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domenica 21 dicembre 2008

19 Dicembre 2009

Eccomi qua a scrivere il mio primo report…è sempre un po’ difficile “reportare”…all’esterno le sensazioni provate dentro di noi, scriverle, ma è un buon esercizio e ci fa comunicare.
È molto bello ed importante per me essere in ospedale, avere la possibilità di esprimermi in questo contesto, grazie.

Per iniziare potrei raccontarvi le cose che ho detto al Dott.Nuvola appena usciti, cioè che mi sento molto bene in questi panni: ascoltare le persone…cercare di comunicare..essere presenti nel momento in cui si è…cercare di sorridere davanti e dentro le difficoltà che ci si presentano tutti i giorni(come le malattie per esempio).
E’ da sempre che lo faccio, ho passato un sacco di tempo della mia vita a parlare con gli altri: parenti amici, sconosciuti.
Per un lungo periodo ho creduto fosse inutile, perché parlare non ti dà da mangiare, poi invece ho capito che parlare serve a molto è per me la base di tante cose, serve a crescere, a confrontarsi, a sentirsi meno soli ad alleviare le sofferenze e a condividere le gioie e ci sarebbe una lunga lista…ma l’ospedale…
Entrare già vestiti pronti…via…sala prelievi…seguo i passi del Dott. Nuvola e della Dott.ssa Sole, mi faccio portare…prendo confidenza con l’ambiente, sento il mio clown cosa mi dice…bei momenti, vedere delle signore sorridere…entrare nella stanza dei prelievi e far sorridere una ragazza che era tesa.
Poi passiamo su in dialisi Gino, Gino, Pietro, Francesco, Giorgio, Margherita…sento che la difficoltà verrà con il tempo, nel ricordare le cose che ci raccontiamo, portare avanti le relazioni…ma per adesso sento la voglia di farlo e mi impegnerò.
Nel reparto di pediatria-neonatologia, c’è stato un bambino che appena è entrato il Dott.Nuvola si è spaventato, così ci ha detto di entrare a me e a Sole, perché donne e spesso i bambini accettano meglio la figura femminile.
Stavamo lavorando con un bambino quando la Dott.ssa Sole si è accorta che il bambino spaventato aveva ricominciato a piangere perché gli facevamo paura, così siamo uscite velocemente.
Riporto questo momento sia per dire che la Dott.ssa Sole è stata molto brava nell’accorgersi del bimbo che per dire la mia difficoltà di essere stata molto attenta al bambino con il quale stavo interagendo che non mi sono accorta del pianto dell’altro.
Mi sono resa conto quanto è difficile quando si è concentrati su una cosa avere uno sguardo d’insieme e mi sembra molto importante lavorare con questi “occhi larghi”, perché in una stanza d’ospedale passano infermieri, dottori e credo sia importante imparare a stare attenti affinché il nostro lavoro non sia d’intralcio al loro.
Adesso scrivendo mi fermo un attimo a riflettere e mi domando: ma a me che mi serve essere li, vivere questi momenti in ospedale?
Mi fa sentire utile? condividere la sofferenza altrui mi aiuta a vivere meglio anche la mia? Partecipare al dramma della morte (il quale purtroppo in certi reparti ricorre) mi aiuta ad apprezzare meglio la vita? A cercare di essere il più possibile “qui e ora” ?
Tante domande che restano aperte senza necessità di risposta immediata.

CiaoOOOOOOo miaooOOO baoOOOOO….

Un abbraccio para todos

Dott.ssa Cocci Nella

E adesso ecco a voi il report della Dottoressa Sole che conclude così i report del 19 Dicembre, ciao a tutti.
Nuvola

Nel turno di venerdì mi sono trovata molto bene. Sto cominciando a sentirmi più a mio agio all’interno dell’ospedale, come se ormai riuscissi a concentrarmi più sui pazienti riuscendo ad isolarli dal contesto. A parte questo il merito va anche al fatto che eravamo in tre ed era impossibile non sentirsi coinvolti dalla forte energia positiva della dottoressa Cocci Nella. Vorrei parlare di una paziente che mi ha colpito in particolar modo, si tratta di un’anziana signora che ho conosciuto in sala prelievi. Mi sono fermata a parlarci e mi ha raccontato che faceva la contadina in un paesino degli Appennini e di quanto abbia sempre lavorato e si sia data da fare nella sua vita. Mi hanno subito affascinata i suoi racconti, la sua aria fiera e lo sguardo intelligente; mi ha parlato dei suoi vari impieghi, di come sia sempre andata avanti nonostante tutto, di quando è stata messa al muro dai tedeschi. Mi ha dato molti consigli come la lealtà, il rispetto e l’importanza di essere sempre se stessi e di esserne orgogliosi; mi ha parlato di un mondo genuino nel quale si mangiava poco, ma almeno si sapeva cosa si mangiava. Mi ha poi stupita parlando della riforma dell’università, suggerendo che si dovrebbero dare i soldi ai giovani, allo studio e alla ricerca invece di andare a fare le guerre. E’ stato molto bello sentirla parlare, sono gli insegnamenti come i suoi che andrebbero dati ai giovani! Alla fine della conversazione le ho appunto detto che dovrebbe venir lei a farci lezione e lei ha risposto: signorina, ma io ho solo la terza elementare! Questo dovrebbe far riflettere, soprattutto noi di medicina, una facoltà in cui sembra che lo studio sia tutto mentre non ci si rende conto che non è solo quello a renderci le persone che le persone che vorremo essere, ne rappresenta una piccolissima parte. Un’altra cosa che ci tengo a segnalare riguarda la considerazione del paziente. Con Nuvola abbiamo parlato del fatto che è importante dare ai pazienti il potere di scegliere se vederci o meno, soprattutto perché loro già si trovano in una condizione dove il loro potere decisionale è ristretto. Partendo da questo vorrei sottolineare il lato positivo dell’ essere tanti clown con tante personalità diverse. Inevitabilmente interagiamo con i pazienti in modi diversi ed è importante anche dare la possibilità a questi ultimi di preferire un modo di fare rispetto all’altro; è stato bello lavorare in tre perché abbiamo agito come un gruppo riuscendo ad arrivare a molti pazienti con tante chiavi di lettura diverse, con approcci diversi. Il successo di uno (menziono in particolare la bravura eccezionale di Cocci Nella con la paziente Margherita, vederla ridere è stata una grande conquista) è stato il successo di tutti e tutti ne abbiamo gioito.
A presto, baci e auguri a tutti!!!!!!!!!!

Sole


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