Cari miei, un ora di traffico congestionato anticipa l'incontro con nuvola nel parcheggio dell'ospedale. Torno all'attività dopo due mesetti, un poco mi sembra che la cosa abbia preso una sua certa dimestichezza. Tre neo-madri con cui ci mettiamo a chiacchierare delle solite cose e la mattinata si appresta a essere piuttosto tranquilla. Oggi, lunedì, ci sono come di consueto le prove allergiche. Il giovane Niccolò, di 4 anni e mezzo, è arrivato con la mamma e un giovanissimo nonno in pensione che conosceva il padre di Nuvola per lavoro, piccolo il mondo (questa è proprio una banalità!).
Niccolò è piuttosto tranquillo e la preparazione alla prova fatta da Nuvola contribuisce non poco a far sì che i test si svolgano senza alcun problema. Spiegare ai bimbi come funziona la prova contribuisce non poco, in effetti le prove allergiche non sono dolorose ma comunque è importante che il bimbo venga coinvolto attivamente nella prova, la sopportano molto bene così. Con Niccolò ce la siamo sbrigata molto bene.
Appena usciti nella sala c'era una altra bimba, nella sala accanto invece 3 bimbi attendevano di fare il controllo di routine; è prassi per i bimbi sotto peso ma senza problemi fare un controllo dopo 3 giorni circa dalla nascita. Io vado da loro, o meglio dai loro genitori, Nuvola si occupa dell'altra bimba..ci rivedremo dopo una abbondante mezz'ora. Entro nella sala d'attesa e ci sono un padre e due madri. Il padre sulla trentina è col figlio, anche lui si chiama Niccolò ed è ancor più giovane del precedente; appena entro mi squadra con una occhiata che è più eloquente di un "cosa vole ora 'sto deficiente?" la cosa non mi disturba molto.
Non mi offendo certo, allo sguardo di traverso, seguono una serie di risposte secche quasi al limite dello sgarbo quando tento affannosamente di instaurare un discorso qualsiasi. Le altre due madri invece non battono ciglio alla mia presenza, mi trovo nel limbo della loro indifferenza. Non è facile tentare un dialogo con chi, a prescindere, ti reputa o comunque ti rapporta come un demente, cado ovviamente nelle banali chiacchiere ma fatico a portare avanti una discussione.
Entra pure la madre di Niccolò e lei, a differenza del marito, mi rivolge un raggiante sorriso, mi rincuora un poco. La segue poco dopo il padre di un’altra bimba che aspettava con la madre, pure lui sembra non dico felice della mia presenza ma sorridente e curioso nei miei confronti. Dopo una decina di minuti ancora il livello della chiacchierata tra noi è piuttosto basso, ma lentamente i genitori iniziano a parlare tra di loro come non accadeva prima della mia entrata là, insomma sembra che sia riuscito a instaurare un dialogo tra loro e non con me, ho catalizzato una chiacchierata tra genitori. Probabilmente loro hanno molte più cose da dirsi tra di loro che con me, io in effetti non sapevo che pesci pigliare ma inconsciamente dovrei esser riuscito a metterli in contatto tra loro..prima silenzio e poi un clima di calma e piacevole discussione tra i genitori dei problemi da neogenitori. é un successo per me anche se poi non ero più necessario, mentre parlavo con loro sinceramente ho sentito le mie vesti burlesche un po' inadatte, avrei voluto svestirmi per semplificare le cose e credo che forse in quella occasione sarebbe stato anche più efficace, nonostante questo sono rimasto contento del risultato della mia prestazione anche perché condita da un po' di fatica.
Entra quindi un bel bimbo biondo con la madre, e anche lì ho le mie belle difficoltà a interagire con lui poiché è piuttosto diffidente e al mio avvicinarmi si allontana, inutile aggiungere che non spiccica parola.
In un modo o nel'altro riesco a interagire con lui, con qualche bolla di sapone e con un palloncino che svolazza per la stanza. Ma è difficile e non riesco molto bene, stavolta non do la colpa al vestito. Per fortuna le persone ormai mi hanno accettato e ne traggo sostegno, in più mi raggiunge Nuvola a darmi man forte, lui riesce con qualche magia ad avvicinarsi al bambino ma per farsi dire il nome..uhhh che sudata!
Dopo un po' comunque riusciamo a giocare insieme, e ci divertiamo anche. Nonostante la timidezza Niccolò è molto fisico, a volte pure violento ma si riesce a contenerlo, è un bimbo turbolento, ed accoglie l'invito di Nuvola di fracassargli il pollo finto sul cappello. E’ molto divertito e anche noi, ci sono stati momenti in cui ci siamo pisciati addosso dalle risate come quando ho rigonfiato per l'ottava volta il palloncino che aveva strusciato per terra tutta la stanza, o come quando il bambino ha soffiato in faccia a Nuvola litri di saliva!
Il dottore ci ha chiamati e ci siamo spostati nell’altra stanza per fare le prove allergiche, prima Nuvola aveva spiegato al bimbo, come ormai con tutti fa, come funzionano le prove.
Il dottore agisce diversamente dalla dottoressa, è un po' più drastico e alla prima punturina Niccolò esplode in un pianto, si riesce a fare altre 3 punturine e a quel punto la situazione è insostenibile. Il dottore tiene sempre più salda la presa mente Niccolò si dimena come solo i bambini sanno fare contorcendosi furiosamente, la madre tenta di rassicurarlo, Nuvola cerca di convincere il dottore a lasciar la presa perché ormai Niccolò è una furia ed io rimango piuttosto inerte davanti a tutta la situazione che rapidamente si surriscalda in una nuvola di tensione tra tutti noi.
Alla fine non si riesce a completare le prove, Nuvola porta fuori il bimbo e il dottore, calmo, ma contrariato, si allontana a chiamare l'infermiera.
Asserisce che il bimbo non ragiona, la prova la deve fare e quindi volente o nolente lo si deve tener fermo e terminare la prova, Niccolò è furioso e lo facciamo sfogare un poco con il famoso pollo di gomma sul cappello di Nuvola e, dopo una decina di minuti di sfogo, si riesce a farlo tornare nella sala e con un altro grandissimo sforzo di tutti quanti finiamo le prove.
Insomma non è stata una passeggiata, si è creata una situazione di tensione che ha portato il dottore a chiederci garbatamente di agire diversamente la prossima volta. Il dottore è convinto che le prove vadano eseguite anche forzatamente, se non è convinto il bimbo lo si obbliga; esprimendo una personalissima idea credo che non sia tanto un fatto di far ragionare il bimbo ma tanto nell'approccio all'inizio che deve essere molto delicato poichè una volta che il bimbo si arrabbia è finita, la frittata è fatta e a quel punto non c'è ragion che tenga, ma l'errore lo si è commesso a priori e forse si deve agire lì. O forse si dovrebbe agire tutti quanti più in sintonia, nessuno escluso.
Pan
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