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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


martedì 26 gennaio 2010

26 gennaio 2010

In una mattinata buia, con l’aria pungente e il cielo coperto di nubi, mi avvio verso l’ospedale per il mio secondo turno … sull’autobus forse sono un po’ in ansia, il tempo in effetti non aiuta e intanto, nell'attesa, ripenso al primo turno, sperando di provare ancora, anche questa volta, quelle belle sensazioni che avevano colorato la mia giornata. Oggi la pediatria è piena di bambini e quindi, dopo un saluto in sala prelievi, dove tutto pare tranquillo, io e Formaggino ci dedichiamo soprattutto a loro. Pian piano comincio ad ambientarmi e forse mi accorgo di funzionare un po’ come un diesel: all’inizio qualcosa ancora mi frena, ma poi la spontaneità dei bambini, davvero disarmante, ti rapisce e ti coinvolge!! Sì, in questo turno i protagonisti sono stati proprio loro, i bambini, ma quello che mi ha colpito è che, nonostante ciò, gli adulti sembrano quasi venirci a cercare!!! Anche mentre parliamo con i giovani pazienti della pediatria o con qualche famigliola in sala d’attesa, altre persone si fermano ad ascoltare, a guardare, a parlare, quasi a chiedere di strappare anche a loro un sorriso, come se volessero farti capire che anche loro hanno bisogno delle tue attenzioni. Mentre eravamo accanto al letto di un bambino, per esempio, due signore si sono affacciate sulla porta fermandosi, quasi affascinate, ad ascoltarci (e soprattutto ad ascoltare Formaggino, davvero straordinario ...)! Sono gli adulti che ti chiamano, ti fermano e ti chiedono di avvicinarti … e spesso bastano poche parole per veder comparire, anche sui loro volti, la gioia e la serenità dei bambini…

Fiorella

22 Gennaio 2010

Buongiorno carissimi clauni, ecco a voi il report di Giraffina....ma prima di lasciarvi alla lettura aggiungo due considerazioni e una conclusione, la prima considerazione è che quando a fare il turno c'è Gorkji (o meglio la Dott.ssa Oliviona) il turno prende una svolta strana, molto particolare e parecchio più umana, non so come sia possibile questo ma fatto sta che è così, sarà perchè lui è proprio bravo, spontaneo e disarmante, sarà che si vede a occhio che ne ha passate e superate tante con la gioia dei folli, fatto sta che abbiamo parlato in maniera profonda con molte persone ed è successa una cosa bella a mio avviso che userò per conclusione...eravamo al bar e si è avvicinato a noi Salvatore, che è in carrozzina per vari problemi di salute, è proprio consumato e sta male, ci ha chiesto di offrirgli la colazione, l'abbiamo messo al nostro tavolo e, mentre facevo la fila, una dotttoressa davanti a me ha pagato per lui e mi ha datyo lo scontrino in mano...quando le ho chiesto perchè mi ha detto che andava bene così e dagli occhi si capiva che era stata contagiata dall'umanità della situazione, l'ho ringraziata davvero tanto, non solo per il gesto ma per aver dimostrato che l'umanità di due o tre persone può contagiare quella di un'altra a distanza, insomma fa sperare bene questa cosa...speriamo si allarghi ma mi sa tanto che dipende da noi e dal nostro percorso....chiudo col mini report che mi ha chiesto di scrivervi la Dottoressa Oliviona mentre la riportavo alle rose in macchina...digli agli altri che Oliviona è stata bene, si è divertita ed è stata felice di aver rivisto tutti i suoi pazienti...chi lo conosce sa quanto questo sia perfettamente vero...saluti a tutti

Nuvola

Ciao a tutti!
È la Dottoressa Trombetta che vi parla, così designata dalla Dottoressa Oliviona, che ha guidato e sostenuto la Dottoressa Giraffina e il dottor Nuvola! Era da tanto che la Dott.ssa Giraffina non entrava in ospedale, e con gran gioia è riuscita a sentirsi a casa sua,chiacchierare in sala prelievi,e entusiasmarsi ai discorsi sull'aura magica di un signore buffo. Se dovessi descrivere il turno è stato il turno delle testimonianze e delle storie,le storie che abbiamo tessuto insieme a Gorkij e alla Dott.ssa Oliviona, che quando è arrivata ha creato insieme a me nuove storie, a volte guida a volte spalla, compagna insostituibile. E con queste storie, la Dott.ssa Giraffina ha cercato, ascoltando un po' Nuvola, un po' la Dott.ssa Oliviona, di aggiungere temi per entrare in contatto, un contatto diverso ma ogni volta un po' magico, che ha pervaso l'entrata dell'ospedale,i corridoi,la dialisi,la pediatria e il bar . Il bar dove abbiamo fatto una pausa con Salvatore che con i suoi occhi teneri e il suo sorriso poteva essere il quarto personaggio di quella storia,e dove alla fine del turno abbiamo incontrato una signora che vive a Teheraan ; ci siamo fermati tutti e tre al tavolo del bar ,dalle sue lacrime sono stata rapita, nella sua sofferenza passata e attuale ho voluto immergermi in un tuffo finale. Scendendo dalle scale della dialisi abbiamo riflettuto con Nuvola su quanto oggi, avessimo lì smosso qualcosa, la Dottoressa Oliviona ci ha aiutato a... smuovere è il termine giusto, e il turno non è mancato di sorrisi, di scosse e di parole profonde che ho visto pronunciare a Nuvola con una limpidezza toccante,parlando della sofferenza con Pietro e con un infermiere. Nella chiave di tutto questo, voglio scrivere la frase che Gorkij ha detto a Giorgio della dialisi, con poche parole ma secondo me quelle giuste (e chi conosce Giorgio sa come è difficile aiutarlo con le parole).
non ti preoccupare perché sei malato.
anche io sono malato.
siamo tutti un po' malati.

Credo che proprio quella semplicità che tutti abbiamo ci possa unire, anche nei momenti dove nel dolore ci sentiamo distanti.

Con affetto, Giraffa


domenica 24 gennaio 2010

19 gennaio 2010

E anche oggi in un clima da giornatina di sole in Siberia...8.30 nel parcheggio.
Dopo essermi perso per prender il biglietto dell'ingresso al pacheggio vedo li vicino una macchina tutta gialla..faccio 1+1 e trovo quel signore che ringrazio per non aver scelto come nome Prosciutto...senno' oggi in turno avevamo Pan e Prosciutto....ma noi ci teniamo alla linea e quindi...Pan e Formaggino.
Entriamo a sbrinarci il viso due secondi all'ingresso dell'ospedale e via per un saluto veloce in sala prelievi tra musi lunghi e giovani anziani allegri...un salutone e su in pediatria...nel tragitto pero' ci sorge un dubbio....cosa ci fa un inginocchiatoio davanti la sala gessi?...ora io dico, ma se uno ha la gamba rotta?...a regola avranno dei gessi da chiesa...quelli che ad altezza ginocchio si piegano per permetterti di pregare..ma comunque...entiamo in pediatria...sembra tutto tranquillo...gli unici due abitanti son Monica e "Fernando", cosi' ribattezzato perchè alla domanda come ti chiami la sua risposta è stata "E a te che te ne frega?"....Scambiamo due parole, cerco di cantare Quarantaquattro gatti..ma mi rendo conto che dopo 27 anni ancora non so il testo.
Mandiamo un salutone e via giu in Dialisi....oggi son tutti sereni...pochi dormiglioni e molti che hanno voglia di parlare...Magic Franco sempre in forma top e tutta l'allegra banda abbastanza positiva anche se abbastanza stanchi della loro situazione.Un abbraccio e a presto a tutti quanti.
Sento che ho qualcosa che ancora mi blocca in certe situazioni..forse paura di usare le parole sbagliate...non so...ma supererò il tutto..ne son convinto.

Un salutone a tutti

Pan

15 Gennaio 2010

Il turno di venerdi è stato relativamente tranquillo. Dico relativamente perché in sala prelievi si erano rotti due computer su quattro, quindi potete immaginarvi la confusione! Per tutta la mattina il mio cuore è rimasto in sala prelievi, questo devo ammetterlo. A fare la fila c'era una bambina indiana di 10 anni, Agnes. (per i fortunati che non si sono ancora sorbiti i miei lamenti, dovete sapere che ho vissuto per 3 anni con una bambina dello Sri Lanka a cui ho fatto in pratica da sorella maggiore e ora l'hanno riportata nel suo paese). Mi sono persa in quegli occhioni scuri e coraggiosi e ho trattenuto a stento le lacrime mentre mi raccontava della sua passione per il disegno e mi rassicurava sul fatto che non aveva paura del prelievo perché l'aveva già fatto una volta e quindi era preparata, voleva solo sbrigarsi per poter andare a scuola. Io sono particolarmente facile ai sentimentalismi e vedere quella bimba, così simile alla mia che adesso è tanto lontana, mi ha veramente toccata. Ero così presa dalla bimba che sono stata miseramente inutile al povero Nuvola che cercava di spiegarmi come dare i biglietti per la lotteria..già..considerando che sono imbranata di mio e che in più ero anche un pò commossa e ancora presa dalla bimba, per consegnare un biglietto ne ho staccati circa venti creando una confusione assoluta..scusa Nuvola!!!!!!!!!!!!!!!!!!ma non sono facilissimi da staccare, uffi!!!!!!!!!!!!!! In sala prelievi siamo poi stati intercettati da un buffo signore che ci ha chiesto di andare in maternità a consegnare un regalo a sua moglie, in procinto di partorire. Arrivati lì abbiamo scoperto che i medici avevano deciso di dimetterla ma che lei non era molto d'accordo. A quel punto Nuvola le ha parlato del fatto che l'importante era che lei fosse tranquilla e del legame speciale che già c'era tra lei e il suo bambino. Solo lei poteva sapere quale fosse il meglio per loro. Sono state parole davvero belle e anche lì mi sono commossa..ma che piagnucolona in questo turno!!!!!! In dialisi, dopo aver fatto due chiacchiere nella prima stanza, ho passato tutto il tempo con Francesco. Era tanto che non lo vedevo e lui era carico e positivo, pieno di progetti per il suo futuro ed è stato davvero parlare con un vecchio amico. In pediatria c'erano soltanto bambini molto piccoli quindi abbiamo concluso il turno parlando con i neogenitori.

Un abbraccio a tutti dalla vostra Sole piagnucolosa!!!!!!!!!!

domenica 17 gennaio 2010

12 gennaio 2010

E' stato il mio primo turmo...arrivata in ospedale ero elettrizzata e
anche un po' impaurita..poi è arrivato Formaggino e via: siamo partiti.
Non so come raccontare quello che ho provato e vissuto, non so che
termini usare..ma ci sono tre cose che mi hanno particolarmente
colpita:

1- Una signora in sala d'attesa e poi anche diverse altre persone che
ci hanno fermato dicendoci: "Ma voi lo fate solo per i bambini e invece
anche gli adulti ne hanno tanto bisogno, c'è bisogno di gioia"

2- Le mamme delle bimbe in pediatria. Facendo ridere e giocare quei
bambini ho visto comparire sui volti delle mamme una serenità profonda
e per quanto stanche o preoccupate erano felici per i sorrisi dei loro
bimbi.

3- Dialisi..non è stato semplice, non sapevo bene cosa dire o some
comportarmi.. in più vedere quelle persone con il sorriso stampato sul
volto mi ha disarmato..è stato veramente bello

Non saprei che altro dire..mi sembra che i fatti parlino da soli

Rolli

lunedì 11 gennaio 2010

08 Gennaio 2010

Il mio secondo turno, e mi resta difficile raccontarlo anche agli amici che mi chiedono come è andata, perchè alle volte le parole non sembrano adatte a descrivere l'esperienza. Perciò solo pochi flash, tre anziani in dialisi

un signore che fa dialisi da 20 anni: "poi mi dovevano operare, e lì per lì avevo paura, poi mi ha fatto clik nella testa e ho pensato, tanto m'addormentano, un sento nulla, se va bene bene, sennò son già di là..."

una signora novantunenne che mi racconta quel poco che ricorda della seconda guerra: "si scappava in quà e in là e non si sapeva dove andare"
mi dice che è analfabeta :"è brutta l'ignoranza, brutta brutta"

un'altra signora che ha lavorato per 23 anni in una fabbrica di birra, da quando aveva 15 anni, per mantere i genitori, che non avevano nessun tipo di pensione.
Poi entra nella Cgil: "s'è lottato, perchè prima era diverso, non c'erano tutti quei diritti che ci sono ora" "dai lavoratori io ho imparato tanto, più che dai miei genitori o da chiunque altro, in fabbrica sò stata proprio bene"

Zuppi

PS
un'infermiera di dialisi ci hanno detto che per l'igiene sarebbe importante mettersi i copriscarpe in quel reparto, perciò cercate tutti di ricordarlo, sono sul ripiano inferiore del carrello metallico all'ingresso di dialisi.


sabato 2 gennaio 2010

29 dicembre 2009

Ciao a tutte/i. Vi inoltro il reporto di Matilde, in arte Giuggiola. Il suo è stato un esordio eccellente e io ne sono felice. Questo gruppo inimitabile si arricchisce - mese dopo mese - di persone di autentico valore umano.
Vi saluto con affetto e, come sempre...
bachi e abbacchi a tutte e a tutti!
Formag

Ponte a Niccheri, ore 08.20: ma cos’è tutta questa nebbia!Una leggera pioggerella bagna delicatamente la nostra città, che sembra non riuscire a svegliarsi avvolta com’è dal buio mattutino di fine dicembre!
Arrivo in anticipo, indugio un po’ all’entrata: che emozione, è il mio primo turno! Riuscirò ad essere disinvolta? Chissà cosa mi verrà di fare, chissà quante persone incontreremo.. tra me e me continuo a ripetermi “stai tranquilla Mati, hai la tua borsetta piena di giochini e carabattole divertenti”! Mi fermo a fare due chiacchiere con una donna rom, mi sento bene, i miei occhi sorridono e lei lo sottolinea: ecco allora tutte le mie energie raccogliersi! Raggiungo Formaggino alla macchina ed in quattro e quattr’otto sistemo le calzette colorate, il camice e mi dipingo il nasino di rosso. Signori e Signore, Madame e Mensieur... ecco a voi GIUGGIOLA! Formaggino prende il suo beauty cheese, io la magica valigetta clauna e ci incamminiamo verso l’ospedale con l’ombrello invisibile (per i giorni senza pioggia!).Dopo qualche chiacchiera introduttiva andiamo verso il reparto di pediatria. Il corridoio è tutto silenzioso, ci dirigiamo dalle infermiere per avere informazioni sugli ospiti del reparto: si comincia! L’accoglienza da parte del personale mi appare calorosa e allegramente complice, fondamentale per lavorare insieme con serenità e rendere più piacevole l’ambiente del reparto!
Nella prima stanza che visitiamo troviamo un trio tutto al femminile: bambina, mamma e nonna! La piccolina è stanca, ha passato una nottataccia.. la mamma e la nonna giocano con noi, agganciano subito l’umorismo clauno e si divertono tutte contente della visita dei dottori giugi e petit formage! Durante la distribuzione di regalini e palloncini entra nella stanza un’altra famiglia, e la dott.ssa giuggiola perde la testa per gli occhioni spalancati e pieni di meraviglia dalla bambina.. oltre che della sua splendita risata!! Formaggino è riuscito a farla ridere a crepapelle facendo il verso del bassotto-palloncino creato per lei! Salutiamo tutti contenti e ci intrufoliamo in un’altra stanza: ecco una bambolina bionda a sedere sul letto, con una lacrimuccia che scende pian pianino sulla guancia.. le hanno appena fatto un prelievo del sangue- per lei un bel palloncino rosa a forma di fiore!! Ci ringrazia per il regalo con tanti bei sorrisi. Scambiamo qualche parola con i genitori, sento che facciamo bene anche a loro – mi rendo conto di quanto sia importante coinvolgerli nel gioco con il bambino, e sono felice di scoprire che ciò avviene nella maniera più spontanea .
Ultima visita del nostro giretto in pediatria, una stanza piena di ospiti: un bel giovanotto di undici anni e due dolci fanciulle adolescenti, tutti con le rispettive mamme. La valigetta clauna è rimasta chiusa, abbiamo parlato e scherzato: solo parole, sguardi e un po’ di ginnastica facciale! Ho trovato che in questa circostanza (in cui la degenza degli ospiti era e sarebbe stata più lunga rispetto alle bambine incontrate nelle prime stanze) le mamme avevano più spirito di chiacchiera, più voglia di aprirsi a noi, di “sfruttare” il nostro personaggio come appiglio per sperimentare e vivere un momento diverso e di gioco, di spensieratezza.. Devo ammettere di aver avuto qualche difficoltà quando mi sono trovata a parlare con le due fanciulle grandicelle, forse perché le ho sentite come coetanee, forse perché per la prima volta durante il turno ho perso un po’ di sicurezza ed ho provato imbarazzo.. Credo che questo faccia parte del gioco e che sia un percorso necessario e di crescita, soprattutto quando ci troviamo a lavorare sulla relazione tra noi e gli ospiti dell’ospedale. Salutiamo tutti i piccoli pazienti, le rispettive famiglie, il personale del reparto e ci allontaniamo con un sorriso.
Prossima fermata: dialisi. Durante il nostro giro per i corridoi salutiamo qua e là, e con mio grande stupore riceviamo ovunque un caloroso benvenuto!! Prima di entrare in reparto Formaggino mi introduce qualche racconto dello speciale clima che lo avvolge. Lasciamo le nostre valigette all’entrata e cominciamo dal fondo (“come sempre”). Trovo un’affettuosa accoglienza dal personale e soprattutto dagli ospiti del reparto. Contro ogni aspettativa, mi trovo incredibilmente a mio agio! Pian pianino mi presento, mi faccio conoscere ed imparo a conoscere i pazienti. Trovo fin da subito tanta curiosità, che ricambio con ogni storia che mi viene raccontata.
Ascolto, ascolto, ascolto. Sto con la loro sofferenza, con il loro umorismo, con i vecchi ricordi e quelli più recenti delle feste trascorse in famiglia.
Il giro è terminato, ed il tempo mi è sembrato volare via in un soffio. Usciamo dal reparto, ci laviamo le mani mentre mi tornano in mente tutti gli sguardi degli ospiti, che associo immediatamente ad i loro meravigliosi, delicati sorrisi. Non mi aspettavo un’accoglienza così gradita, temevo un rifiuto da molti pazienti. Ed invece ho percepito in maniera molto chiara e semplice l’utilità del nostro lavoro, dei nostri sorrisi e delle nostre parole. Recupero la mia borsetta e realizzo di non aver tirato fuori da questa nemmeno un giochino, le palline, le bolle di sapone.. tutte le cosine che mi ero preparata da qualche settimana! Ne parlo con Formaggino, e mi/gli dico che forse è stato meglio così: ho ascoltato attentamente me stessa, senza nascondermi dietro a qualche bolla di sapone e giochini pre-confezionati. Ho imparato da Formaggino (a cui mi sono appoggiata molto durante questo primo turno), ho imparato da tutte le persone incontrate durante la mattinata. Nonostante la nebbiolina e la pioggia fine fine, sento il sole che splende.

Giuggiola