Per finire questo lungo inciso devo dire che nell’ultimo turno fatto con Cherida abbiamo trovato una signora, Ione, che stava molto male, non camminava bene e si era fatta una operazione a proprie spese per la bellezza di 42.000 euro e che non ha nessuno che la aiuta per fare le commissioni, le ho dato il mio telefono e quello di Formaggino dicendole che se ad agosto aveva un problema poteva chiamare e che noi l’avremmo aiutata, per cui fino al sette agosto io ci sono ma dall’08 al 22 se chiama per favore aiutatela perché ha davvero bisogno, detto fra noi la signora Ione è molto orgogliosa e dubito chiamerà ma almeno sa che qualcuno c’è e pareva molto più tranquilla dopo la nostra chiacchierata, basta ciao a tutti.
Nuvola
Ho fatto il turno con Cocci Nella, devo dire che è stato un turno piacevole e rilassato. Abbiamo fatto un esercizio molto bello di Cocci per entrare in sintonia tra di noi (che potremmo fare anche alle riunioni tra l’altro), poi abbiamo saltato la sala prelievi e ci siamo dirette in pediatria dove però c’erano soltanto i piccolissimi Riccardo e Matteo con le loro mamme e le lampade per diventare abbronzati (in realtà per l’ittero ovviamente). Dunque è stato un turno praticamente dedicato per intero alla dialisi: stranamente non ha pianto nessuno con me!!! Incredibile! Questa cosa del “piangere” mi divide un po’....cioè: è una cosa positiva che le persone piangano col clown? Il clown in ospedale in fondo a cosa serve? Mi sto chiedendo un po’ questo: se si limitasse a far ridere e a tirare su il morale non sarebbe la filosofia di Patch Adams che stiamo seguendo, il clown-dottore deve sicuramente creare una empatia con il malato e caricarsi un po’ della sofferenza che grava su questo. Se si sfoga tramite il pianto, probabilmente non ha importanza e significa che era il bisogno di quella persona in quel momento, perché non sempre si ha voglia e necessità di ridere. Ma qual’è allora il senso? Se vado per portare un sorriso, un sollievo e si ha invece solo un pianto, una confidenza sincera sui propri dolori legati non solo alla malattia, ma alla vita in generale...ecco, in quel turno ho svolto il mio dovere? Perché è questo che mi capita spesso. Forse dopo il pianto ci dovrei riuscire a tirar fuori un sorriso! Ma come si fa a trovarlo quando la sofferenza ed i problemi sono tanti? Come si può fare a portargli qualcosa che sia di più del sentire, del condividere insieme? Perché a volte sento che questo non basta e lo potrebbe fare chiunque. Abbiamo parlato un po’ con Cocci e lei ha qualche idea, forse una piccola soluzione che sta nell’integrare il nostro modo di essere clown, spontaneo e sincero ma a volte limitato, con quello che è la sua esperienza precedente di clown in ospedale. Credo davvero che questa possa essere una ottima occasione e che mi, forse ci, potrebbe far migliorare. Un grazie e tanti complimenti a Cocci Nella, oltre ad un “Bentornata!!!” alla stoica Schiettina Saluti a tutti.