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martedì 27 gennaio 2015

22 Dicembre 2014

Turno natalizio con la sorridentissima Tarantella!
Non credo che io debba aggiunger altro al suo report..
 
Buona lettura..
 
Pan
 
 
Report turno 22 Dicembre:
Turno natalizio, mio quinto turno con m'illumino e primo con il doctor Pan. E' stata una mattinata all'insegna della consegna dei regalini clowni. Pan è arrivato con sacchettate di doni che - dopo esserci vestiti da clown - abbiamo gioiosamente iniziato a distribuire. Hanno gradito tutti, dall'edicolante ai baristi, dalla portiera alla direzione sanitaria. Sono molto soddisfatta di questi piccoli presenti e del loro grande significato. Atmosfera natalizia a parte il turno è stato molto breve, ma non per questo meno “illuminante”. Ci ha accolti una sala prelievi sorridente ma piuttosto silenziosa, mi ha fatto specie un omino che, appena mi ha vista arrivare tutta travestita e piena di regalini ha messo le mani avanti dicendomi: << “ No No io non sono malato, aspetto solo mia moglie! ” >>. E l'ha detto con aria un po' saccente, come se avere accanto un clown per lui significasse essere malato o fosse comunque segno di debolezza. Presa alla sprovvista gli ho solo augurato di rimanere in buono stato di salute per altri cent'anni - le battute migliori mi vengono solo a posteriori (!) - ma alle volte mi piacerebbe davvero tanto trasmettere il reale significato della parola salute, far comprendere quello che anche io sto iniziando ad abbracciare dopo anni di studio della Psicologia umana. Essere in salute non significa affatto non avere malattie organiche, essere in salute è una condizione assolutamente irraggiungibile, che richiede un completo stato di benessere bio-psico-sociale. La salute va quindi intesa come risorsa per la vita quotidiana, è un obiettivo sociale ed ha bisogno del coinvolgimento della gente. Ecco cosa avrei voluto dire a quel buon uomo, ed ecco il messaggio che vorrei propagare il più lontano possibile: se chi non ha malattie organiche non alimenta anche la sfera psichica e sociale, non può definirsi in salute tanto quanto non lo può fare chi ha una grave malattia a prognosi infausta. C'è molto altro oltre ad un corpo sano o malato che sia, e dietro a questa considerazione – a mio avviso- si cela il senso del care, del prendersi cura, con o senza il prefisso clown. I gesti di cura sono trasversali al concetto di salute, ecco infatti perché prestiamo servizio in posti che vanno dalla sala d'attesa al servizio psichiatrico di diagnosi e cura, passando per la dialisi. Si può sempre sperare in uno stato di salute dignitoso, questa frase mi è tornata in mente quando il dott. Panno ed io abbiamo fatto tappa in dialisi, qui ci ha accolti un reparto avvolto da uno stato di sopore misto a melanconia, alcuni pazienti ed operatori erano ancora sconvolti per quanto accaduto al povero Gino. Io non ho avuto il piacere di conoscerlo, così mi sono limitata ad assaporare il ricordo di lui dai racconti di un'infermiera. Era la prima volta che incontravo questa simpatica donna; si è fermata a parlare con noi inizialmente di Gino, raccontando ora episodi buffi e divertenti, ora la tristezza di dover inserire i suoi ultimi dati nel database del reparto, per poi raccontarci le sue esperienze come operatrice sanitaria ed infine posarsi sul racconto molto intimo degli ultimi istanti vissuti con il marito ed il triste periodo della sua morte. “Si può sempre sperare in uno stato di salute dignitoso” è questo il fil rouge che ho colto nelle sue parole e nei suoi racconti, ed è stato bello vedere un'infermiera a cui brillano gli occhi quando parla dei suoi pazienti, ed è stato bello sentirle dire che molte volte si siede accanto ai loro letti parlando di qualsiasi cosa o semplicemente rimanendo in silenzio, in altre parole: prendendosene cura. Io dico sempre che non voglio meravigliarmi di questo, non voglio meravigliarmi delle cose belle, della bontà, dell'onestà.. vorrei meravigliarmi delle cose brutte, della scortesia, dell'arroganza e della cattiveria. Ma mi accorgo di vivere in una società in cui la maleducazione la fa da padrone quando, facendo tappa nel giardino della rete di Indra, non mi meraviglio delle cartacce sporche gettate per terra ma inizio a raccoglierle e riporle nel cestino, e mi accorgo che anche il povero Pan è un pezzo avanti come me, quando lo colgo con braccia avambraccia e mani completamente immerse nel gelido acquitrino per ripulirlo da altre zozzerie. Sostanzialmente il turno si è concluso con una corsa di Pan al pronto soccorso per via dei geloni – scherzo (!) - la mattinata si è conclusa con una fugace tappa in psichiatria, ma affacciandoci alla finestrella della porta abbiamo notato le gambe di un tavolo spezzato e udito altri rumori poco invitanti, un'infermiera del reparto ci ha poi riferito che c'era un tizio molto agitato e che non era il caso di entrare. Messaggio recepito alla grande dai sottoscritti che in un battibaleno erano già agli armadietti a cambiarsi d'abito! Insomma: una piacevolissima mattinata divertente e con una bella atmosfera natalizia, un tutor clown estremamente in gamba e pieno di trucchi nel borsone e dei significati molto intensi che ho portato via con me. Vi lascio con una poesia di uno dei più grandi attivisti nonviolenti del panorama italiano, una poesia che racchiude in sé il significato del concetto rivoluzionario di salute e del prendersi cura, che ho colto nella teoria dei miei corsi universitari e nella pratica delle nostre attività di clowncare. Con l'augurio che m'illumino possa farsi portavoce di questa rivoluzione.
 
 
Chi si spaventa quando sente dire
«rivoluzione»
forse non ha capito.
Non è una rivoluzione tirare una sassata in testa a uno sbirro,
sputare addosso a un poveraccio
che ha messo una divisa non sapendo
come mangiare:
non è incendiare il 
o le carte in catasto
per andare da stupidi in galera
rinforzando il nemico di pretesti.
Quando ci si agita per giungere
al potere e non si arriva
non è una rivoluzione, si è mancata;
se si giunge al potere e la sostanza
dei rapporti rimane come prima,
rivoluzione tradita.
Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere,
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.
Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.
Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente pazienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini: ostie sì,
quando necessita, sfruttati no,
i dispersi atomi umani divengano
nuovi organismi e lottino nettando
via ogni marcio, ogni mafia.
 
 
Danilo Dolci . 
 
Ciao ciao, Tarant.

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