Il turno del 3 febbraio è stato un turno tranquillo. Ero con Gomitolo che sostituiva Nuvola. In sala prelievi c'era poca gente, quindi non ci siamo state molto. Comunque ho parlato con una signora anziana, sorridente e amichevole e con sua figlia. Abbiamo passato più tempo in dialisi, dove ho finalmente conosciuto "i due Gini". Gomitolo ha subito preso a parlare con Gino "il giovane", mentre io mi sono guardata attorno un po': c'era una signora che non aveva nessuna voglia di parlare, ma mi sono avvicinata comunque dicendole " Buongiorno". Com' era prevedibile non mi ha risposto e ho rispettato il suo silenzio. Gomitolo poi mi ha detto che è da pochi mesi che è entrata in dialisi e probabilmente non ha ancora accettato la malattia. Insomma mi sono avvicinata all'altro Gino. Anche lui all'inizio non era amichevolissimo e io ero un po' impacciata, infatti dopo essermi presentata gli ho chiesto: "cosa fa lei nella vita?", e lui mi ha risposto " Cosa vuole che faccia?..mi tocca venire qui tre volte la settimana..faccio questo"..." Domanda idiota per cominciare", ho pensato. L'inizio della conversazione non è stato dei migliori, però poi abbiamo iniziato a parlare tranquillamente e quando gli ho detto che vengo da Brescia ha cominciato a raccontarmi di quanto si è trovato bene all'ospedale Civile di Brescia, dove va spesso. Mi ha parlato della malattia, quando è iniziata e del trapianto che ha fatto, e io gli ho detto che conosco le coliche renali perché ne soffro. Quando l'ho salutato per andare nell'altra stanza mi ha detto cordialmente: "la si riguardi, mi raccomando". Nell'altra stanza ho conosciuto Bruno, molto simpatico. Poi mi sono avvicinata a un' anziana molto triste ,che mi guardava, a cui stupidamente non ho chiesto il nome, ma ho domandato subito: "come va?"..e lei mi ha risposto " va come vuole, non come voglio io, a novant'anni non c'è più niente". Non è stata una conversazione semplice, perché era molto abbattuta e diceva che siamo solo polvere e non ha senso niente, e una a ventun'anni si sente anche presuntuosa a voler insegnare il senso della vita a una persona di novant'anni. Però ho cercato di fare del mio meglio, le ho detto quello in cui credo io e abbiamo parlato parecchio. In pediatria c'erano due bambine, una albanese di quattro anni, di nome Kelly che ha subito preso confidenza, e un' altra più piccola a cui piaceva un sacco il mio nasone rosso ( questa volta non l'avevo colorato!). Insomma, emozioni difficili da descrivere e grande senso di rispetto alla vita.
Ringrazio Gomitolo.
Pluffa
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