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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


martedì 4 giugno 2013

31 Maggio 2013


  Venerdì scorso, 31 maggio ho passato il primo turno con il bravissimo Dr. Nuvola.
Detta così sembrerebbe un po' come tutti i clown di M'Illumino d'Immenso, hanno vissuto il loro primo turno nel corso del tempo. Invece sappiamo bene che ognuno di noi ha la suo proprio  imprinting con il sé-clown, e con la realtà mutevole dell'ospedale.
Arrivo alle 8 e 15; avevamo fissato al bar, e notare bene, io avevo completamente dimenticato che il 31, in quel turno Saverio Tommasi di fanpage, avrebbe girato per il suo documentario sul clowncare di Santa Maria Annunziata. In effetti lo trovo al bar che sghignazza con un altro sorridente giovine. Lo tiro per la manica e di colpo, nausea e secchezza delle fauci. Guardo Nuvola che ancora è in abiti civili e gli dico che ho nausea: bevi un the. Bevo un the mi ustiono per una qualche forma di ansia non programmata dai miei neuroni e lo seguo giù agli armadietti. Notare ancora che non avevo visualizzato come esistente Saverio, che giù inizia a girare. Sento verosimilmente la voce eco di Nuvola e silenzio, nel bagnetto ci siamo io il centralinista non vedente ( che quando lo incontrai la prima volta durante un mercatino, lo afferrai sicura e lo accompagnai dentro l'ospedale e lui mi dice:"- grazie ma conosco la strada."-  E io non compresi ma poi andando agli armadietti a fine mercatino me lo ritrovo bellamente postato al centralino - avrei voluto sprofondare ma...- ); e davanti agli specchi mentre mi facevo il nasino rosso...il centralinista si lava le mani, alle spalle Nuvola, come ho detto, parla parla parla - m'innesco e inizio una strana conversazione con il centralinista. Tralascio la misera entrata, e Nuvola penso per salvarmi dice che non può parlare con la confusione...e io, olé realizzo tutto d'un botto che siamo in registrazione. E va bene. Mentre mi da delle nozioni veloci e mi dice che in genere il clown me dopo un quarto d'ora si mostra, a me si secca terribilmente la bocca...
Si sale e si entra in sala prelievi: un impatto incredibile. Più che altro sono rimasta attonita e ben stupita dal Dr. Nuvola che immediatamente come in una cordata in cui ognuno è legato anzi collegato all'altro vicino di sedia, ogni cosa diviene leggera e si sporgono testoline di nonne e nonni per guardar bene cos'è che fa così ridere e chiacchierare in sala prelievi, e poi lì, punto Coumadin -E Nuvola prosegue e così io mi trovo impalata davanti ad una coppia di nonni. Parlo si li saluti, si, e divento un vampiro con i canini scoperti e i due denti assenti, dalla secchezza in bocca che mi coglie. Loro, i nonni, lo vedono così che dico vado a bere n goccio d'acqua...goccio d'acqua ci pensate allo scherzo delle parole, comunque entro in bagno e bevo dal rubinetto qualche sorsata. Rientro mi rimetto a cercare di aspettare come meglio potevo  il mio - sé clown.
Ma swoctchhh le labbra si incollano alle gengive e io corro ancora in bagno. Penso che i nonni abbiano detto, altro che un goccio d'acqua... Guardo Nuvola che è costantemente ascoltato da tutti, e lì comprendo cosa vuole dire nei fatti, alleggerire la tensione, lo stress, anche con due battute, sempre non casuali ma sempre fresche, da esser spontanee. Capisco cosa può capitare in ambiente ospedaliero in attesa di qualcosa che comunque riguarda la salute. E mi rendo conto che Nuvola non parla e ride solo alle loro figure umane, ma con estrema cautela e dolcezza, come userebbe, immagino con una bimba o un fiore delicato, parla alle loro anime, ai cuori e nel sorriso e negli occhi il riflesso del suo operato si vede, lo vedo. Anche il giornalista Saverio si coinvolge con i lazzi del capoclown e succede che: a Saverio esce l clown in un quarto d'ora, a Furetto non se ne avverte l'ombra. Comunque arriva Dott.ssa Gomitolo a salvarmi. Entra e abbraccia una signora all'ultimo mese di gravidanza, mentre io sono con Nuvola in dialogo animato con una madre e una figlia adulta che deve fare la curva glicemica per penose ipoglicemie. La madre è comprensibilmente stanca di assistere un mare di parenti in problemi di salute, Nuvola entra in contatto subito con la signora, e le fa comprendere un complesso modo di agire del Karma e del Dharma. Io a bocca aperta e..secchissima, tant'è che quando usciamo dalla sale prelievi lo dico e lui:"-Compra l'acqua!". La cosa più semplice del mondo non l'ho pensata.
Andiamo Alla direzione Sanitaria e anche lì ho farfugliato, e non mi sono nemmeno presentata alla sig.ra  Cristina...sorvolo...
Poi la dialisi. Saverio riprende fuori dal reparto parlando con una infermiera bellissima. I destini incrociati di tutti noi.
Entriamo e mentre Nuvola parla con un signore io sento un rumore e vedo un giovane uomo africano con gli occhi e la bocca coperti dalla mano che mi pare pianga. "A pelle di leone" gli vado a fianco e in francese (non chiedetemi perché sapevo che era francofono) invece mi accorgo che ride. Come stai, vengo dal Senegal, sono  6  mesi che vengo qui,  lavoro poco,  parlo francese perché ho vissuto in Francia.
E alle spalle risuonava carica di humour la voce del fantastico Nuvola:" Andai giù a Pelle di leone". Lo ripete un paio di volte e mi coglie il sospetto che lui mi prendesse in giro. Comunque ci salutiamo e io vedo due anziane donne che pisolano.
Andiamo a finire il giro.  Ho un attimo di crisi nel corridoio, e siccome ero in attesa del mio clown, ero anche un po' preoccupata, insomma non avrei mai pensato potesse essere cos', per me, faticoso, emozionante
E invece mi dice che può essere così. Che non mi devo preoccupare e con voce dolce ma ferma mi fa: "Non piangere".
E così insieme ad altre trame di accadimenti nell'ultima ora di servizio, si ritorna agli armadietti.
Questa volta non mi metto più a parlare con il centralinista.

Ciao
Furetto

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