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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.
martedì 11 settembre 2007
10 settembre 2007
Finalmente anch’io ieri sono riuscita a fare la mia prima uscita da clown,
CHE BELLO!!
Allora, per cominciare io e Nuvola non ci siamo trovati nel parcheggio (sembra essere un’esperienza comune, questa..) ma dopo un po’ ci s’è fatta ad incontrarci e ci siamo avviati allegramente verso l’ospedale, dove ci hanno accolto tutti con sorrisi e gentilezza. Davanti agli ascensori abbiamo incontrato il primario di Maternità, al quale Nuvola ha chiesto se da ottobre possiamo andare anche nel suo reparto, e il doc ha detto che ci darà una risposta più avanti…
Salendo sull’ascensore abbiamo trovato una famigliola con la mamma e il papà e due bambini: un bellissimo piccolino nato giovedì ed una bambina di circa 3 anni (credo). Il bimbo piccino doveva fare un controllo in pediatria, quindi siamo saliti tutti insieme ed abbiamo fatto conoscenza della bambina e dei suoi genitori e, indovinate???, la bambina si chiamava come il mio clown, Lucilla!!!! Al che noi abbiamo deciso che il piccolino si chiamava Nuvola, e così è stato. Il nostro Nuvola a quel punto ha fatto un palloncino fatto a cagnolino a Lucilla, che era molto timida e non ha praticamente aperto bocca.
Arrivati in pediatria ho fatto conoscenza con la fantastica caporeparto Chiara, che ci ha fatto il punto sulla situazione e dopo siamo andati verso l’ambulatorio delle prove allergiche… nel corridoio abbiamo incontrato un’altra bambina, Sabrina, di più o meno 4 anni con mamma e sorellina di 2 mesi che erano di origine albanese… abbiamo fatto (anzi, Nuvola ha fatto) anche alla bimba un palloncino con la forma di cagnolino e un fiore alla mamma, che a dire la verità mi è sembrata un pochetto diffidente. Alle prove allergiche comunque non c’era ancora nessuno e ne abbiamo allora approfittato per conoscere una bellissima bambina peruviana, Betsa, di 11 anni, che era stata ricoverata sabato per gastroenterite ed era lì con la zia, aspettando di sapere se poteva tornarsene a casa.
Quando è arrivato il primo bambino per le prove allergiche (in tutto ce n’erano solo 3 prenotate per la mattinata) io e Nuvola ci siamo divisi e lui è andato in ambulatorio con il bimbo mentre io sono rimasta a chiacchierare con Betsa, che mi ha raccontato del Perù, della scuola, delle sorelle… Dopo un pochino io e Betsa siamo andate a giocare nella sala d’aspetto, dove abbiamo incontrato la famiglia di Lucilla e del bebè Nuvola (:D). Il bimbo era stato sforacchiato per un prelievo, ma dormiva tranquillo mentre Lucilla curiosava in giro. C’erano poi anche Sabrina, la sorellina e la madre e dopo un pochino io e le due bambine più grandicelle ci siamo messe a giocare prima con una macchina e poi con le costruzioni e dei peluche. Ad un certo punto è arrivata una mamma con nel passeggino una bimbina talmente piccina che io non l’avevo neanche vista, e le ho chiesto dove mai fosse finito il suo bimbo, preoccupata che l’avesse perso… eeeehm. :P
Finita la visita del bambino, Nuvola ci ha raggiunti in sala d’aspetto e ha provato a far giocare Lucilla (no io, la bambina!!) che però non gli ha dato molto retta e si è rifugiata dal papà, che quindi è diventato la cavia per tutti i trucchi-giochi… abbiamo poi tenuto un interessante concerto con nuvola che suonava una specie di cosino di legno (nota di Nuvola: “era un Kazoo”) ed io che provavo a cantare “nella vecchia fattoria” anche se non mi ricordavo le parole…
(nota di Nuvola: “Che come voi tutti sapete sono molto difficili e diverse fra le varie strofe”) Nuvola poi è andato a conoscere una signora spagnola che vive da 10 anni in Italia che aveva un bimbo che doveva fare le lampade (non mi ricordo assolutamente per cosa…) (Nota di Nuvola:”per l’ittero, poiché per abbronzarsi e imbroccare è ancora presto avendo solo 4/5 giorni di vita”) nel frattempo io sono rimasta un po’ con Lucilla ed il padre (tutti gli altri erano andati via, mentre mamma e fratellino erano a fare la visita), e alla fine lei si è un po’ sciolta ed ha cominciato a chiacchierare e a giocare con una pecora di peluche. Quando anche loro sono andati via, io sono tornata da Betsa, visto che era da sola, e ho provato a insegnarle a fare giocoleria con le tre palline. Quando Nuvola ci ha raggiunte poi le ha spiegato un po’ meglio come fare, tenendo un corso accelerato. Lui poi ci ha accompagnate a trovare la signora spagnola ed il suo bambino. Dopo siamo tornati nella stanza di Betsa ed abbiamo deciso di comporre una storia, che è risultata essere la nostra versione della nascita della mortadella, con un cavallo che va dallo psicologo e un maiale che era in realtà un asino. A metà della nostra storia però la bambina è stata visitata dal chirurgo, che ha sentenziato che non poteva ancora tornare a casa ma poteva mangiare (pensate: era 2 giorni che la poverina non mangiava niente!!!), e quindi la nostra storia l’abbiamo finita di scrivere con lei che sgranocchiava delle fette biscottate, portate da un’infermiera caritatevole. Terminata la storia abbiamo fatto per ritirarci e siamo arrivati alla fine del corridoio quando abbiamo incontrato un’altra giovanissima neo-mamma. Questa signora aveva avuto Edoardo il 31 di agosto ma gliel’avevano subito portato via e messo in terapia intensiva al Meyer perché aveva avuto dei problemi. Lei ci ha detto di essere un po’ preoccupata, ma quando abbiamo cominciato a chiacchierare mi è sembrata tranquilla. Si è un po’ lamentata che non le abbiano fatto l’epidurale prima del parto (che lei aveva espressamente richiesto) e ci ha incoraggiati ad estendere il nostro campo di azione al reparto di maternità. Abbiamo lasciato anche a questa signora due palloncini fatti a fiore, uno per lei ed uno per la sorellina di Edoardo, che sarebbe andata a trovarla più tardi, e abbiamo così concluso la mattinata.
Dott.ssa Lucilla
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