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domenica 19 luglio 2009

18 luglio 2009

Eeeeeeeeeh...
Pituffo è davvero in gamba! Si vede che Briciola l’ha tirata su bene!* Il turno con questa neofita sui generis (visto quante parole di un certo livello una dopo l’altra?!) è stato una vera passeggiata. Nella mia valigetta, ieri, ho riportato a casa una bella e profonda chiacchierata con un’infermiera della dialisi: le parole che ci siamo detti erano come una serenata a “M’illumino”, un sussurro d’amore a tutti noi.

(*) per chi non lo sapesse, Pituffo è Rossella, la mamma di Briciola...


Bachi e abbacchi a tutti.

Formag

Ed ecco il reporto di Pituffo...


E' stato - in assoluto - il mio primo turno: mi ha tenuto a "battesimo" Formaggino che ha la capacità di farti sentire subito a tuo agio, trasmettendoti tranquillità e leggerezza. Così tutti le mie domande, cosa avrei detto, cosa avrei fatto, chi mi sarei trovata di fronte .... non avevano senso: dovevo essere solo me stessa. Punto.
Niente sala prelivi. Siamo subito andati in Pediatria: lì abbiamo incontrato Giulia. Formaggino ha preso la situazione in mano e fra un discorso no-sense e l'altro ha cercato di alleggerire l'attesa della dimissione. Poi un tuffo fra i piccolissimi: indescrivibile la tenerezza provata.. Le infermiere poi mi hanno messo a mio agio sentendo che ero una new entry.
E poi in dialisi. Vi confesso che l'impatto è stato da pugno nello stomaco: chi dormiva, chi sonnecchiava, chi con gli occhi mandava messaggi. Tutti attaccati a quelle macchine che non ho volutamente guardato, mi sono concentrata su quegli occhi e così senza sapere neppure per quale strana alchimia mi sono ritrovata a parlare con Mario di carte, bocce e muri di pietra, o con Elisabetta, dei suoi nipoti che con il suo sorriso mi ha trasemsso tutta la saggezza di una vita passata nei campi. E ancora con Franco, con Leonardo, con Marcella. E ho incrociato gli occhi di Viola, una ragazza che potrebbe essere mia figlia: i suoi occhi di una profondità e di una luce che non ti dimentichi, e che mi hanno detto più di quanto - da sotto la maschera dell'ossigeno - ho potuto capire. A tutti ho lasciato un fiorellino di carta che sorride, pensavo fosse banale e un po’ infantile e invece ho visto che nel reparto alla fine spuntavano dai taschini delle uniformi tutti questi sorrisi.
Sono uscita "ubriaca di umanità", profondamente onorata di aver ricevuto sguardi, sorrisi, strette di mano. Spero di tornare presto a trovarli.
Grazie a Formaggino per l'incoraggiamento e la disponibilità
Pituffo

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