Ecco a voi il report di Mica e Dolphin di sabato scorso, loro sono due persone di Mestre (Dolphin) e di Pordenone (Mica) che stanno cercando di far partire un progetto simile al nostro a Mestre all'ospedale civile di mestre, speriamo riescano a farlo, per adesso li ho affiancati su come creare e gestire una onlus e facendoli venire a fare un turno e una riunione con il nostro gruppo clauno, a voi i loro report, un bacio
Nuvola
Oggi, 19 ottobre 2013, Firenze. Sveglia alle 6...
Ma facciamo un passo indietro. Una notte fatta di coppie d'ore di sonno per la stanchezza e lo stress del lavoro, il viaggio con il timore dello sciopero in atto, il giro in centro a Firenze, l'attesa di conoscere la famiglia e i luoghi di Federico, ops, di Nuvola: questo personaggio mitologico un pò uomo, un pò bambino, un pò genio, un pò bischero, un pò! Ahahahah!!!! In realtà, probabilmente anzi, sicuramente, l'attesa era anche per la gioia di condividere queste due giornate fatte di attimi, di vita, in un contesto troppo a lungo immaginato e adesso, a portata di mano, quasi incredibilmente. Lorenzo e Ilaria ci conducono (dopo una buonanotte quasi veneziana) amabilmente in ospedale. Anche loro, in effetti, oggi devono andarci per un prelievo sanguigno. Io e Mica li vediamo un pò tesi (sarà la loro prima volta?) e per tranquillizzarli gli promettiamo che li andremo a trovare nella sala d'attesa prelievi... Ritroviamo Nuvola che ci conduce nei meandri fantasiosi dell'ospedale per cambiarci d'abito o meglio, per spogliarci dei nostri personaggi di facciata! Ecco che finalmente Nuvola riemerge al primo piano in compagnia di Mica e Dolphin... ma non c'è nemmeno il tempo di abituarsi al nuovo ambiente che ci si ritrova nella fatidica sala d'attesa della sala prelievi!
Due brevi contatti, con altrettante persone, poi una bimba ci impegna in sala prelievi. Viene messa a dura prova la capacità di convincimento del medico e anche la nostra: la bambina urla, piange, si avvinghia alla madre. Io e Mica ci facciamo un po' da parte per evitare che si senta circondata, sopraffatta. Nuvola e il medico lavorano in sinergia senza alcuna collaborazione della madre che sembra invece molto assente: il prelievo è fatto! Conosciamo un'altra coppia, un origami per Grazia (medico odontoiatra), Alfredo, un ometto molto interessante e, infine, i poveri Ilaria e Lorenzo che erano bianchi più per la paura che per il prelievo! Colazione, finalmente! Una brioche fantastica con cioccolato e pere, un caffè, e pronti per il reparto dialisi! Nuvola ci illustra brevemente e delicatamente come muoverci e che tipo di persone troveremo: è veramente incredibile! Un'esplosione di emozioni, di sensazioni, di sguardi e di parole non dette: Eleonora, Flavio, Rina, Romano, Agostino... Quante storie diverse, quanta pazienza, quanta umiltà nei confronti di una vita non proprio felice... E poi Ugo: due occhi che mi hanno subito catturato, un piccolo grande Uomo che ha davvero compreso la Vita!
Pausa caffè: ne abbiamo tutti bisogno.
Una brevissima sessione di Yoga della Risata tra Mica e la barista (incredula ma partecipe) e via, al day hospital psichiatrico. Una sola persona, S., con la quale i miei due compagni hanno amabilmente colloquiato.
Una vittima dei nostri tempi, della crisi voluta in cui ci hanno infilato, nostro malgrado, i ricchi e vuoti vampiri della nostra moderna società: un crudo esempio di come si possa stravolgere fino ai limiti più estremi, la vita di chiunque di noi... Li osservo, li ascolto: mi sento in esubero rispetto alla situazione e non faccio null'altro.
Va bene così. Benissimo. Si va via. Nuvola ci fa vedere tutto quel che hanno realizzato dentro e fuori dall'ospedale: la mostra fotografica “L'oblò e l'oblio”, i libri da scambiare “Scambio di Copia”, “Il giardino della rete di Indra” (curato e recuperato) e “Festina Lente”, l'affrettati lentamente! Finito. Ci si cambia e si va via. Mi sento spossato ma, finalmente appagato. Grazie Nuvola, grazie “M'illumino d'Immenso”!!!
Dolphin
Sono pienamente soddisfatta di questa giornata che mi ha permesso, attraverso l'incontro con Federico e l'associazione di cui fa parte, di vivere l'esperienza del volontariato in ospedale nella maniera in cui credo.
La cosa buffa è che, al di là del camice, per la prima volta non ho avuto il bisogno di truccare il mio viso né di usare nient'altro. Sono rimasta semplicemente me stessa.Per la prima volta, infatti, non ho distinto me dal mio personaggio, così come erroneamente ero stata indotta a fare finora.Questo, per me, è stato rivoluzionario!Chiunque, infatti, avrebbe potuto riconoscermi anche dopo ma ho sentito questo come una cosa assolutamente naturale, addirittura liberatoria! Anche i reparti vissuti erano nuovi per me (finora ero stata soltanto in pediatria e in casa di riposo), ma la sofferenza e la solitudine sono, come ben sappiamo, differentemente uguali dappertutto. Sono convinta di aver espletato oggi un buon servizio, fatto di ascolto, attenzione, comunione d'intenti. Il senso di questa giornata è dato da ciò che porterò a casa: la certezza che quello che ho deciso di fare ha un significato ben preciso, distinto...
Grazie!
Mica
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