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martedì 25 novembre 2014

7 Novembre 2014



Inizio questo report ringraziando in particolar modo Tarantella che è stata di grande aiuto nel turno di venerdì scorso. Lei ha fatto pochi turni eppure è stata perfettamente in grado di gestire un turno complicato e spesso anche in solitaria, questo dimostra ampiamente il fatto che non servono particolarità straordinarie per fare il nostro mestiere, non serve per forza saper far girare tre elefanti su una palla in bilico sul naso mentre ci laviamo i denti, a volte basta saper ascoltare, ma ascoltare davvero, cercando di capire, non giudicare e accogliere a prescindere, il punto focale di questo turno è proprio questo, a prescindere. Vi lascio al resoconto di Tarantella che l'ha spiegato benissimo e non serve aggiungere altro da parte mia se non che son sempre piu felice di coordinare un progetto del genere, con persone straordinarie che riescono ad aprirsi e far aprire come se fosse naturale, cosa che oggi non sempre è. Un abbraccio

Nuvola

Turno improvvisato quello di venerdì 7 novembre con Nuvola! Ancora non avevo un mio turno di novembre, la sera prima leggo l' e-mail di Fede che cerca un clown per il turno ed eccomi!

Facciamo due chiacchiere prima del turno e rimango turbata dal racconto di Nuvola della sua esperienza di lavoro all'estero e delle modalità con cui era chiamato ad uccidere il pesce poco prima di doverlo cucinare D:

comunque..

E' la vigilia di Ospedale Aperto di domenica 9, arriviamo in sala prelievi carichi di volantini dell'evento, inizio a distribuire e a sponsorizzare l'evento, al solito c'è chi prende il volantino per cortesia, chi è interessato a sapere di cosa si tratta e chi ti risponde no grazie. Nuvola viene rapito da un signore in attesa e iniziano a parlare (parlare.. parlare.. parlare..) io a mia volta vengo agganciata da un arzillo signore sull'ottantina, Giovanni, che inizia a parlarmi delle sue esperienze come volontario della misericordia, ha più di trent'anni di servizio alle spalle, è veramente in gamba! Parliamo tanto anche noi, è più lui che parla, io ascolto e poi, non so come, mi ritrovo a fine conversazione con un foglio di carta in mano e un numero di telefono da contattare. Giovanni mi aveva ingaggiata! dovevo diventare volontaria anch'io, avevo già il turno e gli orari, insomma, ero sistemata.

Usciamo dalla sala prelievi, tappa all'angolo dei libri, lo rifocilliamo e ripartiamo.

L'idea era quella di fare prima la Psichiatria, perché i degenti pranzano presto e dopo sarebbe rimasto poco tempo.

Le cose però sono andate diversamente:

lungo il corridoio iniziamo dapprima a sentire delle urla, poi vediamo una signora che accompagna una ragazza che piange e si dimena. Dice che se non la ascoltano si ammazza, che sta male, è depressa, non vuole tornare in Istituto perché la picchiano, tutte cose di questo genere.

Nuvola la conosce già, io no. E' una ragazza rom che era già stata ricoverata in psichiatria.

Il problema per cui si dimenava fondamentalmente riguardava il fatto che psichiatria l'aveva dimessa dal regime di ricovero, o comunque insomma non era più degente in psichiatria, e aveva passato la notte in pronto soccorso perché non sapeva dove andare.

Nuvola mi ha spiegato che la sua situazione è molto complessa, è una ragazza che ha bisogno di cure e di affetto e che è fondamentalmente sola.

Cerchiamo di calmarla, le diciamo che andrà tutto bene, che se si agita rende tutto più difficile e che ci siamo noi con lei.

Restiamo con la giovane ragazza tutta la mattinata, Nuvola prova a contattare la Psichiatria per far scendere la dottoressa e provare a risolvere la situazione, ma è impegnato anche in altre attività che riguardano l'evento di domenica, per cui è costretto ad andare in su e in giù per l'ospedale.

Rimango io con lei, ci sediamo beviamo un po' di acqua e parliamo un po'.

Da quello che mi dice capisco molte cose, è una situazione molto complessa e lei è una ragazza sola e maltrattata che vorrebbe cambiare vita, ma che si trova imprigionata nella gabbia del suo malessere, e delle sue scarse risorse.

Mi rattrista molto vederla così, ma oltre che augurarle il meglio ed aspettare con lei la dottoressa, non so davvero cosa fare.

La dottoressa finalmente arriva, io riesco a salutare la ragazza, ci diamo un forte abbraccio e vado via.

Nuvola è ancora impegnato in direzione sanitaria, io posso ancora scegliere se concludere il turno con psichiatria o con dialisi.

Scelgo la psichiatria, perché al turno precedente non avevo avuto il tempo di farla.

Sono un po' in ansia perché è solo il mio 4° turno e sono sola!! D:

Ma vabé, penso che male che vada faccio una giratina ed esco.

Entro e saluto tutti, c'è un ragazzo che non avevo mai visto, ci presentiamo e poi lui mi invita sul balcone per fumarsi una sigaretta, accetto volentieri.

Abbiamo fatto proprio una bella chiacchierata lunga e piacevole - a parte quando ci ha interrotti un signore anche lui ricoverato, per dirmi che sono troppo bassa e che quindi devo stare attenta alla linea - ma insomma, mi sono trovata molto bene con tutti, poi c'era Cavallo che mi ha espressamente chiesto se posso chiamarlo Diabolik invece di Cavallo, perché lui giustamente si sente più Diabolik!

E' arrivato anche Nuvola, abbiamo continuato ancora un po' a parlare e poi via!

Il turno è finito con un' ultima tappa in direzione sanitaria, lì scopro che manca un giudice per la votazione dei disegni più belli del concorso di disegno del “Giardino dell'Ospedale”.

Che problema c'è.. mi offro volontaria!

Così sabato mattina sono tornata in ospedale per votare tre i disegni più belli, anche quella è stata una piacevolissima esperienza.

Prima di concludere ci tengo a scrivere una nota: la cosa che mi ha colpito di più di questo turno, è stato vedere da vicino e sentire forte il pregiudizio che molte persone (operatori sanitari e non) hanno nei confronti delle popolazioni rom, ed è veramente fastidioso vedere con quale facilità possano permettersi di togliere la dignità a una persona che, indipendentemente da etnia, razza o cultura, è una persona che soffre.

Io clown seduta vicino a questa giovane ragazza, a tenerle la mano nella sala d'attesa del pronto soccorso, sotto gli occhi della gente che si posavano su di noi, e gli sbeffeggiamenti di infermiere poco carine, mi sono sentita ORGOGLIOSA di ciò che stavo facendo.

GRAZIE DI ESSERCI CLOWN.

A presto, Tarantella :)  

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