più tranquilli a interagire con noi, spesso fanno finta di continuare a leggere il loro giornale, il loro libro, ma li scorgiamo sorridere alle nostre parole. Questo ha funzionato, ma non son riuscita ad andare oltre, credo sia giusto così, immagino che semplicemente non fosse per me il momento adatto. Però, come ho detto con nuvola, anche questo fa brodo, ed io a questo ci credo davvero.

Stringa

19 Marzo 2009

Ragazzi che splendida visione vedere coccinella con un volante da macchinina in testa arrivare all'entrata dell'ospedale tutta verde e rossa!sala prelievi è stata subito viva. Dopo che ho avuto un'esperienza in famiglia di Cumadin,la affronto in modo diverso,con più carica,quasi sentendo il rumore di tutti i pensieri negli occhi delle persone. Il loro sorriso triste mi ha fatto bene,mi ha dato tenacia; vai lì per dare loro forza,poi succede che te la danno loro ed è incredibile. Una signora si è messa a cantare"ciribiribin domani e festa ciribiribin non si lavora ciribiribin si passa l'ora,ciribiribin,a far l'amor!"è partito un coro generale,di vecchietti divertiti e battute sulla nostra altezza..Nel corridoietto prima di andare in dialisi abbiamo incontrato una signora stupenda di 100 anni che si è attaccata alla mano di Coccinella come una bambina!Poi mi hanno sussurrato nell'orecchio una barzelletta,era una signora napoletana napoletana che raccontava col sorriso dei suoi gravi problemi. In dialisi Franco non stava bene....purtroppo non siamo riuscite a salutarlo...spero per lui sia un momento,aspettavo di chiacchierarci un po',a volte li sento come amici,e dimentico che intorno a me c'è l'ospedale. E' commovente come ci aspettano ad ogni turno con il dolore e il fastidio che sentono durante la dialisi...Matteo mi parlava a fatica ma aveva tanta voglia di parlare,come al solito della sua ragazza che non lo fa pensare alla dialisi,poi del fare l'amore come fossimo due amici. Si è fatto tardi,poi mi ha salutato con la mano un signore con cui ho instaurato un bel rapporto, me l'ha stretta forte più volte;quando sembra che ti aspettano ti spiazzano,perché è lì che ti danno qualcosa. Dina non sta ancora bene,l'ho trovata giù e preoccupata,ma è stato bello quello che ha fatto coccinella,strappandole con un gioco un sorriso. Mi ha raccontato che mentre sorrideva,lei è andata via...questa cosa mi ha un po' consolato,le parole che Rina aveva detto a me erano molto tristi. In pediatria è andata bene,siamo rimaste un po' male perché Lea,essendole scoppiati i palloncini da Coccinella gonfiati,è scoppiata in un pianto interminabile. Ho suonato qualcosa al flauto,per calmare gli animi,ma siamo rimaste un po' male lo stesso. La compagnia di Coccinella è stata preziosa,le sue parole...è stupefacente come un turno cambi sempre forma e sempre significato. Un ultimo grazie a lei, a voi e a tutti quelli che ci danno la possibilità di entrare un po' nel loro mondo.
Alla fine un caldo abbraccio alla ragazza Rom…non mi era mai capitato..

Giraffina

lunedì 16 marzo 2009

14 Marzo 2009

Carissimi clauni e amici ecco voi il report del 14 Marzo scorso, farò un report brevissimo poiché è stato un turno tranquillo e con poco di nuovo, ho fatto il turno da solo in quanto Giraffina s’è ammalata, ho lavorato in maniera tranquilla in tutti i reparti, l’unica novità da segnalare è che Virginia è stata trasferita in una clinica specializzata per il suo problema per cui non l’ho trovata, spero solo che riesca a riprendersi nella maniera migliore possibile, sicuramente in questo nuovo posto hanno più mezzi per curarla nella maniera giusta che dove si trovava per cui penso che la situazione migliorerà sicuramente e che lei starà meglio. Mi sembra che veramente non ci sia altro da segnalare per cui vi lascio alle vostre faccende.
Saluti a tutti

Nuvola

giovedì 12 marzo 2009

07 Marzo 2009

Carissimi clauni e amici ecco a voi il report del 07 Marzo, scusate il ritardo ma aspettavo l’integrazione di Martina, la ragazza di Roma che mi ha accompagnato insieme al suo ragazzo (Gabriele) in questo lungo turno poiché sta facendo la tesi di infermieristica appunto sulla clownterapia, ma siccome anche lei ne ha da fare duemila ed è sotto tesi se invierà qualcosa lo aggiungerò in un secondo momento. Diciamo che il 07 Marzo è stato un turno molto bello ma parecchio faticoso, anche quest’anno la Cooperativa di Legnaia ha offerto duecento piantine di pansé da donare a tutte le donne in ospedale in occasione della festa della donna appunto, eravamo andati io e Cocci Nella il giovedì a prendere tutte queste piantine e avevamo praticamente trasformato la sua macchina in una specie di prato multicolore, molto bello, inoltre io e Timmy avevamo stampato, arrotolato e infiocchettato ben 150 pagine con una frase da donare insieme alle piantine, la frase stampata era la seguente:

……Allora una donna disse: “Parlaci della Gioia e del Dolore.”

E lui rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.
E come può essere altrimenti ?
Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino

non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
E il liuto che rasserena il vostro spirito

non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore

e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore

e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore",

e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa,

ricordate che l'altro è addormentato nel vostro letto.

In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.

Kahlil Gibran

Le piante sono state gentilmente offerte in occasione della festa della donna

dalla Cooperativa di Legnaia

Tutti i clown del progetto “M’illumino d’immenso” ringraziano di cuore

http://m-illumino-d-immenso.blogspot.com

www.castellinaria.prato.it

Eravamo in tanti per poter distribuire, caricare e scaricare tutto il materiale, eravamo infatti io, Cocci Nella, Martina, Gabriele e alla fine è arrivato anche Gorkji (la mitica Dottoressa Oliviona), abbiamo rapinato il carrello della sala prelievi e siamo partiti, abbiamo iniziato dalla pediatria donando piantine a tutte le signore presenti, alle infermiere e alle dottoresse, la stessa cosa l’abbiamo fatta in dialisi e poi anche in sala prelievi, abbiamo inoltre donato le piantine alla direzione sanitaria, alle dipendenti del bar, all'accoglienza e poi le piantine avanzate (tante a dire il vero) alle donne che incontravamo al bar, per i corridoi, al pronto soccorso, insomma dovunque, qualcuno era scettico e aveva perfino paura di accettare, qualcuno prendeva la sua piantina e poi ci veniva dietro per cambiarla con una di un altro colore, abbiamo parlato con tante persone, io personalmente ho ascoltato un paio di storie molto belle ma anche difficili sull’integrazione e sul razzismo che in Italia non manca mai. Gorkji è stato straordinario come al solito, grande energia e vitalità, si è preso anche un tè nel quale il cucchiaino stava ritto da solo da quanto zucchero c’aveva messo, e poi ci ha aggiunto il latte…..e poi il limone, insomma s’è bevuto una ricotta zuccherata ma tant’è. Martina e Gabriele inizialmente erano titubanti non avendo mai fatto una esperienza del genere ma poi mi sono sembrati felici di aver provato, se non altro hanno passato una giornata divertente e diversa dalla solita routine, con loro ho poi parlato molto e siamo stati insieme un paio di giorni poiché erano arrivati da me il venerdì sera e sono ripartiti la domenica mattina, la sera del turno poi siamo stati con loro e Timmy a mangiare una pizza a Firenze e devo dire che questo progetto mi sta facendo incontrare un sacco di belle persone, persone che si sforzano, che studiano, che si laureano, che bravi che siete…..davvero complimenti a tutti voi e a Martina e a Gabriele per aver deciso di provare, di stare al gioco e di accompagnare tre pazzi in ospedale come me, Cocci Nella e Gorkji.

Saluti a tutti voi splendidi clauni.

Nuvola

10 marzo 2009

Pomeriggio. La giornata è già avviata. La stanchezza della mattina si fa sentire. L'autobus è pieno. la testa pure. Voglio indossare Briciola sui miei vestiti di Irene. In quest'ultimo periodo Briciola mi sta cambiando. Mi sta entrando dentro a piccole dosi. Formaggino c'è già. Riconosco da lontano il suo bagaglio di colori. Mi accoglie a braccia aperte: quale mezzo migliore per cominciare al giornata!!!!! Poi il cielo si fa scuro. Mi dice di Virginia, mi dice del suo tentativo di buttarsi dalla finestra. Sento il buio nella testa, avrei voglia di piangere, sento che tutto è più delicato del previsto e il previsto era già di suo molto delicato. Cominciamo e io sono sottotono. Non faccio che pensare alle parole di Formaggino. Respiro, via, si comincia. Aspettando l'ascensore incontriamo Milena Vukotic, è una visione. Nei corridoi il pomeriggio regna sovrano. Quasi un tendone che sta sbaraccando, c'è meno concitazione, meno frenesia, c'è quasi meno reticenza a mostrare quella che è la vera natura di quei corridoi. Pediatria. Virginia non c'è. Cominciamo con le prove allergiche con un orecchio teso in attesa del suo ritorno. Ci divertiamo molto, ridiamo. Eccola. Entro nella sua stanza. Sono sola. Lei non saluta. Io mi dirigo dall'altro bambino e faccio finta di nulla. Parlo un po' con lui della bruttezza delle maestre e delle befane e del fatto che befane e maestre probabilmente sono le stesse persone. Poi mi avvicino. le chiedo se mi posso sedere. Non mi guarda. Sta risolvendo un cruciverba. mi abbasso il naso. Non mi guarda. Ispeziono il suo comodino è pieno di fiori. Mi colpisce un piccolo mazzolino di fiori di campo. Le chiedo chi lo ha fatto. Mi dice lei. Non mi guarda. Parlo un po' del più e del meno. Ma non mi guarda. Allora rischio, sento che sto parlando del nulla e che Virginia ne ha le tasche piene del nulla. Rischio. le dico di me. Del fatto che so quanto sono scomodi i letti in ospedale. le dico che li ho provati per un po'. Mi guarda. I suoi occhi fissano i miei. Mi chiede perché. Le comincio a raccontare della mia esperienza, della paura di avere un tumore, del fatto che ho vissuto la vita d'ospedale, le sue contraddizioni, il suo essere asettica e fredda. Mi guarda. Continuo a parlare di me, di quello che mi spaventa, dei mie sogni, della fragilità. Parlo della sensibilità, del sentirsi persi, parlo del vento d'estate del mare, della poesia dello zucchero che cade nel tè, nei rumori più belli che fanno gli oggetti che non consideriamo. Mi sorride. Non potrebbe regalarmi di più. Parliamo molto, sorride ancora. Ride del mio modo di vedere le cose, del mio dipingere gli oggetti con prospettive strane. Solo questo spero di averle regalato, un po' di me e della mia voglia di cercare orizzonti. Sento che siamo entrate in sintonia, che ci capiamo. Me lo dice lei che mi capisce. Le regalo un quaderno di carta riciclata. tolgo il biglietto che le avevo scritto.
Per oggi mi sembra che le parole siano state anche troppe. Il caso vuole che il quaderno abbia la copertina blu e le pagine verdi. Blu, il colore preferito di Virginia, verde, il mio. La saluto e la ringrazio. I suoi occhi, quel brivido non riuscirò a scordarlo. Scendiamo in dialisi. e' un cominciare di nuovo con nuovi frammenti, nuove vite. Gli incontri sono sempre molto belli, imparo un sacco di cose, imparo a seminare le zucche, a cucire abiti da sposa e a dire qualche frase in francese. Poi il pomeriggio scivola tra le pieghe delle ore e sorge la luna mentre usciamo.
Nel cuore la voglia di cercare, di trovare qualcosa che possa ridare a Virginia la voglia di vivere.
Grazie mille Formaggino, senza di te non sarei mai riuscita ad entrare in quella stanza.

Vi voglio bene.

Briciola

venerdì 6 marzo 2009

5 marzo 2009

Care claune e claunisti tutti,
eccovi il report di Luna, che in quanto a cronaca non è particolarmente prolissa, ma per le poesie va lasciata stare: ce ne somministra sempre di più giuste! Quella di oggi, ad esempio, parla di quel dannato problema che hanno tante ragazze (grazie per quello che sai dire, Luna. Ma anche per quello che lasci solo intuire).
Io non aggiungo quasi niente, salvo qualche piccola nota che riconoscerete dalla dicitura n.d.F. (che sta per “nota di Formag”, ovviamente).

Un affettuoso saluto a tutti voi e a tutti coloro che ci leggono.

Formag



Ieri mattina il pullman, imbottigliato nel traffico di Firenze, ha fatto un quarto d'ora di ritardo, perciò ho raggiunto Formaggino in pediatria, arrivata nella stanza viola dove Formaggino era già in azione, li c'era Sheran....una bimba bellissima (originaria dello Sri Lanka) abbiamo giocato un po' con lei mentre il medico la visitava, più avanti nella stanza arcobaleno c'era Virginia (che qualcuno di voi già ha conosciuto: ha una situazione un po’ complicata e stiamo cercando di aiutarla al massimo delle nostre possibilità, in collaborazione soprattutto con le infermiere – n.d.F.), prima di arrivare in stanza Formaggino mi aveva messa al corrente della situazione, arrivati li siamo andati a salutarla e Formaggino le ha regalato un bicchiere che s'illumina quando bevi...lui è andato avanti da Siria, un’altra bimba piccola ed io sono rimasta con Virginia a chiacchierare un po' in modo generico senza entrare nei particolari... usciti fuori dalla stanza arcobaleno, siamo andati in quella rosa dove c'era Asia, una bimba di 5 anni molto ma molto vivace, lì si è iniziato a giocare con le bolle e poi lei ha iniziato a giocare con il mio naso... da lì siamo scesi in dialisi dove ci hanno informato che un paziente non c'era più (sì... se n’è andato anche Lionello, che da tempo soffriva davvero troppo e implorava la “livella” di portarselo via... e quella ha rispettato la sua volontà: Lionello era un uomo dallo sguardo mite e ironico e nelle ultime settimane aveva suscitato il pianto in alcuni di noi e io gli avevo dovuto dedicare dei versi, non avevo resistito! – n.d.F.), arrivati li abbiamo chiacchierato un po' con Franco, più avanti abbiamo parlato con Eleonora di alberi da frutto e frutti che si trovano giù nel sud (i gelsi ed i fichi d'india)... nelle altre in un altra stanza c'era Rina e Matteo; abbiamo chiacchierato anche con loro, invece nell'ultima stanza che abbiamo visitato c'era Dina....non stava tanto bene...era molto giù...si è parlato un po' anche con lei...e poi da lì siamo scesi giù, salutato Giovanna in reception ed andati via.



Ali di farfalla

Di nero mi vesto
- e mi nascondo -
per sembrare più magra
- per non sembrare -
per non apparire
confondermi tra la gente
per annullarmi così
silenziosamente

...una piuma non fa rumore
nemmeno quando cade...

Non mangiare - sussurra la mente -
non alimentare quella vita
il vuoto nello stomaco
fa ancor meno rumore.

Di nero mi vesto
e mi nascondo
vorrei tanto dormire
al mondo sparire
come farfalla volare
per smettere di soffrire
andar via per non tornare
e non per un solo secondo.

Mi aggrappo alle ali leggere
di quella farfalla

*********************************************

vi voglio bene

LUNA

martedì 3 marzo 2009

02 Marzo 2009

Carissimi clauni e amici, oggi ho deciso di scrivere io il report senza aspettare che aggiunga qualcosa Gomitolo che mi ha accompagnato stamani perché sento la necessità di condividere con tutti voi il turno di stamani che per me è stato abbastanza strano. Inizio subito col darvi una triste novità, stamani abbiamo saputo che tre settimane fa è morto Anselmo, sentivo dentro qualcosa di strano e lo avevo chiesto ma mi avevano detto che stava bene, probabilmente non avevano capito il nome giusto e quindi oggi lo abbiamo richiesto e ci hanno risposto che era morto, appena ce la faccio chiamerò la moglie e il figlio per fargli le mie condoglianze, vorrei salutare Anselmo come merita, una persona straordinaria che è stato al servizio della gente tutta la vita, ha avuto tutta la vita un negozio di alimentari, quando in questi negozi si parlava e ci si conosceva e si vedeva chiaramente dai suoi splendidi occhi che era felice di come aveva vissuto, gli ultimi due ricordi che ho di lui sono molto belli, una decina di minuti ad accarezzargli la testa mentre dormiva in dialisi e entrambi ci sentivamo, ne sono certo anche senza che si fosse svegliato, e una lunga chiacchierata con sua moglie e suo figlio, Anselmo è stata la prima persona che ho guardato negli occhi al primo turno in dialisi un anno e mezzo fa e mi ha fatto sentire subito a casa, grazie per tutto ciò che hai fatto per me, ti voglio salutare solo ricordandoti, mandandoti una piccola preghiera di stima e portando con me i tuoi occhi vivi anche nella sofferenza, era ripiegato su sé stesso come se fosse tornato in posizione fetale ma trasmetteva forza solo a stargli vicino, grazie e ciao Anselmo. Adesso torniamo indietro di qualche ora, ho iniziato dalla sala prelievi da solo poiché Gomitolo sarebbe arrivata un poco più tardi, una mattinata divertente e tranquilla, le persone ci hanno ringraziato di avergli fatto passare un ora spensierata, siamo allora andati a trovare Virginia in pediatria, mi ero preparato molto all’incontro di oggi con lei, avevo preparato dei regali da darle e delle cose da dirgli, ci hanno subito informato che ha iniziato a mangiare qualcosa di semi liquido tipo yogurt e passati di frutta, siamo entrati in camera e l’abbiamo trovata particolarmente giù di corda, ho parlato con lei un secondo e poi sono uscito poiché doveva fare la visita con la dottoressa, all’uscita la dottoressa ci ha detto che oggi non aveva molta voglia di parlare con noi poiché sarebbe venuto suo padre a trovarla e voleva stare con lui, per cui abbiamo deciso di lasciarla stare in pace e così dopo poco è arrivato il padre e hanno passeggiato per il corridoio insieme, è arrivata una mamma che era stata male e vedeva il figlio per la prima volta dopo il parto a distanza di una settimana, l’abbiamo accompagnata dal figlio insieme alla caposala e al marito e poi li abbiamo ovviamente lasciati soli a vivere il loro momento di gioia in santa pace e raccoglimento, noi c’entravamo davvero poco là in quel momento, insomma oggi abbiamo lavorato sul non fare, sullo stare in disparte e sul rispetto delle cose sacre che non necessitano parole né azioni, io ero molto preparato per Virginia e il non poter fare niente mi ha svuotato tutta l’energia, ma questo l’ho capito solo dopo parlando con Gomitolo che è riuscita ad analizzare il mio stato d’animo, ad incoraggiarmi e a farmi superare il momento di stallo per cui oggi la clownterapia l’ha fatta lei a me ed è anche stata molto molto brava a farmi notare delle cose che io non vedevo dentro di me, oggi ho imparato che non fare a volte è molto più importante che fare, lo sapevo ma viverlo in maniera così forte non m’era mai successo e ne sono felice adesso, ho saputo affrontare una cosa che per me è complicata, mi resta più semplice fare, fare, fare piuttosto che defilarmi e oggi sono felice, ringrazio quella mamma e Virginia che me lo hanno fatto capire in maniera molto bella, non aggiungo altro se non che devo ringraziare in maniera particolare tutti voi per quello che fate e per quello che mi insegnate e per essere un grupp al quale ci si può appoggiare (come appunto dicevamo sabato alla riunione con Cocci Nella), ciao a tutti voi splendide persone.

Nuvola