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sabato 22 agosto 2009

18 agosto 2009

Dire che oggi è stato un turno tranquillo è un eufemismo! Il turno del pomeriggio, per chi non lo avesse mai sperimentato, è ben diverso da quello della mattina, niente sala prelievi, poca gente in corridoio e al bar, fuori (sarà stato anche per il caldo di questa rovente giornata d'agosto ? :P ). Ammetto che il tutto mi è mancato un po' per darmi la carica, devo ammettere che a me più di tutto piace la sala prelievi, forse proprio per questo motivo. Comunque, dopo una pediatria quasi desolata (solo due "ragnetti" molto carini che son da poco venuti a farci compagnia su questo mondo), abbiamo con calma affrontato una dialisi vivace, calma, che aveva voglia di raccontarsi un po'. Sarà il caldo, ma secondo me è più dovuta all'ora della tarde come dicono in espana, ma sembrano tutti un po' più rilassati, forse perché sciala un po' quell'adrenalina di dover ancora affrontare una giornata, tipica del turno del mattino. E' stato interessante vedere, ascoltare persone che, malgrado un pregiudizio di cattivo gusto riguardante la loro età avanzata che purtroppo ogni tanto attraversa la mente, hanno ancora voglia di raccontarsi con un po' di allegria.
il momento saliente, c'è da dirlo, è stato alla fine, il gran finale che ci ha visto coinvolti nel racconto di una delle due ragazze rom davanti all'ospedale, la quale se la passa peggio del normale e ha voluto condividere con noi un po' di sé. Senza tanti buonismi, è stato interessante vedere un pezzetto della loro vita, poi le domande che ti saltano alla gola sono talmente tante e confuse che se riesci a farne un paio che abbiano un senso è grasso che cola, quindi cerchi di accontentarti di quel poco che riesci a intravedere da qualche foto e una manciata di parole pronunciate senza troppa convinzione, e mentre ti allontani, senti che sarà difficile ora, placare questa nuova fonte di curiosità...


Stringa

Nota di Formag:
Ho il dovere di aggiungere che martedì scorso, Stringa il turno lo ha fatto con un mio ologramma. Io in pratica non c’ero. Anzi, peggio: il mio ologramma ha saputo solo emettere un’ininterrotta sequela di banalità per niente divertenti. Devo dire che una volta a casa, nel mio momento notturno della riflessione e dei bilanci, mi sono ammirato pochissimo. Chiedo sinceramente scusa a Stringa per il supporto inconsistente che le ho fornito nel turno di martedì.

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