Carissimi
clauni e amici buongiorno, farò un report cumulativo dei turni 19, 26 e 28
aprile, questo perché principalmente in questi turni mi son concentrato sul
reparto di psichiatria dove ho passato la maggior parte del tempo del turno e
ho lavorato sempre con le stesse persone, ossia una ragazzina e una giovane
madre con tentato suicidio e due giovani donne con forte depressione, oltre a
un signore che non dormiva da giorni ed era completamente debilitato sia
fisicamente che psichicamente.
Il
reparto di psichiatria sta funzionando davvero molto bene, lavoriamo bene e
anche tanto, a volte non riusciamo a dedicare il tempo che meriterebbe alla dialisi ma è difficile smettere di
parlare con una persona che magari è la prima volta che parla di cose sue con qualcuno
di esterno, che si apre con chi non conosce. Riesco male a spiegarvi cosa si
prova a parlare con chi ha tentato il suicidio perché i n quei casi si toccano
temi importanti e parecchio profondi, come la vita, la morte, il desiderio di
andare avanti, l’impossibilità a farcela, il grande buco nero che si apre
all’improvviso dentro a qualcuno e che ha bisogno d’essere colmato, solo che
molto spesso neanche chi ha il buco dentro sa di preciso con cosa colmarlo e
allora diventa un dialogo profondo in cui devi stare molto attento a ciò che
dici, non devi contraddire i medici che stanno lavorando con quella persona, ma
nemmeno il paziente, devi tirar fuori la sua parte bella, la sua parte sana che
è nascosta chissà dove. Devo dire che tra dialoghi, due passi nel giardino,
mezz’ora nella terrazza del reparto, tanti abbracci, parole fatte tenendo la
loro mano nella mia tante tante cose si son sciolte dentro di loro e dentro di
me. Abbiamo condiviso cose comuni come fratelli, amici , esseri umani, molto
spesso trovo più sanità mentale nel reparto psichiatria che a giro per le
strade, questo probabilmente perché chi ha toccato il fondo desidera rialzarsi,
desidera conoscere sempre più se stesso per non sentire così male, sono persone
che, volendo o meno hanno iniziato un percorso di guarigione e desiderano
portarlo avanti, in questi casi il nostro apporto può essere davvero importante
perché noi non siamo loro parenti, non siamo i loro medici, nessuno, né noi né
loro, sappiamo perché ci troviamo a contatto con dei determinati pazienti ma so
per certo che possiamo aiutarli condividendo le nostre vite con loro ed
accogliendo le loro. Tre turni così, tre turni intensi, quello di ieri iniziato
subito in maniera marcata trovando una coppia che aspettavano un figlio dopo che
a settembre era morto per motivi che ignorano anche i medici l’altro figlio di
soli 18 mesi, persone aperte anche se sofferenti, insomma son tre turni che sto
scavando parecchio e questo mi piace, questo lavoro per me vale solo se fatto
così. Non so cosa altro aggiungere perché cose così profonde davvero si
spiegano male a parole, son cose che vanno provate, accolte, tenute dentro e
poi fatte uscire nella maniera giusta, vanno coccolati animi e persone,
accarezzato capelli e ascoltato storie.
Un
abbraccio
Nuvola
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