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Il servizio di clowncare viene svolto due volte alla settimana presso i reparti di Pediatria, Dialisi e Sala Prelievi dell'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri (FI). Il progetto “M'illumino d'immenso” si propone il grande scopo, tramite l'insegnamento agli studenti delle tecniche di clowncare, di formare futuri medici consapevoli che il rapporto umano medico-paziente non sia un optional ma un elemento essenziale per il normale svolgimento della professione medica.


mercoledì 2 aprile 2014

REPORT MISSIONE BIELORUSSIA DEL DOTTOR PAN

REPORT BIELORUSSIA
13 MARZO
L’adrenalina e la paura di quel che sarà vince ogni stato d’animo…ma ci sono e mi butto. Mi trovo con Pasticca all’area di servizio a Firenze, da Empoli i pullman ci verranno a prender al volo per catapultarci verso la Bielorussia. Eccoli, si parte.
Pasticca e Nuvola non mi danno pace, il male non è che per un ora mi danno noia e me ne fanno di tutti i colori…il problema è che ho 3 giorni di bus! Si canta, conosco il Lonfo, capisco che Nuvola è stanco quando alla mia domanda, dopo 3 volte che mi dice “cosaaa??, capisce che non sente perché ha le cuffie.
Ci fermiamo per pranzare, cenare e la sera siamo già al confine con l’Austria…cumuli di neve, un caffè e si riparte. Non è la cosa più comoda del mondo dormire su un pullmino, ma ci si prova.
14 MARZO
Apro gli occhi che sono in Repubblica Ceca, Polonia…un paesaggio pari…senza montagne…siamo stanchi ma si prova, si parla.
La sera ci fermiamo, distrutti. Sistemiamo le valige, una doccia e via a cena…dove inizia il calvario culinario di Pasticca che: o non gli arriva mai da mangiare, o non trova cibo senza uovo o non mangia proprio! Vi lascio immaginare quanto l’abbiamo preso in giro.
Vado a letto…domani saremo in Bielorussia.
15 MARZO
1820 Km fatti.. siamo alla dogana.
Permessi, Nuvola che si fa sgridare dalla guardia polacca, si mangiucchia e dopo solo 3 ore passiamo il confine…ci siamo…Gomel si avvicina.
16 MARZO
Gomel.
Dormiamo nell’albergo del KGB. Io e Nuvola ci avviamo al bar per la colazione, ecco…la colazione…e chi lo sa il russo? Ok, il clown deve agire…carta e penna… disegno un uovo ed una gallina… prendiamo il maialino che suona di Nuvola….EUALA’! Uova e prosciutto son nel piatto! Olè!
Si parte per il primo incontro…oggi consegneremo le strisce per i bimbi…
C’è chi canta, chi parla…poi ci sono dei ballerini di break con il quale leghiamo moltissimo… iniziamo il nostro spettacolo già da prima del nostro momento…ovvero mentre presidenti e persone più “serie” di noi illustrano il progetto. Versi, nasi e occhiali strambi per loro. Ci siamo, tocca a me.. a noi.
Il mio debutto personale con un clown che non conoscevo e che avevo paura di vedere, paura che non riuscisse. Iniziamo con il nostro spettacolo, le nostre gag… mi sento teso.. entro in scena e mi sciolgo! Il mio naso è felice, ed io con lui! Sentire i bambini ridere mi carica, mi riempie il cuore. Con Pasticca entro subito in sintonia, i bimbi che urlano il suo nome. Lo spettacolo lo ripetiamo il pomeriggio… è sempre una prima volta…ed ogni volta piu’ bella e piu’ carica… soprattutto quanto escono gli intoppi, tipo il leggio che non si apriva.. il bello di improvvisare.. il bello di sentire ridere.
Consegniamo le strisce…foto, abbracci…esco per prendere una boccata d’aria e…. una trentina di anziani che ballano sotto la neve… che non vado? Tempo record son da solo con loro a ballare… una bella signora mi parla, mi sorride.. mi racconta, mi spiega… si si …tanto il russo non lo so!
Mi seguono Nuvola e Pasticca… sono felice…e lo sono ancora di più quando ci chiedono da quanti anni lavoriamo insieme… 3 giorni!
17 MARZO
Stamattina siamo stati in una scuola dove abbiamo conosciuto Flò ed i clown che lavoreranno con noi mercoledì… si respira aria clauna.
Arriviamo in una stanza… bimbi e adulti che ci aspettano… Lo spettacolo di Pan e Pasticca funziona.. i burattini con Nuvola idem… lo spettacolo con i campanelli.
Un bimbo cieco, chi infermo, autistico chi normale, anzi… non normale, perché normale lo siamo tutti…speciale!
Abbiamo giocato con loro e con i genitori…abbiamo regalato il nostro cuore…i nasi!
Nel pomeriggio siamo stati in un centro…si respirava aria di regime. Ragazzi che si alzano in piedi come entriamo nelle stanze, divise, serietà degli insegnanti…un signore in divisa gira per i corridoi con un manganello in mano… entro in una classe e cerco di buttare giù questi muri. Gli insegnanti mi guardano seriosi…i ragazzi ridono… ecco, volevo questo.
Entriamo in un salone, ci ospitano con danze popolari, canti, poesie…e noi ricambiamo in un clima sciolto e che interagisce… siamo carichi. Il muro della lingua è rotto anche lui… basta un niente per capirsi.
Il metal qui piace..a me pure, e come non farmi catapultare in una bella scapellata quando trovo un gruppetto che ascoltava i RAMMSTEIN! Io mi carico, loro pure…l’insegnate meno… ma che gioia quando l’insegnate gli impone di spenger la radio e lo manda via e lui?!...a metà corridoio si gira, mi guarda, alza lo stereo a palla e con le corna al cielo corre via! Un ragazzo che quando vado via mi guarda dalle finestre e scapella facendo finta di suonare una chitarra immaginaria. Gioia! La musica è libertà.
Libertà in un paese che non vuole i ragazzi con problemi a giro per le strade.. un paese che vuole vedersi perfetto…un paese che per quanto bello ha le sue pecche.
Cè tanto da lavorare…dobbiamo lavorare per restare umani.


18 MARZO
Oggi è dura…emotivamente sono giù. Destabilizzato.
Questa mattina in una scuola abbiamo fatto magie, giocato con bimbi con vari handicap, ballato sulle sedie a rotelle e lanciati in vasche di palline colorate. Anche oggi tanti sorrisi e molte emozioni.
Ci dicono che siamo strani perché siamo uomini clown…
Nel pomeriggio andiamo in un centro cattolico.
Non capisco cosa sento, cosa provo… sento solo gli occhi che si gonfiano… devo resistere…almeno davanti a loro. Questi splendori.. i problemi sono tanti.. di vari motivi.. ma li accomuna tutti il sorriso e le urla di gioia quando entriamo… li vedo felici con noi…balliamo, chi mi soffia sul naso per un tempo infinito, chi fermo in un letto mi segue con gli occhi e mi accenna un sorriso, chi cieco mi cerca con la mano e mi accarezza. Mi sento destabilizzato…non bastano 5 giorni per stare qui… ci vorrebbe una vita… ma queste realtà non sono solo Bielorusse, e quindi ci vorrebbe una vita da dedicare solo a portare a giro sorrisi e anche solo un attimo di felicità… qui come in Italia e in altri posti… ci lavorerò per far si che ciò accada… ma dobbiamo esser in tanti… il mondo è grande.


19 MARZO
Oggi il gran giorno in ospedale con i clown bielorussi.
L’ospedale è grande e loro già ci aspettano nel reparto dove troviamo bimbi con leucemia e tumore del sangue. La lingua non ci frena, la sintonia è forte, alta…
Ci dividiamo a coppie per entrare nelle stanze… io vado con Flò… e trovo Andrei con sua madre… la magia nelle sue mani… fazzoletti che scompaiono, e fiore per una madre forte.
Ma ci sono anche madri che piangono… piangono nel veder il proprio figlio star male, piangono per il primo giorno in ospedale di un figlio che non ha colpe per quello che gli è accaduto… oggi è il giorno più duro… gli occhi di queste mamme mi distruggono… gli rubo un sorriso e cerco di portar via le loro lacrime. Sono distrutte ma forti…sono donne, sono mamme!
Gag nei corridoi d’ospedale…
Il pomeriggio siamo in un centro dove troviamo una sessantina di ragazzini in una stanza…magie e burattini e quale idea migliore se non giocare a sbarbacipolla con 60 figlioli sulle gambe per poi cadere e fratturarsi una costola…chi è il genio? NUVOLA!
L’adrenalina e il cuore lo fa rialzare e lavorare per altre due ore con altri bambini…molto piu’ piccoli… con problemi molto piu’ grandi…ma con dei padri forti e ricchi d’amore.
Stasera sorpresona…ceneremo con i clown di stamattina… ci scambiamo le impressioni…alcuni regali…e non nascondo la gioia che ho provato quando uno di loro mi fa i complimenti per come mi son comportato con una mamma che era visibilmente triste, nonostante non parlavamo la stessa lingua.
La serata finisce in ospedale con Nuvola a farsi le radiografie…. Pare un controsenso.
20 MARZO
Stamani siamo solo io e Pasticca… Nuvola giustamente riposa…ma abbiamo il suo cappello con noi.
Oddio, messo li sul palco pareva più..”IN MEMORIA DI…” ….vabè
Il palco è bello grosso, i bimbi molti…i propositi son buoni… ma aimè…ainoi… ci troviamo con un esercito di bimbi che le insegnanti non riescono a contenere…e quindi tra varie invasioni di palco..cerchiamo di portare a termine la mattinata e salutiamo..ringraziamo…e via in albergo…si torna verso l’Italia.
Si parte.
21 MARZO
Dopo una notte in viaggio, strizzoni improvvisi di pancia e 400 euro di multa con la milizia che c’aspettava al confine…arriviamo in Polonia…Cracovia… città stupenda, serena, calma..viva… non immaginavo tanta bellezza.. addirittura parlo in inglese… io che a dir tanto so’ dire Hello!
Si pranza in un ristorantino che pareha il salone del castello del conte Dracula! Bello!
Il pomeriggio tutti tornano in albergo… io e Pasticca no…e decidiamo di rimanere a far i grulli in piazza… un esperienza bellissima… era una vita che volevo farla.. e qui credo che son una bella giornata di sole e carico per tutte l’ esperienze non poteva esser posto migliore. Mi diverto, gioco, prendo in giro… coinvolgiamo le persone… ma la sera crolliamo.. e quindi cena e a letto.. con Pasticca che si addormenta con il dito sul tasto del telefono mentre , credo, voleva finir di mandare un messaggio.
La mattina dopo ci alziamo per partire per Auschwitz –Birkenau …. Arrivati davanti ci dicono subito che non possiamo entrar vestiti da clown… rispetto dicono… poppe e culi di fuori invece vanno bene… vabè.
Che dire del campo di concentramento…mah… dopo mezz’ora non provavo piu’ emozioni. Forse spiazzato dalla grandezza di quello che avevo davanti e vedevo o forse dall’incredulità di quello che è stato. Non lo so…
Saliamo sul pullmino e partiamo…ultimo viaggio e la domenica mattina alle 9 una coccinella rossa mi aspetta a Firenze per portarmi a casa.
Vorrei per chiudere ringraziare chi mi è stato vicino….sia in Bielorussia sia con il cuore dall’Italia, vorrei ringraziare chi mi ha consigliato un libro stupendo che ogni sera mi caricava per partire a mille il giorno dopo, voglio ringraziare i miei amici che con un oggetto, un messaggio o un abbraccio mi hanno dato forza, vorrei ringraziare tutti i clown di M’illumino che un po’ per uno mi hanno dato bagaglio da portare laggiù, vorrei ringraziare la pubblica assistenza di Empoli che ha organizzato il tutto, vorrei ringraziare la santa della mi ragazza che mi sostiene e mi stà vicino in questi miei progetti, voglio ringraziare mio padre, mia sorella, e mia mamma che mi hanno dato tanto di quell’amore che cerco di smaltire in giro, voglio ringraziare Vittoria, non l’ho citata nel report perché volevo avesse un posto tutto suo…Vittoria è la traduttrice che c’ha accompagnato per questi 5 giorni… Una ragazza che ha preferito saltare il lavoro per star con noi, una ragazza che emana amore.. sensibile.. sempre con il sorriso in faccia… una mamma premurosa… e non solo con sua figlia Diana ma anche con la sua Bielorussia.
Infine voglio ringraziare chi mi è stato vicino e mi ha fatto credere in me… chi mi ha fatto sentire un loro figlio, un loro amico, un loro fratello…ringrazio chi mi ha portato fin laggiù… chi ha tirato fuori da me alcune cose che avevo paura ad esternare… chi… mi ha fatto aprire delle porte che tenevo chiuse…ringrazio due bischeri immensi… Nuvola e Pasticca..


Pensa agli altri

di Mahmoud Darwish


Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì : magari fossi una candela in mezzo al buio.



Pan

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