Ciao a tutti. Oggi vi scrivo di un giorno in cui mi sono sentita più Spugna che Stellina, in cui le persone mi hanno dato tanto. Intanto vi dico della Pediatria, a parte cose normali con due bimbi, c’è stato una bella prova a mio avviso di come il clown aiuti la diagnosi. C’era una bimba di 10 anni, Chiara, molto spaventata: con “i clown” la dottoressa è riuscita a capire meglio il modo in cui era in grado di camminare (seguendomi oppure avvicinandosi alla porta della camera per vedere un bimbo appena nato che passava di lì con mamma e nonna) e fare tranquillamente un tampone faringeo, oltre che la respirazione eccetera. E’ stata la prima volta che mi è capitata una cosa del genere e credo che dovrebbe diventare la quotidianità, il nostro scopo ed il nostro essere clown. Naturalmente a questo aggiungo il sostegno, il supporto, mentale ed affettivo che invece si dà, o meglio si cerca di dare, (e riceve sempre almeno così sento nel mio caso) in dialisi. Sono stata un po’ nipotina, un po’ portafortuna e un po’ “cara” in questa giornata...
E ora voglio parlarvi di Pietro di cui vi invito a vistare il sito:
www.pietrocipollaro.it
Ecco, oggi ho parlato solo con 3 persone in dialisi, soprattutto per il tempo in cui ho ascoltato lui. Non so se ho fatto bene o se avrei dovuto dedicarmi a più persone... ma ormai oggi è andata così. Pietro mi ha raccontato tutta la sua meravigliosa ed intensa vita: gli anni del fascismo, suo padre, i viaggi in nave in tutto il mondo, i musei, l’amore, le tragedie... Con tutto questo e la sua cultura mi ha insegnato molto e spero di aver l’occasione di parlare ancora con lui.
Infine vi saluto e colgo l’occasione per ringraziare un Formaggino sempre presente e d’aiuto, anche lui carico di lezioni di vita che spero di aver assorbito come una spugna.
Stellina
Be’... grazie Stellina per la tua umiltà. In realtà, come ti ho detto personalmente, non credo di essere un gran tutor, in questo periodo. Penso che senza persone come voi al mio fianco, i miei interventi a Ponte a Niccheri sarebbero ben poca cosa.
Riguardo a oggi, penso che Stellina abbia fatto bene a dedicarsi intensamente a quelle poche persone, come io ho fatto con pazienti come Gino 2, con cui non mi vedevo dal giorno della festa di compleanno dei suoi bimbi. Ah, tra l’altro, Gino mi ha dato una notizia molto bella: sua moglie, da tempo disoccupata, ha trovato lavoro. Non immaginate il sollievo che ho provato. Poi ho saputo che nelle settimane scorse se n’è andata la mia amica Stella, una paziente di quelle un po’ più anziane. La mia intesa con lei era dettata da varie cose in comune: ambedue terroni (io di Catania, lei di Palermo), ambedue particolarmente snelli, ambedue diabetici e... chissà quanto altro.
Ciao Stella, vieni a trovarmi in sogno e raccontami di dove sei adesso.
E poi devo dirvi di Chiara, quella bambina di pediatria. Ho sentito molta tenerezza per suo padre, che con occhi amorevoli assiste quel suo cucciolo che va un po’ più piano degli altri, che aveva paura e che io e Stellina abbiamo avvolto di carezze. E’ stata una visita che mi ha lasciato una traccia nel cuore.
Un pensiero speciale a quel pazzo di Nuvola, che torna in Abruzzo.
Non credo esistano persone paragonabili a questo strano scherzo della natura, a questo irripetibile miscuglio di bile e amore, a questo incomprensibile ibrido tra un angelo e un aratro arrugginito.
Vi voglio bene.
Formag.