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mercoledì 23 luglio 2014

5 Luglio 2014

Troppo buono Pan con me... che bello lavorare con lui... perché ha un grande "ascolto" e ancor più che nella vota questa è la prima e più grande dote che deve avere un clauno.

Qualche parola in più e un approfondimento la merita il passaggio in psichiatria. Alessandra mi aveva avvertita che ci sarebbe stata una ragazza giovane che aveva tentato più volte il suicidio e che era andata in coma... mi aveva chiesto di passare, di avere un occhio di riguardo e di chiedere se avrebbe potuto passare a trovarla extra turno. Così ho fatto. Sull'ultimo punto parliamone anche con Nuvola, per condividere l'opportunità o meno di una nostra presenza extra turno. Per quanto concerne il reparto hanno detto che avvertendo non ci sono problemi.

Nel merito però, nel caso di G., qualche problema c'è.

Partiamo dalla parte positiva. Come ha accennato Pan, quando siamo arrivati, a parte la stanza chiusa per i degenti che non avevano dormito la notte, ci siamo trovati a toccare con mano la sua situazione: era a pancia sotto con la testa affogata nel cucino che singhiozzava.... Ho chiesto agli infermieri di darle un pacchetto regalo se vedevo che era il caso e loro mi hanno detto di sì. Le avevo preso un libro di Rodari (le favole del sorriso, un moleskine di carta riciclata e una penna rossa per scrivere i suoi pensieri.... alla fine mi dirà che legge tantissimo e che scrive tanto..... )

Per diversi minuti non è facile nemmeno entrare in contatto.... le singhiozza e dice qualcosa sul non voler vivere, perché a lei questo dolore doveva toccare... le colleghe di stanza la guardano abbattute e preoccupate, in particolare la signora vicino alla finestra...

Il primo passo è prenderle la mano, accarezzarla, lei non "partecipa" ma non rifiuta la mia, poi qualche lacrima asciugata e qualche carezza. Il cambiamento è che inizia a parlare di più, è sempre difficile ascoltarla, ma se le dicevo non ho capito, iniziava ad alzare la testa dal cuscino inzuppato e ripeteva in modo più chiaro...

Piano, piano, dico qualcosa anche io, ascolta poco, ma si sente ascoltata.... Il suo ascolto parte quando le propongo di spiegarle una cosa con una gioco, una piccola magia, in cui le dimostrerà che lei ha più energia di quella che crede, che le cose si possono curare una volte rotte, che si possono raggiungere risultati inaspettati se ci crediamo.... funziona, G partecipa (vuole sapere i trucchi, .. "ma il trucco è crederci!..."), sorride, scherza con le altre persone....

Poi inizia di sua iniziativa a parlare della sua situazione, della separazione dei suoi, dell'essere stata sballottata da una casa all'altra, della richiesta di testimoniare contro l'uno o l'altro genitore, del non farcela più a essere sballottata dall'ospedale di Figline a questo.... parla accorata, ma senza piangere....

Questo penso potevamo fare noi, strappare un sorriso, fare cambiare il pensiero a positivo, fare aprire la scatola delle parole e dei pensieri, regalare una carezza... bello quando G. sorride perché le canto con dedica "Un giorno credi" e in particolare guardandola negli occhi "a questo punto non devi lasciare..." .... le piace la musica mi dice.... apprezza la dedica....

Poi l'infermiera ci inviata a uscire, e pensavamo fosse perché dovevano cambiare i letti... o qualche altra paziente... aspetto che G. finisca il suo discorso e anche lei accetta di alzarsi e andare assieme agli altri in terrazza ... (!!!!!...)

A questo punto mi chiama un infermiere e mi spiega perché ci aveva invitato a uscire dalla stanza senza però riuscire a spiegare il vero motivo.

Mi spiegano che proprio la mattina hanno analizzato la situazione di G., ritenendo che uno dei problemi principali suoi è che si comporta come una bottiglia senza fondo, l'affetto, l'attenzione che riceve le passano attraverso senza restarle addosso, senza restare in lei e questo, a loro avviso le provoca ogni volta un vuoto maggiore e, di conseguenza, un dolore ogni volta più grande. Non ha caso mi aveva raccontato che quando si è svegliata dal coma ed ha visto la mamma accanto a lei che piangeva ha "capito che le voleva bene".... come se ogni volta lei dovesse fare un gesto ancora più violento e distruttivo nei propri confronti per attirare l'attenzione e l'affetto.

Per cui l'avvertimento e la richiesta del reparto è, come per altri casi simili, di non eccedere in attenzioni perché questo non è detto che sia positivo per lei, almeno in questa fase in cui deve scontrarsi anche con questo vuoto. Diversa è l'importanza del far cambiare pensiero, del sorriso, dello svagare la mente che avevano apprezzato e che aveva funzionato molto con lei.

A partire da questo caso ci confrontiamo sul fatto che in un reparto come questo è fondamentale una integrazione di quel poco o tanto che possiamo fare noi con il loro lavoro, per sfruttarlo al meglio e per non fare al contrario cose dannose. parliamo anche di cosa succede quando lei si è scontrata con il proprio vuoto, magari migliora e torna a casa? Chi la segue? Come fa a fare cose che la fanno stare meglio?..... per esperienza personale so che non è affatto facile.......


Una nota finale extra report! il giardino deve essere tenuto ancora meglio!... forse deve essere un impegno per tutti, perché deve dare il senso della cura, dei colori, dell'accoglienza quando le persone ci passano accanto o si fermano....

Un abbraccio a tutti

Vostro, onorato di stare con voi, Pasticca




Alle 8.40 ci troviamo nel parcheggio, ed ovviamente alle 8.15 senza fissare eravamo io e Pasticca nel parcheggio vicino l’ospedale…Vabbé…camminando verso l’ingresso passo dal giardino e noto che una casina per gli uccellini ha il tetto rotto! Uhmm….c’avrà avuto il capo grosso il passerotto e l’ha sfondato? Boh…
E’ sabato e prima delle 9 giù negli uffici non troviamo nessuno…. Si parla, si chiacchiera ed ecco la signora delle Nove!

Sala prelievi…due passi ed eccola li! Tra il babbo con la testa lucida e la mamma con il pancione ripieno di vita…lei è li, seduta nel mezzo…una peperina di nome Petra, una bimba che sa il fatto suo… infatti non serve molto per far si che con la sua formula magica per fermare il vento, diventa la nostra assistente mago! Bravissima….moltiplica palline, leva caccole dai nasi, costruisce cappelli o “capelli” per il babbo con la testa spaziosa… un vero fenomeno!!! Con molto piacere ad un certo punto troviamo anche “CAVALLO” in diretta dalla psichiatria, che ci fa visita in sala prelievi…non passa molto tempo che anche li Petra da dimostrazione delle sue doti magiche.

Tra Jhonny il furetto che spaventa le persone, Petra che mi sfida ad una gara di acchiappa bolle e reggiseni che magicamente si sfilano alle infermiere passa quasi un’ora.

Un bacione e saltiamo su in psichiatria.

Chiediamo agli infermieri com’é la situazione…ci rispondono che in una camera era meglio non entrar per il semplice motivo che le due persone avevano avuto una notte un po’ insonne e si erano calmati da poco…

Ci affacciamo avanti e nel letto di mezzo a due signore di una certa età.. notiamo una “Principessa” in lacrime… con passi silenziosi ci avviciniamo.
La saluto, le mando abbracci…ma decido di lasciarla sola con Pasticca.
Vado in terrazza e li ti ritrovo Cavallo. Iniziamo a parlare di scarpe, fragole, piccoli teppisti (che eravamo), gioventù, musica e…. Pasticca che mi chiede uno stuzzicadenti !! Uno stuzzicadenti???!

Mi affaccio in camera della “Principessa” e trovo una situazione decisamente diversa…. Con il suo letto ricoperto di giochi di magia, i suoi sorrisi… Io corro immediatamente a cercar uno stuzzicadenti… ritorno su e da li è stato un susseguirsi di sorrisi, qualche lacrima, esplosioni di fiducia e di parole a cuore aperto…canzoni, morsi e solletico…. Ah… ovviamente abbiamo fatto un certificato medico che “CERTIFICA” che la principessa c’ha bisogno di una sovraddose di MORSI E SOLLETICO da parte di ogni naso rosso!

Dobbiamo andare…saluto Cavallo…saluto gli infermieri come sempre gentilissimi… e scendiamo verso dialisi..ma è già tardi…son mezzogiorno passate.

Andiamo agli armadietti..un abbraccio a Pasticca…due gavettoni in bagno e via verso casa.


Un abbraccio fraterno e sorellerno ( per le donne) a tutti!

Pan!


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