Carissimi clauni e amici, è
con piacere che inizio a scrivere questo racconto, intanto dico che ho fatto il
primo turno da quarantenne avendo compiuto gli anni il 29 luglio, non parlerò
del turno fatto ieri mattina perché Salakura lo ha già fatto e farlo due volte
non ha senso, dico solo che eravamo in tre, io, Pan e Salakura, un turno
stimolante, piacevole e ricco di cose nuove da poter imparare. Sono molto
felice dell'arrivo fra di noi di Salakura, lo conosco da anni e lo stimo molto
sia come persone che come artista, infatti fa il burattinaio da svariati anni,
inoltre ha fatto il corso sul clown con l'ospedale Meyer ed averlo con noi ci
apre nuovi orizzonti, nuovi metodi di lavoro e scambi di idee che se gestiti
con amore, passione e voglia di imparare porteranno tutti noi ad un gran
miglioramento, mi piace soprattutto il fatto che m'illumino possa accogliere
qualsiasi clown vagabondo che passa dall'aia del nostro progetto, invitarlo a
prendere qualcosa di fresco in casa , parlare insieme e inserirlo subito non
nella manovalanza ma direttamente nel consiglio d'amministrazione del progetto,
spero che le persone possano sentirsi accolte come tesori inestimabili,
sentirsi velocemente parte della grande famiglia di m'ìillumino perché
m'illumino sembra un progetto di clown ma tutti noi sappiamo bene che il nostro
scopo è quello di costruire un sogno (lo so sono palloso che dico sempre questa
cosa ma mi piace ricordarla ogni tanto per non perdere di vista lo scopo
primario per cui tutti insieme lo abbiamo fondato), un sogno dove ognuno trova
esattamente quello che cerca, anche se il suo scopo fosse trovare un elefante
marino rosa con le espadrillas verdi ai piedi mi piacerebbe che m'illumino
rispondesse semplicemente così: Aspatta un minuto, beviti un goccio di vino
mentre scendo in cantina a prendere la bestiolina che cerchi, poi regalargliela
e salutarlo come se avesse chiesto un caffè...tutto qua.
Nuvola
Felice di poter lavorare di
nuovo in ospedale dopo lungo tempo ed emozionato perchè è la prima volta con
“m'illumino d'immenso”, guardo l'umanità che si aggroviglia strombazzando con
le loro macchine-camion-scooter, girando intorno alla rotonda all' ingresso
dell' autostrada all'Impruneta dove con la mia borsa piena delle cianfrusaglie
del Dott. Salakura aspetto il Dottor Nuvola. Arriva. Sono contento di vederlo e
andiamo verso l'ospedale dove per prima cosa annaffiamo le piante del giardino
della Rete di Indra e dove ho l'onore di potare alcuni polloni del piccolo ma
promettente olivo nel vaso grande. Seguo il dott. Nuvola attraverso corridoi e
scale e ci cambiamo nello spogliatoio dove conosco con piacere il dott. Pan,
poi si comincia.
Prima la sala prelievi,
seguo nuvola che dialoga con le persone in maniera diretta e franca, cerco di
trovarmi uno spazio in quella che sembra essere una situazione quasi familiare.
Le persone sono contente di vederci e di parlare con noi. Riesco a giocare con
la pallina di spugna spacciandola per pasticca del sorriso con un anziano
signore e a dedicare una canzoncina all'ukulele ad una signora credo quasi
novantenne che attende il suo turno con il figlio. Ci spostiamo in Dialisi dove
vedo con piacere il frutto della dedizione di Nuvola a quella che appare sempre
più come una sua missione oltre che ad un lavoro. Ha instaurato rapporti
confidenziali e piacevoli con molti dei pazienti ed io ascolto con attenzione i
loro racconti, mi presento alle infermiere ed accompagnato dall' abile dott.
Pan suoniamo per due signore che ci ringraziano calorosamente. In pediatria ci
divertiamo, io mi sento a mio agio,
Gianluca, un ragazzo di 16 anni caduto dal motorino subisce divertito i
nostri lazzi, improvvisiamo gags nelle quali coinvolgiamo anche la mamma e
nuvola gli lascia un palloncino a forma di moto, abbiamo creato un ambiente
leggero ci allontaniamo per suonare il solito concerto a tre strumenti,
ukulele, ovino con riso e tamburello a Shannon una bambina con handicap che
dopo un primo momento di timidezza, batte le mani insieme a noi ridendo.
Durante una pausa ci scambiamo pareri su quello che abbiamo fatto e sulle
persone incontrate, io dico che l'approccio individuale con le persone riesce a
creare dei dialoghi intimi che lasciano appagati i pazienti ma il rischio è
quello di apparire invadenti ed estromettere il compagno di turno fino a quando
non gli si permette di avvicinarsi, utilizzando l'approccio di bianco ed
augusto nell' accostarsi alle persone potremmo dare più spazio
all'improvvisazione arricchendoci di quello che il nostro compagno di turno può
darci e usare anche delle gags che conosciamo
e che riteniamo adatte alla situazione. Mi piace l'apertura con la quale
discutiamo di questo e percepisco che questo è un ambiente dove è possibile
lavorare in maniera creativa, e sono davvero grato di esserci. Poi, dopo aver
scoperto che “Pan” non è il diminutivo di Pangrattato ma di peter pan, e una
piccola parentesi in pronto soccorso, ci salutiamo e Nuvola mi riporta alla
rotonda dell' impruneta. Salgo sul mio furgone e penso che voglio dedicare più
tempo ad affinare le mie capacità di clown.
Dottor Salakura.
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