ovviamente, per non smentirmi, non ho seguito l'indicazione che mi ero data l'altra volta, ovvero di scrivere subito a caldo il report, ma sto migliorando!
Ieri mattina mi sono svegliata con il sorriso, in vista di 4 ore in ospedale al posto delle 4 ore di lezione giornaliere. Sono arrivata molto presto e la mi ricerca di volti conosciuti si è conclusa, dopo pochissimo, quando tra la folla di gente di fretta ho incrociato Maria, la ragazza rom. Il parlare con lei, il suo parlare con noi, il suo fidarsi, anche di me, perché poi ero con Coccinella, mi ha molto colpito. Ho visto in lei ricerca di qualcuno che le parlava per quello che è: una madre preoccupata per la figlia. Poi abbiamo iniziato dalla sala prelievi, dove è iniziata magnificamente con persone che stavano al nostro gioco. Poi Iole, l'infermiera della sala prelievi, ci ha mostrato il nostro nuovo armadietto, molto gentile. Prese dalla contentezza del momento ci ha fatto entrare dove fanno i prelievi, dove Cocci ci ha intrattenuto, con una melodia, diciamo"nasale".
Purtroppo però non ci siamo accorte che a una signora non era gradita la nostra presenza, per cui abbiamo avuto un bel colpo, per le parole che ha detto. Ci ha detto che stavamo disturbando le infermiere che le stavano facendo il prelievo. Io ho reagito in maniera molto diversa da Cocci Nella. Lei ha pensato di regalarle un fiore, mentre io ero pronta ad uscire con la coda tra le gambe. E'stato lì che ho capito che ancora mi ce ne vorrà per trovare il mio clown.
Io ho accusato il colpo: è stato come se si rompesse qualcosa, come se il gioco finisse e gli occhi si riaprissero sul grigiore quotidiano. Poi c'è stata la dialisi, dove mi sento a casa, pur essendo solo la terza volta che metto piede là. C'erano le solite persone, qualcuno mi ha anche riconosciuta e ho capito quanto sia bello stabilire con queste belle persone un rapporto di continuità.
Infine la Pediatria dove una bambina che ci aspettava da ore, facendo la guardia alle nostre cose ha giocato con noi, non facendoci sentire, però la sua, immagino bella, vocina. C'era anche un bel bambino paffutello che non parlava, era piccolo, ma attentissimo e divertito dalla magia di Cocci.
La sua mamma conosceva poco l'italiano, ma per far funzionare e nascere certi momenti, parlare la stessa lingua è l'ultima cosa che serve.
Grazie, anche questa mattinata mi ha regalato un po' di umanità, come sempre.
Clorofilla
Nessun commento:
Posta un commento