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sabato 4 dicembre 2010

04 Dicembre 2010

Per me è stato il primo turno con Adriana, Clementina da adesso, devo dire che è stata molto brava, ha una buona energia, abbiamo rotto dei muri che erano alti da tanto tempo con alcune persone e questo mi ha fatto piacere, Clementina è carina, solare e gentile con le persone e tutte le volte che faccio il primo turno con un clauno nuovo vi assicuro che è una bella esperienza perchè si mischia una energia un pochetto ammuffita e quasi sempre simile a una nuova e curiosa ed escono cose straordinarie, lascio il turno con una idea da realizzare, un regalo da portare a un barista bravo anche se un poco provato dal lavoro e dal mal di schiena, nonostante questo con noi sorridente e aperto, non è poco davvero, una sola riflessione, ogni volta mi stupisco di quanto voi siate in grado di aprirvi con me senza nenache conoscermi come al rpimo turno, questo per me è un onore, un rpivilegio e una grande occasione, ringrazio davvero Clementina dal profondo del cuore e gli faccio un applauso con due mani rattrappite dall'artrosi, che però si muovono veloci grazie soprattutto a tutti voi.

Nuvola

Turno appena finito. Secondo turno. Guardo l’ospedale da fuori mentre aspetto l’autobus e penso a tutti i volti che ho incontrato oggi, le persone che ho conosciuto, le vite delle persone di cui ho fatto parte anche solo per un minuto. Donne e uomini con le proprie storie, le proprie emozioni e stati d’animo…le stesse persone che poi incontro per strada, al supermercato, in università, o proprio in ospedale. Ma pare proprio che il naso da clown “ti giustifichi” nel gridare buongiorno a tutti, nello scambiare sorrisi generosi e affatto timidi a qualsiasi sguardo incroci il tuo, nello scherzare e poco dopo nel parlare di argomenti profondi, di sentimenti, di pezzi di vita con persone che probabilmente non incontrerai mai più. E mi chiedo, quanto sia difficile fare ciò senza il naso da clown, viviamo tra le persone ma non viviamo le persone. Perché nella nostra quotidianità è cosi difficile instaurare relazioni, contatti umani?
Con queste riflessioni affronto e lascio la sala prelievi.

Dialisi: si comincia con un “non me ne può fregar di meno di voi” di un’infermiera. La schiettezza che ha piuttosto sorpreso e spiazzato me, invece è stata una palla da cogliere al balzo per Nuvola. Mi ha spiegato, dopo, che da tanto tempo questa signora manifestava la sua antipatia per noi clauni ma senza affermarlo esplicitamente, e proprio questa è stata un’ottima occasione per cercare di spiegare lo spirito con cui lavoriamo, con la ferma convinzione che può esserci sempre qualcuno che accoglie e che necessita della nostra attenzione e del nostro ascolto, con la capacità di capire e rispettare chi non vuol essere imposta la nostra presenza. Non credo che ora questa infermiera ci ami, ma ci ha ascoltato e forse questo è già tanto.
Altri mondi si aprono nelle varie sale della dialisi…carpisco, grazie a Nuvola, frammenti di questi mondi e non posso che sentirmi piccola, ma così piccola, di fronte a sofferenza, serenità, coraggio, energia, debolezza, reattività e rassegnazione. Che sono io di fronte a tutto ciò?

Pediatria. Continuerò sempre a pensare che non c’è nulla di più perfetto, più straordinario, più potente di un bambino….ed è stato cosi dolce vedere un piccolo esserino rannicchiato sulla pancia del proprio padre. Ne ho visti tanti di papà oggi….e tutti erano cosi fieri e felici delle proprie creature! Mi è piaciuto.

È stato un turno di riflessione…questo bagno di umanità è capace di smuoverti e rimescolarti dentro. Sono stanca ma felice.

Un ultima cosa…non c'entra molto col turno, ma è stato un episodio che mi ha tolto un pochetto della pienezza che mi ha lasciato la mattinata. Scesa dall’autobus in centro sono andata in cartoleria…non poteva accogliermi una signora più ostile di cosi. Mi ha trattato malissimo, solo perché non avevo già in mente il colore del cartoncino che le avevo chiesto e quindi le ho fatto perdere tempo (testuali parole) e perchè non voleva darmi un sacchetto per portarlo via….sono uscita arrabbiata, amareggiata, triste. Basta cosi poco per farti derubare dell’ottimismo e del buon umore che hai faticosamente conquistato. Per cercare di recuperare il danno al mio umore, ho pensato al ragazzo del bar dell’ospedale col mal di schiena, il lavoro che non gli piace e tutta la sua insoddisfazione e rabbia interiore…eppure non mi ha negato un sorriso e parole gentili. Meno triste, ma un po’ di amarezza mi è ancora rimasta…

Buona notte a tutti clauni!
Clementina


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