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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


sabato 31 luglio 2010

26 Luglio 2010

Cari clauni e amici ecco a voi il primo report di Briciola come tutor, buona lettura.
Nuvola

Non mi sentivo pronta.
Reduce da due settimane impegnative di campi estivi, stanca. La mattina il turno. Ci penso e non mi sento pronta. Non so perchè so solo che mi tremano le gambe al pensiero di dover condurre un turno. Per fortuna c'è Zuppy con me e so che sarà lui un'ottima guida. Mi faccio coraggio. mi vesto da briciola e aspetto così nel parcheggio. Zuppy arriva e scambiamo due chiachciere. io vorrei sorvolare la sala prelievi ma è stipata di gente e zuppy senza nemmeno darmi il tempo di rendermene conto entra a piede sicuro. Proiettati come sprovveduti don Chisciotte tra i mulini ci metiamo a parlare qua e là. La gente è diffidente. Una bamina si avvicina e la mamma subito: "per lei si che andate bene". Mi verrebbe da rispondere evito. Stiamo per battere la ritirata. Nessuno sembra interessato a noi. POi vengo rapita da due sagome. Una coppia di signori di una certa età. Mi metto a parlare. Sono deliziosi. Zuppy intavola una discussione sul cinema. Poi senza pensare e senza sapere chiedo alla signora se ha nipoti, dato che parlava di scarpine fatte ai ferri per bambini. Lei mi dice che non ne ha. Le fa per i figli di amiche di sua figlia. Sua figlia è morta. Aveva 27 anni,un tumore. Mi sento mancare, trattengo le lacrime mentre mi mostar la foto, orgogliosa. Molto bella davvero. Zuppy trova le parole, io stringo forte la mano della signora. poi compare un tipo strano, molto buffo che si presenta come l'accompagnatore dei due signori. Dice che si sono consociuti in sopedale prpoprio lì in sala prelievi e che da allora vengono sempre insieme. E' il loro taxista e dato che gli esami sono simili si fanno compagnia. Conosce un sacco di persone, si ferma a salutare tutti è davvero moto gioviale. Facciamo per andare via, la gente pare che abbia cominciato ad accorgersi di noi. Zuppy afferra la maniglia della porta dei prelievi ed entra....lo ringrazio per averlo fatto mentalmente, io non so se avrei battuto davvero ritirata. Dentro non c'è molto da fare. Sono tutte persone adulte, tranquille. Un signore ci aggredisce un po' dicendo che le domande come "come va" andrebbero abolite in ospedale perchè se uno è lì non va di certo bene.... Notiamo una graziosa signora con occhiali da vista esageratamente grossi. Sono quasi alla moda, glielo acciamo notare. Ci racconta del marito, gli occhiali erano suoi. Nel giro di poco due semplici domande, in apparenza, ci hanno aperto la porta a storie profonde, dolorose. In dialisi stiamo davvero tanto, forse più di 3 ore...solo da Gino e Gino passa più di un'ora. Ci raccontano tante cose impegnative. I trapianti, la paura, il dolore della malattia e del non poter lavorare come si deve, il problema economico di mantenere una famiglia in quelle condizioni, la vergogna di ricevere un'invalidità irrisoria che non basterebbe nemmeno per la benzina....poi Gino comincia a dare consigli a Zuppy sulle donne. Nell'angolo c'è Franco. Un signore con la faccia davvero simpatica. Non vorrebbero lasciarci andare... Ecco Bruno, mi fermo. Parla molto dell'amore per sua moglie, della sua fede. Parla come un fiume senza argini, gli occhi umidi di lacrime. Io ascolto, gli stringo la mano e come sempre non so che dire. Gli sorrido quasi a chiedere scusa. E poi Bruna e pietro. Il letit motive continua. Questo turno è segnato da storie profonde e piene di sofferenza. Mi colpiscono gli occhi di queste persone, la loro profondità d'animo. Siamo esausti, usciamo e ci fermiamo un po'. Vorrei chiedere scusa a Zuppy perchè mi sento strana. Svuotata. In pediatria non c'è molto da fare. Un solo bambino. Parliamo con il
padre, molto preoccupato. Usciamo. Io sono distrutta. mi sento impotente. Penso a come non sarà facile copire il mio stare in ospedale da dottore, a come dovrò riuscire a conciliare ogni aspetto, ogni momento tra l'oggettività medica, l'emotività mia e l'empatia. Mi chiedo se sarò in grado di farlo.
Briciola

martedì 27 luglio 2010

24 Giugno 2010

Terzo turno.. Otto meno dieci, parto da casa, con largo anticipo ma con gli occhi ancora socchiusi riesco a sbagliare strada ed ad arrivare precisa davanti all'ospedale. Vedo Nuvola sulla panchina, lo raggiungo, due chiacchiere e.... VIA!!!! Mi avverte subito che oggi sarà un turno difficile perché aspettiamo tre ospiti d'eccezione... Subito in sala prelievi, stranamente poco affollata, ma d'altronde è sabato mattina di luglio, e pochi hanno voglia di andare a farsi le analisi... Primi 5 minuti di panico del non saper che fare, poi piano piano mi sciolgo, seguo nuvola dentro alla sala prelievi dove trovo una bambina di una dozzina di anni sul lettino con una faccia cadaverica, con babbo e mamma alle sue spalle che avevano molta più paura di lei... mi metto lì a cercare di distrarla, pochi istanti e... tutto fatto! Poco dopo ci allontaniamo, con un bilancio più positivo del previsto! Corriamo in pediatria dove per fortuna troviamo solo tre neo-nati, due chiacchiere con le loro mamme e siamo pronti per la dialisi.. Ecco che entriamo, partendo dalle ultime camere, troviamo P. un signore di 84 anni che riesce ad incantare entrambi... pensionato marconista (ossia quello che stava al telegrafo a ricevere e inviare messaggi) della guardia di finanza,ci spiega come facesse a tradurre segni in lettere, due al secondo.. incredibile! 26 anni di dialisi, figlio perduto all'età di 21 anni... insomma non si è fatto mancare niente.... Cambiamo camera, dove troviamo la signora M. che d'improvviso inizia ad urlare a squarciagola dal dolore alla gamba, dice che non ce la fa a resistere dal dolore, urla, prega qualcuno di farle qualcosa. Mi sento una briciola di pane in terra, nuvola cerca di avvicinarsi per cercare di tranquillizzala, io invece purtroppo l'unica cosa che riesco a fare è uscire dalla camera, fare un respirone profondo e trovare il coraggio di rientrarci. La situazione si calma un po' ma silenzio nella camera, anche gli altri pazienti non fiatano, gli infermieri neanche. Proprio in questo momento arrivano gli ospiti d'onore, salutiamo promettendo di ritornare tra poco. ZIA CATERINA E DUE CLOWN che hanno lavorato con Patch Adams (uno danese e l'altro di Trento). Torniamo in dialisi e stavolta cerco di stare un po' indietro, 5 persone in reparto sono davvero tante ma data l'esperienza degli ospiti e di Nuvola tutto va per il meglio! usciti dalla dialisi è ancora presto e quindi Nuvola decide di fare irruzione nel PRONTO SOCCORSO!!!! Timidamente entro, mi guardo intorno e vedo Nuvola, Caterina e gli altri due clown con me, prendo coraggio e trovo la signora V., di una dolcezza unica, che ci ringrazia tanto di essere andati lì a portare "AMORE" come dice la Zia! poi sala di attesa del pronto soccorso, baccano anche lì, rientriamo per salutare tutti, infermieri e pazienti e piano piano ci allontaniamo.
Che dire.... terzo turno, difficile ma bello davvero.... esco dall'ospedale con un cuoricino pieno pieno, anzi stracolmo di sensazioni e insegnamenti che ci vorrebbero tutti i giorni... Grazie Nuvola, grazie Caterina.

Pallina

martedì 20 luglio 2010

Da Pietro....nonno gennaro

Cari amici Pietro è diventato inarrestabile con la scrittura....e io coinvolgo sempre tutti voi....è solo che aver detto a una persona in ospedale quasi per scherzo, ma perchè non provi a scrivere anche dei racconti? e avere adesso tutti questi racconti da Pietro che si è dedicato a questa attività essendo felice e sentendosi utile in realtà a me piace molto davvero e allora voglio condividere con gli altri i suoi racconti, a me poi piacciono perchè raccontano storie vere che altrimenti non conosceremmo e inoltre una persona che si apre fa sempre un gran piacere, qua sotto la sua mail e poi il racconto...per farvi capire la gioia che ci mette a scrivere....e pensare che c'è gente con due gambe (lui lo sapete ne ha una sola e è dializzao) che si lamenta e basta...magari perchè non trova parcheggio al supermercato......
Nuvola

Caro Nuvola,
ci ho preso gusto; ti mando il racconto IL BISNONNO GENNARO. Stavolta non ho cercato nei miei ricordi, ma ho vivacizzato una vecchia memoria, che una zia ebbe la saggezza di passare da orale a scritta. Spero che tu lo possa pubblicare, comunque io mi sono divertito e sono contento.
Ti abbraccio,
Pietro Cipollaro

IL BISNONNO GENNARO
La sua storia fu raccolta dalla nipote Matilde ed io, una generazione dopo, la rendo pubblica.

Cipollaro è un nome napoletano denunciante, come tanti, antiche origini contadine. Da Napoli vengono i miei antenati; i miei trisavoli erano buoni borghesi: avevano un bel negozio di tessuti in centro; ancora giovani sposi morirono durante l’epidemia di colera del 1837-38. Il quarto figlio, Gennaro nato nel 1837, si salvò perché era in un paesino fuori città, a balia, come usava allora nella buona borghesia. Nel caos burocratico che seguì il colera, si persero le tracce del negozio; ovvero un tutore d’ufficio molto disonesto si prese tutte ‘e cose, sistemò in un ospizio i 2 orfani maggiori e smise di pagare al “balio”, marito della balia, la retta per il piccolo. Gennarino era cresciuto con la balia, aveva 5 anni e, senza più la sua mamma, lo avevano avviato alla devozione per la Madonna. Il balio già teneva famiglia; poiché il bambino in più era di buon appetito, gli mise una cinta molto stretta, per farlo mangiare di meno; poi, non sperando più di essere pagato, cacciò Gennarino da casa. Che fa un bimbetto in quelle condizioni? Cerca un nascondiglio riparato tra le frasche e sta all’erta, a vedere quando quell’uomo cattivo esce di casa, per tornare dalla balia impietosita, che gli dà qualcosa da mangiare e via di fretta. Durò poco; il balio se ne accorse, arrabbiatissimo urlò alla moglie caritatevole e picchiò il bimbo. Spaventato e piangente, Gennarino capì, che doveva abbandonare quella casa non sua, che doveva cercare un altro posto dove vivere. Gli avevano detto, che i suoi genitori erano morti a Napoli e lui s’incamminò verso la grande città. Arrivò stanchissimo e confuso in quel posto pieno di gente sconosciuta; la balia gli aveva detto qualcosa di religione e dei preti: entrò in una chiesa, si nascose accucciandosi in un confessionale, era duro ma protettivo, si addormentò pregando, sfinito.
Il mattino seguente il parroco lo trovò e s’intenerì a sentire la sua storia di orfanello. La Provvidenza, che ai preti poveri non fa mancare il necessario per vivere, quella volta gli aveva mandato un bambino a cui provvedere; lo mandò da una vedova per la prima assistenza, se ne prese la responsabilità, fece in modo di tenerlo nascosto al tutore, per evitargli il tristo ospizio, col tempo gli ottenne qualche lavoretto da ragazzo.
Gennarino crebbe con un riferimento sicuro: la sacrestia del buon parroco; era grande ormai, aveva un suo alloggio in una soffitta; da dove udì le cannonate, che non impedirono l’ingresso trionfale di Garibaldi a Napoli il 7 novembre 1860, mentre il Re Franceschiello era corso a rifugiarsi nella fortezza di Gaeta.
Gennaro era diventato un giovanotto alto, robusto; istruzione poca, il parroco lo aveva fatto assumere come operaio della ferrovie, settore in sviluppo dopo l’inaugurazione nel 1839 della Napoli-Portici, 8 km, la prima in Italia; perché i Re di Napoli, i Borbone di cattiva fama, avevano avuto all’epoca idee di progresso tecnologico. Il parroco gli consigliò di ammogliarsi, mettendo gli occhi su qualche fanciulla assidua alla Messa ed alla Comunione. Poiché Gennaro era intelligente, da operaio era diventato subito un tecnico; poté mettersi la giacchetta buona ed osare di andare a chiedere la mano di una fanciulla bellissima, alta, fluenti capelli biondi, occhi azzurri, che era molto assidua nella sua stessa chiesa.
La fanciulla dei suoi sogni era figlia del Cap. Gaudini, del disciolto Esercito Borbonico; il padre accolse cordialmente quel giovanotto dal bel portamento e dai modi signorili. Ah, vui site u giuvanotto amico d’u parroco, faticate alla ferrovia Napoli-Portici, ah il progresso, il futuro, bravo! Ma questa figlia mia non si vuole sposare, tene ‘a vocazione religiosa, se vo fa’ monaca; ma vuie mi site simpatico, c’è ‘a piccirella, e maritateve a Filumena. La sorella minore aveva anche lei gli occhi azzurri, ma non era di certo bella, piccolina,di notevole solo il naso. Quel futuro mio bisnonno era buono, troppo buono, quasi fesso. Davanti a Filomena, mani giunte in adorazione di chillo bellu giuvane, tutta presa dal sogno di maritarsi, Gennaro non ebbe la presenza di spirito di tirare fuori dal gilet l’orologio e dire: “scusate assai, mi si è fatto tardi, tengo un impegno”. No Gennaro disse: “va buò, me piglie a Filumena”.
Permettetemi di rammaricarmi in napoletano: “Se doveva fa monaca, chilla scema! Io putive esse biondo, alto, bellissimo, co’ tutte ‘e fimmene che me currieno appresso; no! Piccolo e nero!”.
Il matrimonio con Filomena fu felice e fecondo: 11 parti, 6 nati, 3 maschi e 3 femmine, di cui 2 si fecero suore. La madre morì anzitempo e la prima figlia, Francesco, restò in famiglia ad accudire i fratelli e poi il vecchio padre.
Dopo il matrimonio era successo un fatto importante: nel 1861 fu proclamata l’Unità d’Italia; le Ferrovie dello Stato cercavano tecnici per l’Officina Centrale posta a Firenze. Sono balle le canzoni: “luntane ‘e Napule nun se po’ staaa”. Gennaro fu ben contento di lasciare quella città amara, specie con lui e fece benissimo; perché si evitò un altro terribile colera, che si sarebbe ripetuto nel 1884. Con coraggio e fiducia, con la moglie Filomena ed i primi 2 figli si trasferì a Firenze. Fu un tecnico delle ferrovie molto apprezzato; da essere mandato all’Esposizione di Parigi, a presentare la macchinetta per bucare i biglietti, che lui aveva perfezionato, se non inventato. Si erano stabiliti in un quartiere allora moderno, in via Pompeo Neri. Famiglia numerosa e tutti i figli agli studi, futuri colletti bianchi; un po’ per necessità e molto per passione, Gennaro si attrezzò un’officina in soffitta ed eseguiva lavori di meccanica per conto terzi. Continuò ad andare a messa tutti i giorni, a recitare il rosario camminando, la domenica a rientrare con le paste per i nipoti; uomo di pace, il 4 novembre 1918 fine della Grande Guerra, si spense serenamente ad 81 anni, fissando il quadro della Madonna, che si era portato da Napoli.

19 Luglio 2010

Carissimi clauni e amici, vi invio il report di Giuggiola di ieri mattina, aggiungo solo due cose....le persone in fila per il coumadin mi hanno rivelato che ra uscito un articolo sul giornale che io nemmeno avevo visto, meno male c'è chi ci sta dietro...se fossimo soli sai che confusione, poi è successa una cosa bella secondo me...stavo parlando con una persona quando un anziano ha urlato...che si fa meno rumore...e siamo in ospedale...aveva una faccia incazzata e una gamba fasciata...potevo lasciar fare, chiedere scusa se parlavo troppo alto di tono e abbassarlo...ma siccome non stavo parlando a voce alta l'ho vissuta come una richiesta di attenzione e allora mi sono avvicinato, gli ho detto che all'ospedale un si deve mica per forza stare zitti...anzi...mi sono abbassato sulle ginocchia perchè lui era seduto e mi sono messo a parlare sottovoce con lui, gli ho chiesto della gamba e lui mi ha raccontato che stava male, aveva avuto una brutta malattia e altre storie, c'era sua moglie accanto a gli ho chiesto da qunato erano sposati...erano 25 anni e poi magicamnete si sono sciolti e mi ha detto...o scusa per prima...e allora ci siamo messi d'accordo che se uno sta male ogni tanto pole urlare, non sempre ma ogni tanto va bene, la prossima volta se ci si trova che sto male io e bene lui siamo d'accordo che io posso urlare con lui, abbiamo concordato che il clown parafulmine va bene e fa parte del lavoro...insomma alla fine siamo diventati amici...la bellezza è che si poteva anche fare finta di nulla....ma non sempre chi è arrabbiato non ti vuole, a volte si ma a volte no...capirlo non è facile, diciamo che m'è andata bene vai....Giuggiola parla te ora che sei meglio di me vai......

Nuvola


Quante cose da dire! vediamo se riesco a raccontarle in maniera comprensibile.. potrei intanto cominciare con un GRAZIE rivolto alla clownterapia, alle persone che ho incontrato durante il turno, a Nuvola- sto passando un periodo un po' difficile, e negli ultimi giorni avevo la testa confusa, piena, caotica, mogia mogia.. altro che giuggiola in un brodo di giuggiole!! durante la mattinata ho recuperato pian pianino la lucidità grazie agli abbracci, le coccole, i sorrisi, le chiacchiere e le risate delle persone- EHM.. chi si prende cura di chi?? sono state quattro ore terapeutiche!! finito il turno mi sono sentita benissimo, lucidità mentale recuperata, energie ritrovate.. sembravo uscita da un centro benessere!!
ora che vi ho resi partecipi degli effetti della auto-clownterapia o della specchio-clownterapia, comincio il racconto.
Sala prelievi caotica, tanti volti familiari.. quelli di' coumadin!! e due donne col pancione a fare gli esami di routine. C'era una ragazza accompagnata dalla mamma, che paura l'agooo!! agitata agitata, le ho suggerito di fare per qualche minuto la respirazione col diaframma per cercare di rilassare il proprio corpo e stemperare l'ansia.
Delirio per ritirare i risultati, ma un sacco di risate!! e tanto appoggio al nostro gruppo!
Andiamo in dialisi, dove nuvola viene colto da una ridarella acuta (c'è chi va in palestra per la prova costume e chi si fa gli addominali ridendo) e tra un po' ci resta soffocato! scambio di ricette e di vecchi rimedi delle nonne con le signore, ci facciamo venire tutti un certo languorino.. con Pietro partiamo per un tour immaginario, ci racconta della sua passione per il ciclismo e per la montagna, della scelta del quadro sul retro della copertina del libro che ha scritto.. veniamo rapiti dal suo narrare.
Andiamo da Patrizia, e Nuvola inventa un gioco terapeutico: lasciandoci sole, ci fa parlare come se fossimo madre e figlia per confrontarci sui nostri rispettivi ruoli: in questo modo Patrizia, sentendosi raccontare il mondo da una ventiquattrenne, può avvicinarsi al mondo e al sentire della figlia e capire come stare con lei- accettando un modo di vivere della figlia diverso da quello che lei aveva immaginato. Per giuggiola è stato terapeuticissimo raccontare la storia con la propria madre ed avere un'altra mamma davanti a tradurre ed interpretare dinamiche familiari. CHI AIUTA CHI?? è stato davvero un bello scambio, grazie Patrizia.
Pediatria: affollatissima!! Nuvola ha realizzato il suo sogno.... avere l'autografo del DIRETTORE DELLA LEGO!!!!!!!!!! era in vacanza con il figlio (sono norvegesi) che purtroppo ha avuto una colica, e quindi si sono ritrovati a trascorrere qualche giorno in ospedale. Abbiamo fatto un giro anche nelle stanze di neonatologia, quante belle mamme!! e quanti bambini nati.. piccini picciò! nell'ultima stanza c'erano una bambina ed una mamma francesi, anche loro in vacanza.. per fortuna nuvola se la cava bene con il francese, così si sono potute sentire accolte ed ascoltate!
Questo è tutto signori! Un grande sorriso a tutti!
giuggiola

lunedì 19 luglio 2010

17 Luglio 2010

Che mattinata particolare!!!!
Nella sala prelievi c'era pochissima gente. un bimbo picolo e basta con una nonna con paure e spauracchi che nel parlare li ha manifestati tutti ( "No non ti portano via.....).
In dialisi aria triste e mesta e un po' stanca ma la dolce Coccinella ha saputo senza dubbio trovare il modo giusto per approciare e l'ho seguita. Son rimasta interdetta per le urla di M. di dolore che erano uirla parossistiche d'insofferenza.Tra la suonatina delicata di armonicaa bocca di Coccinella e una mano tenuta ed accarezzata e la chiacchierata sulla famiglia di M. e l'antidolofico che finalmente ha fatto effetto ..ci siamo barcamenate.
C'e' chi era disponibile a parlare e chi ci invitava a levarsi di torno..ma tutto sommato non e' andata male, temevo il peggio. Anche le infermiere sono state carine e collaboratrici stamani. Dai bimbi c'era ancora M.col problema ai reni e con le conseguenze della biopsia di ieri pomeriggio...l'abbiamo trovata malee col desiderio di vom....L'abbiamo lasciata col cibo arrivato e con l'atmosfera sicuramente sollevata.

Arancina.

martedì 13 luglio 2010

12 Luglio 2010

Carissimi clauni e amicI, mentre aspetto il report di Arancina inizio a dirvi qualcosa, il turno di ieri è stato davvero particolare, in effetti tutti e tre gli ultimi turni sono stati particolari….che si inizi a entrare davvero in una storia diversa? Siccome vorrei lasciare spazio a Pan e Arancina che mi accompagnavano spiegherò solo perché ieri il turno aveva un argomento, di solito non lo facciamo, ma ieri mattina parto da casa alle sette e mezzo e dopo dieci minuti mi arriva il messaggio di una mia amica che mi dice che stava per entrare in sala operatoria a Roma per il trapianto di reni, siccome Roma è lontana ho cercato un modo per starle vicino almeno col cuore. Dovete sapere che lei è la figlia di un grande scrittore della Maremma che ho conosciuto alcuni anni fa e che adesso non c’è più, dovete anche sapere che il motto di suo padre, che lei ha ripreso quando ha fondato l’associazione per ricordare il suo enorme lavoro, era “Da aspera ad astra” , un motto latino che significa raggiungere le stelle passando per le asperità, insomma quello che cerchiamo di trasmettere alle persone che incontriamo in ospedale, ossia che la malattia può anche essere una grande occasione di crescita e così le ho mandato un messaggio con scritto il motto e ho dato il titolo al turno, sono successe tante cose belle, diverse persone in sala prelievi ci hanno raccontato le loro malattie, come hanno superato il tumore, siamo arrivati ad augurare il tumore (ovviamente stavo scherzando ed era chiaro) a una mamma incinta per fare una bella esperienza di crescita…ma lo strano è che lei invece di offenderci e picchiarci ci ha ringraziato e si è messa a ridere, la differenza sta in come si dicono le cose e non in cosa si dice, dire buongiorno in maniera sgarbata a volte risulta più offensivo…la cosa che m’è piaciuta di più però è stata che dopo che una signora ci ha raccontato la sua malattia per la quale ha rischiato di morire e dopo averci detto che grazie a questo aveva imparato tanto io ho urlato…c’è qualcun altro che ha rischiato di morire e ce lo vuole raccontare?...un attimo di gelo…due secondo soli però…si è alzata una signora dall’ultima fila e ha urlato…io c’ho avuto un tumore raro…aspetta ve lo racconto…..questo ha decisamente cambiato l’atmosfera e l’atteggiamento di tutti…non è facile succeda ma quando succede mi verrebbe voglia di sdraiarmi davanti a tutti e non alzarmi più…mi piace quando la gente reagisce così…poi è arrivata anche Caterina, del taxi milano 25, a fare il
turno con noi e anche lei è straordinaria, grazie anche a lei è successo di tutto, per farvi rendere conto vi racconto l’ultima cosa, alla fine del turno scorso avevo trovato un musicista di strada che era ricoverato per operarsi a un piede, solo dopo che sono uscito mi è venuto i9n mente che potevo regalargli una piccola armonica a bocca che ho dietro e che non so suonare, magari a lui faceva piacere, pazienza…ieri al bar l’ho ritrovato e ho deciso di regalargliela, lui non solo ha ringraziato ma è corso in camera a prendere la sua chitarra e ha iniziato a cantare in pigiama al bar e nei corridoi insieme a noi davanti a tutti, la gente non capiva niente…vedeste le facce che
facevano…da ultimo l’abbiamo portato al centralino che è in cantina accanto ai nostri armadietti perché la abbiamo pensato che non vedono mai nessuno essendo in cantina e così gli abbiamo portato Fabio e la sua chitarra…erano felicissimi e cantavano tutti insieme…insomma è stato proprio bello

Nuvola

Stanco..direi stanchissimo...ecco come inizia oggi il mio turno...Arrivo nel parcheggio di Pontanniccheri, oggi con Righeira il mio cane immaginario, in condizioni disastrate...poi vedo Nuvola e penso che c’è chi sta peggio di me...Andiamo a prender un caffè aspettando Arancina e ci avviamo verso la sala prelievi con un tema per oggi prefissato, "Da aspera ad astra", ovvero come si può arrivare alle stelle attraverso le asperità....Tema non facile da affrontare…ma Nuvola ci riesce...inizialmente con un po’ di occhi torvi da parte delle persone...alcune l'hanno tenuti fino alla fine...ma la maggior parte dopo un po’ di titubanza, soprattutto sull'augurio di un tumore ad una
signora, si è sciolta, ha capito dove volevamo andar a battere....è stato bello veder che qualcuno si è alzato ed è venuto a parlar della propria esperienza personale...di come dalla sofferenza a ritrovato la forza di reagire e vivere...quella voglia che senza il dolore non avrebbe mai trovato.Parliamo e giriamo un po’ tra i vari ospiti della sala...facciamo compagnia a Carolina, una bimba intimorita dal famoso ago del prelievo....quando poi nonostante abbia trattenuto le lacrime si capiva benissimo che aveva più paura la finta mamma coraggiosa...Saltiamo in dialisi per salutare tutti al volo e avvertirli che torneremo con un ospite d'eccezione. Bimpatapimpumpam e scivoliamo in pediatria...oggi piena di bimbi.....................................................soprattutto affascinati dalle fantasmagoriche bolle di sapone....wooooooow....polmoniti,convulsioni e febbri...nel mentre arriva una fata in corsia...è Caterina, per chi non lo sapesse è colei che gira per Firenze con quel taxi multicolore per portar a giro i genitori dei bimbi ricoverati al Meyer e non solo...Ci presentiamo e ci dirigiamo verso una stanza magica, o almeno per me lo è stata...stanza piccola, aria condizionata(unica stanza dove funzionava), una radiosa ragazza sui 34 anni e nel letto sua figlia...15 anni ed una malattia che non le permette di mangiare se non con la sonda, non parla, non cammina. Una situazione difficile per una ragazza di 24 anni..questa l'età di quando Simona ha partorito, questo il nome della mamma, una situazione che spesso porta rabbia, porta dolore, porta voglia di arrendersi...Invece mi ritrovo davanti ad una mamma Rambo, mi trovo spiazzato, fermo , immobile, disarmato....ho davanti una supereroe, una mamma. Mi trovo di fronte ad una forza talmente grande che quasi mi mette a disagio ma allo stesso tempo sento che mi riempie il cuore, l'anima e lo spirito...non so se è ammirazione o cosa ma vedo che nel suo "problema" è felice...vedo che non è sola...ci parla di suo marito e dell'altra sua bimba di 5 anni..ci dice di quanto è forte anche lei..e di quanto ama la sua sorellona...Ho davanti a me la potenza innaturale che sprigiona una mamma...Io, Nuvola, Caterina ed Arancina siamo li..fermi ad ammirare tanta bellezza. Mi vergogno quasi a ripensare a quanto mi lamento spesso per le cose stupide quando poi c’è chi ha una carattere così davanti i veri problemi...Esco da quella stanza e mi sento pieno. Scendiamo giù... Siamo in fila al bar e troviamo Fabio...paziente ricoverato epr un operazione al piede...tira fuori l'armonica e corre a prender la chitarra... Ora io dico....ma chi si aspettava di finir il turno a cantar i Gipsy King con Nuvola, Caterina, Arancina e la Maria che batte le mani con il nostro paziente in pigiama davanti l'ospedale?!... Monto in auto felice...E ringrazio Caterina per le parole dette, ringrazio questo progetto e Nuvola per avermi dato l'opportunità di passar giornate come queste...per aiutarmi ad imparare.

Un abbraccio a tutti
Pan




Eccomi, eccomi!!!! Che tturno!! Si si con due t....L'occasione del tema dato " Per aspera ad astra "e' stata molto stimolante ma mi ha scatenato anche un determinato livello di timore....spezialmente nella fatidica sala prelievi!!!! Dopo aver sentito enunciare dallo scatenato Nuvola il tema ho azzardato un timido tentativo con una signora molto triste e sofferente ed allorché le ho riproposto il tema...mi ha liquidato dicendomi che non trovava proprio nulla di divertente...... e ghiaccio fu......ho cercato il volto di Pan e ci siamo guardati oserei dire con un manto di sconforto sul cuore al quale non ho potuto reagire..o ma la mi verve indolle'?? In seguito Nuvola mi ha dato un imput...ma in quel frangente non gliel'ho fatta.....Bene perché comunque le reazioni delle persone che hanno partecipato sono state ad onor del vero straordinarie!!!! Chi avrebbe il coraggio di tirar fuori in mezzo ad altre persone una lotta avuta in passato dolorosa come quella contro un tumore, parlandone poi e salutandoci con un sorriso come quello che ci ha regalato? Insomma una mattinata intensissima, faticosa ma ancora non eravamo nel clou...... Saluto rapido alla dialisi con una promessa di rivedersi più tardi , allorché doveva arrivare Caterina del Milano 25 (che per me gli e'un personaggio, l'ha a dire icche’ la vole ma pper me l'e' e rimane una fata!!!!). Allora si va' in pediatria e lì abbiamo trovato e parlato con tre mamme...una che aveva come la figlia un sorriso pacifico che non ha mai perduto per tutta la durata del nostro incontro, ma lo hanno mantenuto anche dopo..... Una mamma che col marito avevano nuovamente il piccino ricoverato ma che Nuvola aveva già incontrato. Questa mamma e' stata particolarmente disponibile allo scherzo. Si e' rivelata una madre che aveva desiderio di parlare e di aprirsi raccontando episodi di vita vissuta. Infatti e' stata capace di raccontarci che durante un cambio degli armadi presso la sua magione per una giornata intera aveva bevuto e basta 4 litri e mezzo di acqua...e menomale, ma senza alimentarsi e si era sentita male! Così ci ha permesso di agganciarci a questo episodio a dir poco curioso della sua vita per arrivare a confessare il ladrocinio di un pan cioc a scapito del figlio di sei anni, assolutamente ignaro del gesto discutibile di sua madre!!! Non avevo ancora mai visto ridere così di gusto una mamma sino ad oggi in un ospedale.....nel mentre Pan intratteneva con la sua infinita dolcezza i bambini armato delle bolle di sapone! Abbiamo poi aspettato un po' nell'atrio davanti a pediatria io e Pan che sovraggiungessero Nuvola e Caterina. Allorché si e' presentata l'occasione lì ci siamo dati da fare per intrattenere i bimbi che sfrecciavano e che magari erano insofferenti a quell'ora! Abbiamo ricevuto un invito dal Dott. B. A. che lavora al 5° piano per una festa... Oh finalmente arrivano sia Nuvola che Caterina, quest'ultima ci spiega che il Dott. B.A. lo conosce e media per lui spiegandoci di quale struttura si tratti e con quale finalità.....chiarito quello.. valuteremo.... Torniamo in pediatria dove abbiamo l'occasione di tornare, c'eravamo già andati con Nuvola in precedenza, con Caterina da questa mamma S. e da sua figlia di 15 anni di cui non ricordo il nome anche perché sono rimasta scataflesciata dalla mamma. Nuvola le conosce già...Questa mamma e' un sole ambulante, sprizza tranquillità...ha svoltato già da un pezzo...ecco che si ricuce tutto proprio con il tema da cui eravamo partiti...Che forza che trasmette, fermezza nei suoi propositi di mamma dolcissima. Che incontro ..e che disponibilità ad aprirsi con una mezza squadra di calcio...be’ eravamo in quattro... In seguito scendiamo ed andiamo al bar con Caterina ed in coda davanti al cassiere ecco che arriva questo signore in pigiama, conosciutissimo da Nuvola, infatti Nuvola gli ha regalato una piccola armonica a bocca e lui attacca subito a farci sentire di cosa e' capace e ci propone di aspettarlo perché ha deciso,va' a prendere la chitarra..... Si e' formato in men che non si dica sto gruppo mucho particolar che nonostante le caratteristiche di stanchezza, il caldo e la ressa all'interno del bar ostentava questa attenzione ad un suonatore veramente bravo che stava "cordeggiando" brani che a me parevano di flamenco ma visto il mio personale livello di cottura non ci giurerei....Tutto bagnato da un'allegria e da una contentezza lievemente svagata che mi ha fatto schiantare dal ridere...Mi e' testimone Pan....Ci ho guadagnato anche una canzone dedicata mentre stavo per andare via....In ultimis il gruppo cantava all'entrata dell'ospedale con nuvola che diceva alle persone che dovevano passare " oggi e c'e' presa cosi'!!!" Che dire...grazie.
Arancina

martedì 6 luglio 2010

02 Luglio 2010

Care claune e cari clauni vi invio il report di Clorofilla, dopo il suo metterò anche due righe io….ma prima lei…buona lettura a tutti e ciao a presto.

Nuvola

Prima di tutto mi scuso per il ritardo. Ho scritto il report appena arrivata a casa, ancora con la testa in ospedale, ma come mi succede l'ho fatto su un foglio, che queste giornate pienissime mi hanno impedito di riscrivere. Chiedo venia, umilmente!Il più delle volte cerco di non credere troppo al destino. Mi fa comodo non crederci, in questo modo tento di non farmi risucchiare dagli eventi e di non dar sempre colpa al caso, quando spesso la colpa è mia.

So che comunque c'è, e oggi ha giocato a mio favore. Infatti ho tentato tutte le vie possibili per non fare questo turno, non perché non ne avessi voglia o bisogno, ma semplicemente perché era l'unico giorno in cui avrei potuto fare una cosa necessaria ai fini di un esame. Fatto sta che dopo aver tentato di far scambio o di farmi sostituire, ho deciso che basta, lo dovevo fare io, e adesso dico, per fortuna. In ogni modo mi andava veramente tanto, e ci sono arrivata serena. Una volta ritornata a casa mi sento un po'di diversa, un po' più diversa rispetto agli altri turni: mi ha dato una bella ventata d'ottimismo.
Sono arrivata in anticipo, come sempre, e persa tra le pagine di "L'eleganza del riccio", appena iniziato e rivalutato positivamente ( quando si parla di best sellers sono molto scettica), ho visto Nuvola, e di lì a poco il turno è iniziato. Pur avendo finito il turno più meno due ore fa non ricordo la linea temporale degli eventi, ma è lo stesso. allora, niente sala prelievi, per mia fortuna, causa sciopero.

Poi, subito dialisi. Ci torni dopo 2 mesi e tutto è come sempre. Gino e Gino che ti mettono buon umore, subito. Nuvola ha come argomento del giorno la "morte". Inaspettatamente nessuno si rifiuta di rispondere, insomma tutti provano a pensare a la morte che farebbe per loro, e insomma, nessuno ci infama o fa segni scaramantici. Che piacere poter parlare di morte!

Tutti in un modo o nell'altro rispondono, tranne Gino, il più magro, che preferirebbe essere immortale, perché insomma, duri fatica una vita, arrivi alla pensione e quando ti potresti riposare, via, schianti.

Nuvola ha un progetto di morte bellissimo. Non voglio svelare il suo segreto....La signora Margherita era un po' giù, non l'ho vista molto bene. Infine Pietro che dice che vorrà salutare con la mano, perché in quei momenti non ci si fa più a parlare. Ci siamo trattenuti poco, perché aspettavamo un ospite. In pediatria c'era solo una ragazzina di 16 anni, con lei abbiamo parlato della lettura, dell'importanza che ha, e Nuvola mi fa fatto tornar la voglia di leggere Pinocchio, e non solo a me, ma anche a chi era lì.

Una telefonata ha dato la notizia che l'ospite era arrivato. E così ho fatto conoscenza con la Zia Caterina. Credo che quest'incontro mi abbia fatto cambiare un po' il modo di vedere certe cose. Soltanto seguire quello che succedeva intorno a lei, nelle persone che capivano il suo messaggio, che manifesta con la sua vita mi ha mandato molto. Mi ha colpito, in profondità.

Le abbiamo fatto conoscere le bellissime persone della dialisi, che l'hanno accolta, come a casa, come fanno con noi. Ci sono stati dei momenti forti, di una profondità che mi è difficile trasmettere. Ho solo capito che lei fa molto per la gente e che, insomma, mi piace quel modo di fare. Diciamo che ho sentito molto amore, e compassione, niente pietà. Dopo questo turno però mi viene naturale fare una sorta di riflessione. Il costume è quanto di più importante nel primo contatto con l'altro. Mettiti un naso rosso e la gente parlerà con te. Toglitelo e nessuno farà caso alla tua presenza. Perché anche La Zia Caterina si dovrà così distinguere per rendere concreto il suo messaggio?Siamo tornati dalla sedicenne, Alice: aveva preso dei libri nella biblioteca dell'ospedale: ha capito il messaggio. Sono uscita dell'ospedale e sto meglio.

A differenza degli altri turni ho ascoltato di meno, c'è stato qualcosa di diverso, ma essere felice del turno vuol dire che andata bene.

Grazie caso, grazie Nuvola, grazie Zia Caterina.

Clorofilla

Come ha scritto Clorofilla è stato un turno particolare, prima di tutto per l’argomento morte, normalmente i turni non hanno un argomento ma venerdì m’è presa così e sono contento che tutti o quasi abbiano risposto vivendo l’argomento morte come se si parlasse di paste alla crema…o alla cremazione (va bene battuta orribile)….Caterina è davvero una bella persona e poterla ospitare nei nostri turni (perché succederà di nuovo sicuramente) per me sarà sempre una piacevole sorpresa e una grande occasione di scambio umano. Vi saluto adesso dicendovi come mi piacerebbe morire visto che Clorofilla non ve lo ha scritto…a me piacerebbe morire di una malattia lunga, difficile e dolorosa senza avvertire mai né la lunghezza, né la difficoltà né il dolore, mi piacerebbe come ultimo atto della mia vita trasmettere che nonostante le difficoltà si può cambiare e si può stare bene…e mi piacerebbe far capire che tutto questo dipende dalla maniera in cui si vive…ossia una bella morte secondo me dipende anche e soprattutto da una bella vita…come a dire…se vivi male…come puoi aspettarti di morire bene?....quindi incomincia da adesso a vivere bene e allora anche la morte sarà un semplice passaggio dal respiro al non si sa cosa…….

Nuvola

domenica 4 luglio 2010

03 Luglio 2010

Ieri mattina siamo arrivati in ospedale e tutto era tranquillo, sala prelievi con persone che avevano voglia di chiacchierare, pediatria con soli due bimbi e dialisi con i soliti pazienti ma quasi tutti in buone condizioni...ma la sorpresa in questo mestiere è sempre dietro l'angolo e non si sa mai come va a finire un turno...mi metto a parlare con una infermiera, andiamo in terrazza a fumarci una sigaretta insieme e a parlare delle nostre cose....nel discorso, non so come, ci entra Viola, che è una ragazza di 20 anni straordinaria, fa dialisi da due e ha avuto anche altri problemi di salute, lei fa il turno di dialisi pomeridiano e io la conosco solo perchè un paio di volte è venuta al mattino mentre ero presente in reparto, lei mi dice che Viola sta attraversando un periodo abbastanza difficile perchè essere giovani e fare dialisi ti porta a sentirti diverso dai coetanei che per la magior parte neanche capiscono cosa vuol dire e ti discriminano a prescindere, mi fermo a pensare due secondi, le chiedo a che ora sarebbe arrivata Viola e lei mi dice alle 14, decidiamo io e Zuppi di aspettarla e di lavorare un poco con lei....ne è valsa la pena...turno durato 8 ore ma è stato un incontro meraviglioso, lei si è molto aperta e devo dire che una ragazza così ci credo che ha problemi coi coetanei...lei sembra avere almeno 10 anni in più mentalmente e mi chiedo come possa relazionarsi con ventenni per la maggioranza maschi cretini e allora le racconto la mia storia di solitudine, la mia difficoltà a trovare una donna con cui stare, tutta roba durata almeno 7o 8 anni e vedo che capisce...poi le presento Zuppi che è un ragazzo della sua età...glielo presento e li lascio soli a parlare perchè possa capire che esistono anche ventenni intelligenti, ventenni che vanno oltre la malattia, la salutiamo dopo più di un ora e dentro rimangono i suoi occhi, occhi che la sofferenza ha scavato a lungo e reso bellissimi e straordinari...di una luce che quando ti hanno guardato per dieci secondi in maniera intensa te li porti dietro, ti mancano e speri di rivederli presto...se Viola capisce che deve solo aspettare un poco verrà fuori un essere umano meraviglioso...ha detto che vorrebbe venire a fare qualche turno con noi, io spero che riesca davvero a farlo perchè potrebbe darci moltissimo. Vorrei ringraziare Zuppi che è stato fondamentale e prezioso....e inoltre perchè quando gli ho chiesto di stare là fino alle quattro ha solo detto...devo avvisare....

il mio turno più bello.
gioia, serena complicità, intense sintonie(dimenticavo: pace, amore e sott'oli)
prelievi: grande vivacità, tutti allegri e chiacchieranti, bello bello, tutte le papabili(no, non c'è scritto paLpabili) mie spose sono fidanzate o timide, raccolgo però un bacio sulla guancia.
dialisi: lunga chiacchierata con un signore anziano e stupendo di cui mi sfugge il nome(il suo cane si chiama zampa però), che mi racconta di essere caduto in una brutta depressione e di esserne uscito con tempestivo brio.
'Per me, che sò molto hredente, l'è qualcuno da lassù'. Poi Nuvola ha un attacco estemporaneo di folle improvvisazione(il 1°) e mi chiede di guidarlo in una visualizzazzione e mi abbandona. Io ci provo e lui mi ringrazia esageratamente e mi dice che non è un caso che sia capitato proprio io quella mattina e che gli è servito molto(constato che arriva molto più di quello che mi sembra di dare).
chiacchierata con una sinpatica infermiera, poi con Franco che commenta le foto delle modelle di IO DONNA.
pediatria: due bimbi allegri con genitori & Co. molto piacevoli.
2° estemporanea follia di Nuvola.
N(Nuvola): rimaniamo fino alle due che andiamo a trovare Viola al turno del pomeriggio?
Z(Zuppi): ok.
panino, cicchino, oretta abbiocco-relax in sala prelievi e poi di nuovo su, a trovare Viola.
lunga intensa densa bella movimentata chiacchierata con Viola
3° follia, altra visualizzazione.
smontiamo infine alle quattro.

giornata emozionante e poi basta parole perché tanto non rendono, anzi, banalizzano. ciao!